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Opera d'arte ritratto di Giuseppe Domenico Randone a Chieri

L'opera d'arte ritratto di Giuseppe Domenico Randone - codice 01 00017814 si trova nel comune di Chieri nella provincia di Torino
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoritratto di Giuseppe Domenico Randone
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00017814
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, Chieri
datazionesec. XVIII fine; 1797 (post) - 1799 (ante) [analisi stilistica; fonte archivistica]
ambito culturaleambito piemontese(analisi stilistica)
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 100, largh. 83,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiIl personaggio è rappresentato stante, di tre quarti, con lo sguardo rivolto verso l'osservatore. Porta la parrucca con doppia fila di boccoli al di sopra delle orecchie e codino dietro la nuca trattenuto da un nastro di colore scuro. La fronte, solcata da rughe, è scoperta; il volto fortemente caratterizzato. Una mano non si vede e l'altra è infilata dentro il gilet sbottonato. Indossa una marsina aperta con larghe asole di colore amaranto, al di sotto della quale si intravede il gilet in raso bianco ricamato con piccoli fiori multicolori. La parte superiore dello stesso è aperta per mostra la camicia bianca e lo jabot in tulle. Sfondo neutro di colore scuro, sfumato. La tela è posta entro una cornice di luce e profilo rettangolari. Tipologia a gola. Battuta liscia; fascia interna ed esterna dorate, fascia centrale di colore scuro.Soggetti profani. Ritratti. Personaggi: Giuseppe Domenico Randone. Abbigliamento.
notizie storico-criticheIl dipinto fu, con buona probabilità, commissionato dall'Ospizio di Carità, dopo la morte del Randone, suo benefattore. Ancor oggi nell'istituto si conservano molte carte riguardanti la famiglia Randone. Da alcune di esse è possibile ricostruire l'albero genealogico della famiglia ed apprendere che Giuseppe Domenico era figlio di Annibale del fu Giuseppe, parimenti di Chieri (morto il 25 novembre 1761) e di Lodovica Calza di Saluzzo (cfr. Patto di Famiglia tra Bartolomeo Giovanni Fr. Annibale e Gian Giacomo Randone e la lor Madre, 29 dicembre 1718, in Archivio della Casa di Riposo Giovanni XXIII, n. 600-42; Testamento del Sig. Annibale Randone fu Giuseppe di Chieri, 2 ottobre 1761, ibidem, n. 954-33. Il benefattore dell'Ospizio nacque a Chieri nel 1725, come si apprende dall'iscrizione nella parte inferiore del dipinto. Alla morte del padre divenne erede universale, mentre all'unica sorella, Paola Maria, moglie del chirurgo Sacco di Chieri, spettarono L. 2.000, secondo le leggi Romane allora vigenti (cfr. doc. n. 954-33). Ereditati tanti beni, si diede alla professione di conciatore e venditore di pelli. Si ammogliò con Giovanna Maria Ropi del fu medico Giovanni di Carmagnola (come si apprende dal testamento del medesimo, doc. n. 954-33). Risulta, inoltre, che rivestiì molte cariche, tra cui quella di "Procuratore generale del Conte Vincenzo Ripa di Cantoyra", del quale amministrò il patrimonio (cfr.Procura dell'Ill. Sig. Marchese Carlo Vincenzo Ripa dei Sig. Marchesi di Ceva e Conte di Cantoyra, in capo del Sig. Domenico Randone, 27 giugno 1761, in Archivio della Casa di Riposo Giovanni XXIII,n. 703-134). Istitutì gli Esercizi Spirituali privati, come si apprende anche dall'iscrizione sul dipinto (cfr. Esercizi Spirituali Randone, in Archivio della Casa di Riposo Giovanni XXIII, n.452-454). In data 6 gennaio 1783 fu eletto direttore, insieme al Sig. Benedicti, del R. Ospizio di Carità di Chieri (cfr. Ordinati del Consiglio del R. Ospizio di Chieri 1761-1814, in Archivio della Casa di Riposo Giovanni XXIII, n° 401-6). In data 22 febbraio 1791, venne nominato tesoriere del detto Ospizio, carica rinnovata annualmente sino al 19 agosto 1793, data in cui cessò volontariamente il servizio e venne sostituito dal Sig. prete Giuseppe Lucio Baschetti (cfr. doc. 401-6). Alla sua morte, avvenuta il 4 luglio 1797, come attestato dall'iscrizione sul dipinto, l'eredità passò all'Ospizio di Carità di Chieri, istituito dal Randone suo erede universale (cfr. Inventario Eredità G. D. Randone, in Archivio della Casa di Riposo Giovanni XXIII, n. 195-38). Nel dipinto il Randone è rappresentato secondo le consuetudini del ritratto ufficiale degli ultimi decenni del Settecento. Può essere accostato a certi ritratti di nobili piemontesei eseguiti nello stesso periodo dal primo pittore di corte Laurent Pécheux (cfr. L. C. Bollea, Lorenzo Pécheux maestro di Pittura nella R. Accademia di Belle Arti di Torino, Torino, 1936-1942, tav. XXV n. 77). In questo caso, tuttavia, la resa dei particolari, soprattutto del volto, dai lineamenti piuttosto duri, lo fanno ritenere eseguito da un pittore di minore talento, forse un allievo dell'Accademia di Torino.
bibliografiaBollea L. C.( 1936-1942)
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneChieri
ente schedatoreR01
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Guala P.; Funzionario responsabile: di Macco M.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Facchin L. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Facchin L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1979
anno modifica2006

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