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Opera d'arte spassi invernali a Poternohe di Gijsels Peeter il Vecchio (1621/ 1680), a Firenze

L'opera d'arte spassi invernali a Poternohe di Gijsels Peeter il Vecchio (1621/ 1680), - codice 09 00645955 di Gijsels Peeter il Vecchio (1621/ 1680), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli, galleria, sala III
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bene culturaledipinto
titolospassi invernali a Poternohe
soggettoinverno
tipo schedaOA_2.00
codice univoco09 00645955
localizzazioneFI, FirenzeVia Zannetti, 8
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli, galleria, sala III
datazionesec. XVII ; 1640 (ca.) - 1680 (ca.) [analisi stilistica]
autoreGijsels Peeter il Vecchio (1621/ 1680),
materia tecnicarame/ pittura a olio
misurecm, alt. 27.1, largh. 35.2,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiVedute: veduta di Poternohe. Fiumi: fiume ghiacciato. Architetture: case. Figure maschili: macellaio; prete; gentiluomo; astanti. Figure femminili: gentildonne; moglie del macellaio. Figure: bambini. Mezzi di trasporto: barche; slitta. Animali: cavalli; cane; maiale macellato. Fenomeni metereologici: neve.
notizie storico-criticheIl dipinto rappresenta , riunite in una sola scena, le varie attività che rallegrano i mesi dell'inverno in una città delle Fiandre, come dimostrano i costumi dei personaggi e le aquile imperiali sul pportone del grande palazzo in prospetto. Si tratta di una scena tra il 'genere' e l'allegoria dei mesi, come dimostra il fatto che il dipinto abbia un 'pendant' nei 'Lavori agresti d'estate', inv. n. 123 In primo piano a sinistra appare la tradizionale uccisione del maiale, di cui si raccoglie il sangue per fabbricare i sanguinacci; più in là la corsa in slitta per la gioventù galante; le battaglie a palle di neve per i monelli; la processione dei tre Re Magi, per offrire canti di Natale e raccogliere dolci nelle case più ricche. Sul canale ghiacciato i pattinatori più o meno esperti danno prova della loro abilità, ed offrono con la loro destrezza o goffaggine un divertito paradigma delle vicende della vita: c'è a chi tutto va liscio e chi cade, chi si fa male, chi si rialza e chi viene in aiuto. Ci sono passanti intabarrati e una matrona dall'aria scandalizzata; una quaresimale beghina velata di nero incrocia il Re e la Regina del Carnevale, che sopraggiungono accompagnati dal loro piccolo corteo di arlecchini musicanti. Sull'altra sponda del canale, un bue bardato di tutto punto è al centro di una processione giocosa, che lo accompagna al rullo dei tamburi, si spera non al mattatoio. Il cielo invernale riflette, nella tonalità chiara e fredda, il bagliore dei tetti e della terra innevata. Il dipinto reca la firma (difficilmente leggibile, M.Gregori nell'inventario del 1986, ovvero prima della pulitura, la interpretava come'Petrus Grosse') di Peeter Gijsels, confermata dal confronto stilistico dell'opera con i dipinti del pittore che si trovano elencati in Y. Thiéry, M. K. de Meerendre, Les Peintres Flamands de Paysage su XVII.e siècle. Le baroque anversois et l'école bruxelloise, s. l., 1987, p. 238). Il pittore si specializzò in paesaggi con scene rustiche e in nature morte, riprendendo i modi di Jan I Brueghel e di David Vinckeboons per i primi, di Frans Snijders e di Jan Fijt per le seconde. La letteratura che si è occupata del Gijsels (E. Greindl, Les Peintres Flamands de Nature Morte, Bruxelles 11956, pp. 87-88, 170-171; Thiéry, de Meerendre, op. cit., 1987, p. 1-11, 238) non ha espresso valutazioni esaltanti, considerandolo un imitatore stanco e senza fantasia dei suoi grandi modelli . Ed è ovvio che il continuare una tradizione pittorica di due generazioni precedenti implica il trasformare in 'genere' quelle che nel Brueghel e nei suoi contemporanei erano incantate immagini di scoperta dei colori e degli umori del paesaggio, dei suoi terragni abitanti e dei suoi frutti sorprendenti, e dunque lo smorzare, se non spegnere, nell'uno e negli altri il senso del grandioso e del vitale. Tuttavia il Gijsels pone un impegno particolare nel ritrovare al paesaggio un impianto prospettico più marcato e razionale, assai sensibilemanche in altri suoi dipinti di carattere insieme allegorico e naturalistico, come il Paesaggio con la danza intorno all'albero di maggio (firmato; Bruxelles, Gall. Finck (1976), n. 34; Thiéry, de Meerendre 1987, p. 8, ill.). Lo spazio urbano è qui organizzato secondo un reticolo evidente ed insistito (la strada principale, i canali ed i ponti, le facciate delle case in maestà o in prospettiva), che non lascia posto al fascino ed al mistero, ma nello stesso tempo consente un certo respiro alla composizione; il colorito è fresco e piacevole, e il nitore del tutto fa pensare alla ragionevolezza di fine Seicento, del tutto in linea con la probabile data tarda del nostro rame. Anche la figura ammantata di nero dell'Inverno in primo piano, infreddolito e raggrinzito come la vita nel suo ultimo episodio, pare allontanarsi come un personaggio un po' brontolone di una commedia buffa, col suo scaldino che non basta più a muovergli il sangue nelle vene. Sul dipinto si veda Huys Jansen P./ Squellati Brizio P., Repertory of the Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections. Tuscany in corso di stampa.
bibliografiaThiéry Y./ Meerendre M.K. de( 1987)pp. 1-11, 238; Greindl E.( 1956)pp. 87-88, 170-171; De Maere J./ Wabber M.( 1994)v. I p. 191
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoVia Zannetti, 8
provvedimenti tutelaDM (L. 1089/1939, art. 3), 1989/07/10, 1989/07/21
ente schedatoreS417
ente competenteS417
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Squellati P.; Funzionario responsabile: Sframeli M.Bietti M.; Trascrizione per informatizzazione: Romagnoli G. (2008)
anno creazione2007
latitudine43.774177
longitudine11.253221

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