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Opera d'arte quadratura architettonica di Coduri Giuseppe detto Vignoli (1720/ 1802), a Morbegno

L'opera d'arte quadratura architettonica di Coduri Giuseppe detto Vignoli (1720/ 1802), - codice 03 00214136 di Coduri Giuseppe detto Vignoli (1720/ 1802), si trova nel comune di Morbegno nella provincia di Sondrio
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto murale
soggettoquadratura architettonica
tipo schedaOA_3.00
codice univoco03 00214136
localizzazioneItalia, Lombardia, SO, Morbegno
datazionesec. XVIII seconda metà; 1761 - 1761 [analisi stilistica; documentazione]
autoreCoduri Giuseppe detto Vignoli (1720/ 1802),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiLa quadratura consiste in una balconata in marmo policromo rosa, giallo, azzuro e verde, che si svolge con andamento mistilineo per tratti traforati, con colonnine. Sotto ciascuna nicchia sporgono gruppi fioriti. Oltre la balconata sale un elemento architettonico che si conclude in una apertura a sagoma mistilinea. Alle due estremità si innalzano archi gotici coronanti aperture a lunetta.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheVedi S. Coppa, Morbegno, Palzzo Malacrida, in S. Coppa, E. Bianchi (a cura di), I Ligari. Pittori del Settecento lombardo, (Skira) Milano 2008, pp. 240- 243.Il fraseggio coduriano si impone nelle strutture "soffici e spumeggianti" (A. Bossaglia, 1959, p. 237), riconoscibile per la delicata cromia di inconfondibile sapore rocaille. Qui il Coduri, per la sua verve estrosa, qualifica l'artista, nel contesto del panorama della quadratura lombarda ormai alla metà del secolo, orientata verso le divagazioni e la vivacità rococò. La critica ha ormai chiarito come i lavori di decorazione in Palazzo Malacrida abbiano rappresentato per Cesare Ligari l'occasione di liberare finalmente le sue affascinante nostalgia veneziano; la possibilità di una committenza aristocratica che lo tolse dall'angustia e grettezza dei repertori statici di parroci e canonici valligiani e gli permise di uscire definitivamente dagli impacci accademici, per esprimere la sua inventata più libera e brillante. L'omaggio a Gianpietro Malacrida, convinto assertore dell'illuminismo in un contesto culturale locale piuttosto retrivo, chiaramente traspare dal tema illustrato da Cesare in forma di apoteosi, nel grande salone d'onore e suggeritogli dal canonico Gian Simone Paravicini. La dicitura del dipinto, che appare appropriata, è stata proposta dalla Meli Bassi (1971, p. 68, n. 5), pare senz'altro la più appropriata. Inoltre i quattro busti collocati da Cesare nelle nicchie del Coduri, potrebbero simboleggiare i quattro continenti esprimendo così il senso enciclopedico della raffigurazione delle arti e delle scienze secondo il principio dell'Illuminismo. L'affresco evidenzia eredità scenografiche del Carloni, e uno spirito rinnovato dal gusto cromatico e luministico dei veneti, che "gli suggeriva colorati fulgori e ridenti grazie" (R. Bossaglia, 1959, p. 228) ed un comporre brioso ed equilibrato cui accenna, unico elogio, anche il Malacrida: "le figure sono con eccellenza aggruppate" (Malacrida, 1816- 29, p. 117), ma per poi subito aggiungere: "Ma sparute nel viso. Non era troppo felice quel pittore nelle carnagioni". Il poco credito accordato dal Malacrida a Cesare, così come il giudizio sfavorevole del Giovio sono fonti significative che con ogni probabilità eccheggiano una posizione critica diffusa in Valtellina e a cui, in seguito, anche il Bassi (1924, p. 28), in parte, si atterrà. Sarà la critica più recente (R. Bossaglia op. cit.; L. Meli Bassi op. cit.)ad impegnarsi in una più giusta valutazione critica e tuttavia non è sfuggito come le figure "tradiscano una certa rusticità paesana nei tipi" (R. Bossaglia, 1959, p. 236); vi è una certa durezza negli arti e una spigolosità nei volti che lo riconducono al padre Gian Pietro e che da Cesare significativamente rimbalzano nel Romegialli che gli lavorerà accanto, proprio a Palazzo Malacrida.
committenzaMalacrida Gianpietro (1758/ 1762)
bibliografiaMeli Bassi L.( 1974)p. 91; p. 205; Bossaglia R.( 1960)p. 391
definizionedipinto murale
regioneLombardia
provinciaSondrio
comuneMorbegno
ente schedatoreS27
ente competenteS27
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Morselli A. R.; Funzionario responsabile: Maderna V.; Trascrizione per informatizzazione: ICCD/ DG BASAE/ Riccobono F. (2010); Aggiornamento-revisione: ICCD/ DG BASAE/ Riccobono F. (2010), Referente scientifico: NR (recupero pregresso)
anno creazione1984
anno modifica2010

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