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Opera d'arte Ritratto di gentildonna, Ritratto di Cassandra Cavalcanti Bandini, Ritratto di Eleonora di Toledo, Ritratto di Ludovica Pandolfini di Agnolo di Cosimo detto Bronzino (1503/ 1572), a Torino

L'opera d'arte Ritratto di gentildonna, Ritratto di Cassandra Cavalcanti Bandini, Ritratto di Eleonora di Toledo, Ritratto di Ludovica Pandolfini di Agnolo di Cosimo detto Bronzino (1503/ 1572), - codice 01 00350901 di Agnolo di Cosimo detto Bronzino (1503/ 1572), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Palazzo Reale, Manica Nuova, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
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bene culturaledipinto, opera isolata
titoloRitratto di gentildonna, Ritratto di Cassandra Cavalcanti Bandini, Ritratto di Eleonora di Toledo, Ritratto di Ludovica Pandolfini
soggettoritratto femminile
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00350901
localizzazioneITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86
contenitorepalazzo, Palazzo Reale, Manica Nuova, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
datazionesec. XVI metà; 1550 (ca) - 1555 (ca) [bibliografia; analisi stilistica]
autoreAgnolo di Cosimo detto Bronzino (1503/ 1572),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurecm, alt. 109, largh. 85, sp. 3.5
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiDIPINTO: 3 assi verticali e 2 traverse ad incastro raffrontate con sezione a coda di rondine; spaccatura in alto a dx e inserti lungo il margine superiore e inferiore; angolo corroso in basso a sin.; deformazione del supporto; CORNICE: dorata e intagliata; incastro angolare a 90° con taglio verticale. Inserimento del dipinto con elementi trasversali metallici e chiodi; spessori lignei.RITRATTI: gentildonna (Cassandra Bandini?). ABBIGLIAMENTO. INTERNO. MOBILIA: sedia. OGGETTI: tenda; gioielli, cintura.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: sigillo, Qualificazione: gentilizio, Posizione: retro, in alto a sinistra, Descrizione : stemma con giglio e tre oggetti (?), sormontato da corona (piccolo e difficilmente leggibile),
notizie storico-criticheL'opera è divenuta di proprietà sabauda nel 1824 attraverso l'acquisto di palazzo Durazzo di Genova insieme alla relativa collezione. Non si conoscono però le vicende intermedie degli spostamenti del dipinto, prima di entrare a fare parte a Torino della Regia Pinacoteca al momento della sua costituzione nel 1836. E' stata pubblicata la prima volta da Roberto d'Azeglio (1836), confermando l'attribuzione a Bronzino che aveva in collezione Durazzo. Nei decenni successivi il dipinto è stato riferito alternativamente a Bronzino o a Pontormo, fino alla definitiva conferma per il Tori da parte di Roberto Longhi nel 1927 (cfr.: Gabrielli 1971, con bibliografia). Molto più incerta è l'identificazione del personaggio ritratto, in cui spesso - già quando il quadro era in collezione Durazzo - si è voluto riconoscere l'effigie di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de' Medici, duca di Firenze. Luisa Becherucci (1944) per prima ha notato una stringente affinità fra il 'Ritratto di gentildonna' della Sabauda e il 'Ritratto di gentiluomo' conservato presso la National Gallery di Ottawa, simili per impostazione e ambientazione al punto da poter essere considerati l'uno pendant dell'altro. Cox Rearick e Westerman Bulgarella (2004) insistono nell'identificare i due personaggi nei duchi di Firenze, opinione peraltro accolta con notevoli perplessità dalla critica odierna. Altresì i due dipinti di Torino e Ottawa sono stati messi in relazione da Cropper (2001) e Johnston (2005; cfr. Johnston 2010 con bibliografia) con i ritratti che, secondo Vasari, Bronzino fece a Pierantonio Bandini e la moglie, Cassandra Cavalcanti, quest'ultima appartenente a una prestigiosa famiglia di mercanti di sete con stretti rapporti commerciali con Lione. Tale identificazione potrebbe essere almeno in parte confermata dal drappo a garza di seta ornata da nastri alle spalle della dama, tipica proprio di Lione, mentre il damasco di seta rossa della zimarra ostentata dall'effigiata rimanda alla raffinata produzione fiorentina (Johnston 2010). Secondo Marco Calafati (2004; inoltre, com. sc. alla Galleria Sabauda di Torino, datata 11.03.2005), importanti indizi per conoscere la provenienza del dipinto della Sabauda potrebbero derivare dal sigillo in ceralacca rossa posto sul retro della tavola, recante uno stemma partito rappresentante tre oggetti, poco leggibili nella parte inferiore, ed un giglio fiorentino in quella superiore. Lo stemma potrebbe essere quello della famiglia fiorentina Giugni, che possedeva anche il 'Ritratto di gentiluomo', oggi conservato a Ottawa. Infatti un documento rintracciato dallo studioso testimonia il passaggio del dipinto canadese nel 1904 da palazzo Giugni, in via degli Alfani a Firenze, all'antiquario Elia Volpi, che lo cedette a Eduard Simon. Sulla base di ciò lo studioso ritiene che i due personaggi effigiati potrebbero essere Simone da Fiorenzuola e la moglie Ludovica Pandolfini, residenti proprio in palazzo Giugni che avevano provveduto a far ricostruire. Ma tale ipotesi è meno convincente, visto che l'intera proprietà Bandini, e quindi anche la loro collezione, passò per via matrimoniale ai Giugni (Franklin 2010, con bibliografia).
altra localizzazioneluogo di provenienza: ITALIA, Liguria, GE, Genova
bibliografiaD'Azeglio, Roberto( 1836)v. I, p. 219; [Baudi di Vesme, Alessandro]( 1899)p. 54, n. 122; Longhi, Roberto( 1927)p. 7; Becherucci, Luisa( 1944)p. 43; Emiliani, Andrea( 1960)p. 84; Gabrielli, Noemi( 1971)pp. 82-83, n. 122; Baccheschi, Edi( 1973)p. 100, n. 92
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzovia XX Settembre, 86
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Capretti, Elena; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithCaldera, Massimiliano
anno creazione2012
latitudine45.073139
longitudine7.684548

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