dati analitici | Nella parte centrale del dipinto è rappresentata santa Rosa da Lima, stante, in vesti da domenicana, frontalmente, con il volto reclinato verso sinistra, per osservare Gesù Bambino, seminudo, che tiene tra le braccia, appoggiato ad un panno. Il Bambino porge una rosa alla santa. In alto due angeli in volo pongono sul capo della santa una coorna di rose. Intorno al capo della santa si sviluppa una luce dorata che si ingrigisce nel resto del dipinto. I due angioletti sono rappresentati in lieve tre quarti, con il viso reclinato verso la santa.Soggetti sacri. Personaggi: s. Rosa da Lima; Gesù Bambino. Figure: angeli. Abbigliamento religioso. Attributi: (S. Rosa da Lima) corona di Rose. |
notizie storico-critiche | Il dipinto è una ripresa settecentesca del quadro esistente in S. Domenico a Chieri, nell'ultima cappella della navata sinistra, dedicata a s. Rosa da Lima e raffigurante: "Santa Rosa da Lima, Bambino Gesù, angeli ed adoranti", eseguito dopo il 1668, anno di beatificazione della santa, come si legge sull'iscrizione presente sul dipinto (cfr. P. A. Guarienti, La Chiesa di S. Domenico di Chieri, Torino, 1961, p. 73). Rispetto all'originale, il dipinto in questione presenta alcune varianti, sia a livello compositivo, che stilistico. In primo luogo, mancano le figure in basso degli adoranti in abito orientale. E' stata cambiata la posa di Gesù Bambino, che tiene la rosa nella mano destra, anziché nella sinistra. Inoltre, i due angeli, a lato della santa, sono in posizione quasi frontale, mentre nell'originale erano raffigurati uscenti dalle nuvole e in volo. Identica, invece, la posizione della santa e la resa dell'abito, in entrambi i dipinti interrotto all'altezza delle ginocchia. In questo dipinto il volto della santa può essere accostato a quello di alcune Madonne eseguite dal Sassoferrato, per la semplicità e il purismo con cui è trattato; si veda, ad esempio, "La Madonna che appare a S. Francesco nella chiesa di S. Francesco da Paola a Roma. Gesù, invece, può ricordare, nel volto e nei capelli ricciuti, certe figure di puttini di Pier Francesco Guala, anche se, in questo caso, il ductus pittorico è meno vibrante. L'opera in esame, realizzata da un pittore di buone capacità, è da datarsi nella seconda metà del XVIII secolo. La tela è stata esposta alla mostra sulla pittura del Seicento a Chieri nel 1999; in occasione dell'evento è stata effettuata una nuova ricognizione archivistica che non ha portato ad alcuna novità. Ad un'analisi stilistica, tuttavia, l'opera, ritenuta una variante della pala di analogo soggetto nella chiesa di S. Domenico, è stata datata al 1668-1670, prima cioè della canonizzazione della santa, avvenuta nel 1671, sulla base della stessa datazione della pala di maggiori dimensioni. L'opera è stata riferita ad un pittore affine al savoiardo Lorenzo Dufour, pittore della corte torinese, che proprio nel 1665 sposò una chierese, Anna Maria Talpone, cfr. A. Cottino, scheda n. 16, in A. Cottino (a cura di), Aspetti della pittura del Seicento a Chieri. Scoperte e restauri, catalogo della mostra (Chieri, Palazzo Opesso-chiesa di S. Guglielmo, 11 settembre-24 ottobre 1999), Beinasco, 1999, pp. 133-134. |