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Opera d'arte Sirena e delfino a Torino

L'opera d'arte Sirena e delfino - codice 01 00210447 si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturalecassapanca, opera isolata
soggettoSirena e delfino
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00210447
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, Torino
datazionesec. XIX ultimo quarto; 1875 - 1899 [analisi stilistica; bibliografia documentazione]
ambito culturaleproduzione Italia settentrionale(analisi stilistica; bibliografia; documentazione)
materia tecnicalegno di noce/ intaglio/ verniciaturalegno/ verniciatura
misurealt. 100, largh. 56, lungh. 220,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiSchienale diritto di forma rettangolare. Stretta cornice a dentelli. La fascia centrale è decorata da tre pannelli delimitati da cornice, i due laterali, sagomati, presentano intaglio con festoni di frutta e fiori, quello centrale, circolare porta stemma di fantasia entro cartiglio. Braccioli diritti, sormontati da delfino a tuttotondo, terminanti a voluta; montanti formati da foglia di acanto frontalmente e da girali vegetali lungo la fiancata. Fascia che funge da sostegno decorata da doppio ordine di scanellatura nella parte superiore, anche sulle fiancate, e nella parte inferiore, sovrapposti ad altra serie di scanellature, festoni di frutti e fiori, alternati a sirene che fungono da caritatidi che sostengono la seduta. Le sirente poggiano su terminazioni a zampa ferina poste su bassa predella.Figure: sirena. Animali: delfino.
notizie storico-criticheLa cassapanca fa parte della serie di arredi che vennero acquistati, con delibera del luglio 1940, dalla Provincia di Torino a seguito dell'acquisizione di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, fino a tale data proprietà di Casa Savoia-Aosta. Nell'elenco topografico è indicata una "cassapanca" che potrebbe riconoscersi nell'esemplare in esame stimato per L. 3000 e collocato proprio nello "Scalone parte superiore". Si tratta di uno dei pochi arredi che, non solo non andò venduto durante le numerose tornate d'asta che nella prima metà del Novecento portarono alla dispersione della mobilia originale del palazzo, ma si trova ancora nella posizione originale come dimostrato da alcune fotografie d'epoca, pubblicate nel catalogo d'asta edito nel 1932 dalla Galleria Dante Giacomini, Catalogo delle collezioni private d'arte appartenute a S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta, Galleria Dante Giacomini, Roma, 1932, tav. III. La cassapanca, infatti, fa parte della serie di arredi commissionati dal duca en suite con la decorazione in stile neorinascimentale da lui voluta che trasformò il volto del palazzo settecentesco. La preferenza accordata alla cultura figurativa del XV/XVI secolo, si inserisce nell'ambito della caratteristica inclianazione della cultura ottocentesca al recupero degli stili storici, spesso connessi, nelle varie aree regionali, al richiamo di un passato glorioso. Contrariamente alla tendenza diffusa in Piemonte, tesa al recupero del tardo gotico, come testimonia il riallestimento del castello di Issogne da parte di Vittorio Avondo, Emanuele Filiberto preferì il più consolidato ed internazionalmente diffuso gusto fiorentino. La cassapanca in esame, infatti, rimanda proprio ad esemplari toscani della seconda metà del XVI secolo, per la tipologia della struttura, ma l'esuberanza degli elementi ornamentali può essere ascritta, invece alla cultura figurativa lombarda della prima metà del secolo successivo, per alcuni confronti con esemplari di imitazione ottocenteschi, E. Colle, Museo d'Arti applicate, mobili e intagli lignei, Milano, 1996, pp. 151-152, nn.204-205. Pur non essendo state reperite precise note di pagamento che documentino la commissione degli arredi, coordinati, naturalmente, anche ad esemplari reperiti sul mercato antiquario, è noto da una guida commerciale della città di Torino che due studi fossero interessati, in quegli anni, da committenze da parte di Casa Savoia-Aosta, ovvero, quello di Carlo Albertoni e quello di Giuseppe Anguissola; inoltre, da un annuncio pubblicitario dei fratelli Mora di Milano risulta che anche i famosi mobilieri lombardi fossero tra i fornitori della famiglia ducale, Augusta Taurinorum. Torino illustrata nelle sue cose e nei suoi cittadini, Torino s.d. [ma 1902], pp. 256-258; E. Colle, Museo d'Arti applicate, mobili e intagli lignei, Milano, 1996, pp. 26-28.
bibliografiaAugusta Taurinorum( 1902)pp. 256-258; Catalogo delle collezioni( 1932); Colle E.( 1996)pp. 26-28, pp. 151-152, nn.204-205
definizionecassapanca
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
ente schedatoreTO
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Facchin L.; Funzionario responsabile: Mossetti C.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Rocco A. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2003
anno modifica2007

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