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Opera d'arte La padrona del giardino di Lega Silvestro (1826/ 1895), a Firenze

L'opera d'arte La padrona del giardino di Lega Silvestro (1826/ 1895), - codice 09 00342226 di Lega Silvestro (1826/ 1895), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, P.zza Pitti, 1, Galleria d'Arte Moderna, sala 19
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bene culturaledipinto
titoloLa padrona del giardino
soggettofigure in giardino con cane
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00342226
localizzazioneItalia, Toscana, FI, FirenzeP.zza Pitti, 1
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, P.zza Pitti, 1, Galleria d'Arte Moderna, sala 19
datazionesec. XIX ; 1887 (ca) - 1887 (ca) [analisi stilistica; documentazione]
autoreLega Silvestro (1826/ 1895),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurecm, alt. 26.8, largh. 36,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Firenze
dati analiticiNR (recupero pregresso)Figure: figura femminile; figura maschile. Animali: cane. Paesaggi: campagna con piante e alberi. Abbigliamento: contemporaneo.
notizie storico-criticheNegli anni tardi Lega soggiorna quasi stabilmente al Gabbro, tra Livorno, Castelnuovo della Misericordia e Castglioncello, dov'era la tenuta di Poggio Piano dei Bandini, legandosi a quella famiglia cui era stato presentato da Angiolo Torchi. La donna qui ritratta di spalle è infatti Clementina Bandini: sullo sfondo il paesaggio si sfalda nella vallata, oltre i profili esili degli alberi in primo piano, nella luce mobile del vicino mare. L'affinità stilistica con altri dipinti, quali " La Signora Clementina Bandini e le figlie a Poggio Piano", celebre ritratto sulle scale, o "La partita di croquet" colloca quest'opera sulla fine degli anni Ottanta, periodo in cui Lega affitta una camera presso Oste Castagni, trascorrendo poi le giornate alla villa, dove educa le figlie Bandini alla pittura, e dipinge nella campagna circostante opere qual "Pagliai al sole". Il carteggio tra Lega e Clementina e la figlia Giulia, testimonia di questa consuetudine, come pure dello stato d'animo inquieto del pittore, sempre più oppresso dalla malattia agli occhi, che in parte determina lo sfaldamento pittorico di questa tavola. Nel catalogo della vendita della collezione Jandolo nel 1913 è scritta la data 1887, forse non più visibile nel 1926, quando Tinti pubblica l'opera con la data 1885.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Lazio, RM, Roma
bibliografiaMatteucci G.( 1987)v. I, pp. 325, 329; v. II, pp. 230, n. 271
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoP.zza Pitti, 1
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Lombardi L.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Trascrizione per informatizzazione: Boschi B. (2001); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Gavioli V. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1997
anno modifica2006
latitudine43.779926
longitudine11.245030

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