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Opera d'arte Madonna del Belvedere di Nelli Ottaviano (1370 ca./ 1444), a Gubbio

L'opera d'arte Madonna del Belvedere di Nelli Ottaviano (1370 ca./ 1444), - codice 10 00075977 di Nelli Ottaviano (1370 ca./ 1444), si trova nel comune di Gubbio nella provincia di Perugia sita in chiesa, Chiesa di S. Maria Nuova, NR (recupero pregresso), Raccolta d'Arte Comunale, parete destra
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, elemento d'insieme
titoloMadonna del Belvedere
soggettoMadonna con Bambino, angeli e santi
tipo schedaOA_3.00
codice univoco10 00075977
localizzazioneItalia, Umbria, PG, GubbioNR (recupero pregresso)
contenitorechiesa, Chiesa di S. Maria Nuova, NR (recupero pregresso), Raccolta d'Arte Comunale, parete destra
datazionesec. XV primo quarto; 1400 - 1413 [iscrizione]
autoreNelli Ottaviano (1370 ca./ 1444),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
misurealt. 188, lungh. 250,
condizione giuridicaproprietà Stato, SBAAAS PG
dati analiticiil dipinto è sormontato da un baldacchino cinquecentesco di cui si veda scheda in riferimento orizzontale; al centro Madonna con Bambino nudo con velo bianco trasparente panneggiato; ai lati due angeli musicanti in piedi; due angeli in volo con drappo rosso; a destra figura maschile in piedi (S. Antonio Abate) con bastone e lunga barba bianca; a sinistra figura maschile in piedi ( S. Emiliano o Pietro )con libro chiuso e palma; ai lati due figure dei due committenti in ginocchio; in alto Gesù Cristo tra angeli; ai lati due colonne tortiliSoggetti sacri. Personaggi: Madonna; Gesù Bambino; Sant'Antonio abate; Gesù Cristo; Sant'Emiliano. Figure maschili. Figure femminili. Elementi architettonici: Colonne tortili. Abbigliamento.
notizie storico-criticheL'affresco, opera del pittore eugubino Ottaviano Nelli (1370 circa - 1444) è uno degli esempi più raffinati del gusto del gotico internazionale della nostra regione, forse l'opera più celebre del pittore eseguita, secondo la critica più recente, tra il 1408 e il 1413, nel momento cioè di massima adesione da parte di Ottaviano al gusto fiorito e fenomeno isolato in definitiva del suo percorso stilistico. "Oltre all'indubbio valore culturale, accresciuto senz'altro da quello estetico, e documentabile fin dall'inizio del Cinquecento, l'immagine fu oggetto di particolare attenzione critica a partire dal secolo scorso: nel 1857 venne addirittura cromoliotografata a cura dell' 'Arundel Society' di Londra. Questa alta considerazione storiografica ebbe via via diverse motivazioni. In un primo momento la "Madonna del Belvedere" fu ritenuta un dipinto esemplare di quell'ideale cristiano e di quel misticismo che certi critici andavano cercando nell'arte degli antichi maestri. Secondo questa prospettiva le idee religiose espresse dagli artisti comportavano il raggiungimento di valori formali come la soavità, la maestà, il devoto affetto dei personaggi: qualità che indubbiamente non mancano nel capolavoro del Nelli. Nel contempo la sacra immagine venne considerata una tappa importante nell'evoluzione dell'arte umbra ed un' anticipazione del vertice peruginesco e raffaellesco. A questo riguardo critici come il Rio e il Layard evidenziarono nel dipinto eugubino l'armonia dei colori, la grazia degli atteggiamenti e delle forme, la tenera e malinconica espressione dei personaggi. Poi la "Madonna del Belvedere" diventò per storici e conoscitori dell'arte quali Giovanni Battista Cavalcaselle, Adolfo Venturi, Umberto Gnoli, un'opera di grande importanza come paradigma dello stile gotico-internazionale nella nostra regione e degli influssi sull'arte umbro-marchigiana della miniatura d' oltralpe, specialmente francese...opinione... (che) si conserva sostazialmente immutata tuttora. Accanto a queste valutazioni - per così dire - di ordine generale, si è assistito, specie negli ultimi anni, alla messa a fuoco ed alla conseguente interpretazione di aspetti particolari del dipinto, primo fra tutti quello attinente alla presenza di piccoli personaggi, finti di marmo ed apparentemente nudi, che popolano le spire delle colonne tortili poste ai lati dell'immagine sacra. Diversi studiosi hanno visto in questi 'marginalia' la rappresentazione di scene erotiche, in evidente contrasto con il carattere religioso del soggetto principale. Alfonso Maria di Nola, per esempio, vi riconosce "undici posizioni anomale di unione sessuale" e pur dichiarando di ignorare il motivo preciso che portò il pittore a realizzare questi inserti, ricorda che, prima del rigore moralistico della Controriforma erano alquanto diffuse rappresentazioni sessuali nell'arte delle chiese ispirate generalmente ai "significati apotropaici, fecondanti e positivi che le culture contadine europee attribuivano alle esibizioni del sesso". Per la teologa Maria Caterina Jacobelli, le scene erotiche in margine alla 'Madonna del Belvedere' rappresenterebbero invece un corrispettivo figurativo del cosidetto 'risus paschalis', cioè quel particolare fenomeno che per molto tempo perdurò nei paesi di lingua tedesca, ma che in forma diversa è documentato anche altrove, secondo cui durante la Messa di Pasqua il sacerdote provocava il riso nei fedeli dicendo e facendo vere proprie sconcezze sull'altare. E' possibile che ciò fosse segno di una realtà sacra di origine molto remota consistente nel fondamento teologico del piacere e basata...(sulla) risoluzione (di una) crisi (attraverso) il riso dei fedeli:...dopo la morte di Gesù Cristo e la profonda crisi umano-cosmica da essa determinata,...la gioia della Resurrezione (anasyrma). Altri studiosi, tra cui S. Settis, sembrano suggerire soluzioni differenti pur non interessandosi direttamente del dipinto eugubino, al quale però le conclusioni delle loro ricerche possono essere estese...Il Settis considera questi particolari come una 'proiezione delle colonne coclidi romane e dei loro rilievi a spirale, quasi rappresentassero una percezione sommaria e d'insieme di quella forma narrativa (...) singolarissima, e così tipicamente romana'." Lo studioso locale Sannipoli (1996), da cui è stato estrapolata questa analisi, concorda con le osservazioni del Settis ritenedole più verosimili nel quadro storico-culturale in cui il Nelli si trovava ad operare ed i suoi committenti ad allogare l'opera, con uno sforzo a collocare su gotiche spire figure che arieggiano l' antico secondo una sensibilità pertinente alla cultura tardomedievale.
committenzaFamiglia Pinoli
bibliografiaSilvestrelli M.R.( 1987)vol. II, pag. 715; Settis S.( 1986)pp. 373-486; Jacobelli M.C.( 1991); Di Nola A.M.( 1994)n. 39, pp. 50-59; Sannipoli E.A.( 1996)n. 2, pp. 80-81
definizionedipinto
regioneUmbria
provinciaPerugia
comuneGubbio
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreS38
ente competenteS38
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Migliarini M.; Funzionario responsabile: Abbozzo F.; Trascrizione per informatizzazione: Migliarini M. (1999); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Delogu G. F. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1999
anno modifica2006
latitudine43.330211
longitudine12.546865

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