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Opera d'arte paesaggio marino di Manglard Adrien (1695/ 1760), a Firenze

L'opera d'arte paesaggio marino di Manglard Adrien (1695/ 1760), - codice 09 00230466 di Manglard Adrien (1695/ 1760), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto
soggettopaesaggio marino
tipo schedaOA_2.00
codice univoco09 00230466
localizzazioneFI, FirenzeVia Zannetti, 8
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli
datazionesecc. XVII/ XVIII ; 1680 (ca.) - 1710 (ca.) [analisi stilistica]
autoreManglard Adrien (1695/ 1760),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm, alt. 90, largh. 166,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiPaesaggi: insenatura marina; rocce; montagne. Architetture: torre di avvistamento. Mezzi di trasporto: barche a vela; galera. Figure maschili: pescatori; marinai; viaggiatori.
notizie storico-criticheIl n. 189 è stato attribuito dalla Gregori, come riporta la Civai, al pittore lionese specialista in marine Adriaen Manglard, formatosi a Marsiglia nella scuola del figurista Jean Gabriel Imbert (1666-1749). Di solito il Manglard viene indicato come allievo dello specialista di marine Adriaen Van der Cabel, che visse a Lione negli ultimi anni della sua vita e lì fondò un'importate scuola pittorica. La vocazione di marinista del Manglard, nato nel 1695, pare però più un'eredità spirituale, dato che il pittore olandese certo non poté essergli maestro, essendo morto nel 1705. Nel 1722 il giovane era a Roma e più verosimilmente si rivolse, oltre che all'oscuro Bernardino Fergione ricordato dalle fonti, al nordico Monsù Alto, che lavorò in quella città fino al 1720-1725. Il successo incontrastato che il giovane francese incontrò nel genere prescelto si dovette probabilmente alle solide basi marattesche nel dipingere le figure, ed alla sua capacità di realizzare un felice compromesso tra un genere assai in voga in quel tempo, come la marina, e lo stile accademico, passaporto irrinunciabile per il favore degli ambienti più colti. Nel 1734, già famoso, egli viene ammesso all'Académie Royale con due dipinti, di cui uno identificato da S. Maddalo (Adrien Manglard (1695-1760), Roma 1982, p. 40, ill.) con un Porto al chiaro di luna (Parigi, Louvre; in deposito al Musée de la Marine) e forse il romantico Naufragio in deposito al Musée de Guéret. A ruota nel 1735 entra a far parte dell'Accademia di San Luca con una Chiamata di San Pietro (Roma, Accademia di San Luca). Il successo presso la clientela più in vista è dunque assicurato: i Rospigliosi e i Pamphilj, lo stesso Re di Sardegna si assicurano le sue Marine; i Chigi nel 1748 gli commissionano per il loro palazzo la Sala delle Marine, a somiglianza delle sale di Gaspard Dughet e di Cavalier Tempesta (1637-1701) nel Palazzo Colonna. Nel solo 1757 egli vende 139 dipinti alla Corte di Parma. Nel colmo del successo, il pittore muore nel 1760. Il n. 189 presenta non pochi punti di contatto con le opere del Manglard, specialmente con quelle giovanili in cui le figure sono ancora attaccate a schemi seicenteschi e 'di genere', risentendo della lezione del maestro ideale Van der Cabel e in parte di quella di Monsù Alto; le figure, nelle opere più tarde, sono delineate con eleganza settecentesca. Assai vicine al dipinto in esame paiono infatti gli studi sulla luce ed i riflessi del Porto al chiaro di luna del Musée de la Marine già ricordato, con i vivaci effetti di controluce; e anche al Paesaggio marino al sorgere del sole, di Avignone, Musée Calvet, inv. n. 289 (S. Maddalo, Adrien Manglard (1695-1760), Roma 1982, p. 110, n. 28, ill), che come il n. 108 presenta un taglio ancora legato ai secentisti olandesi. D'altra parte la ricchezza dei riflessi e dei contrasti lascia anche pensare ad un influsso dei notturni del Cavalier Tempesta e di altri marinisti di successo sullo scorcio del Seicento, quali Jan Grevenbroeck detto il Solfarolo (attivo 1667-1695). Secondo A. Civai, A. Civai, Dipinti e sculture in casa Martelli. Storia di una collezione patrizia fiorentina dal Quattrocento all'Ottocento, Firenze 1990, pp. 78, 101 nota 60) il quadro si deve riconoscere in uno di vari dipinti attribuiti al Manglard acquistati a Roma dall'Abate Domenico Martelli tra il 1745 ed il 1753.
altra localizzazioneluogo di provenienza: RM, Roma; luogo di provenienza: RM, Roma; luogo di provenienza: FI, Firenze
bibliografiaMaddalo S.( 1982)pp. 40, 110 n. 28; Civai A.( 1990)pp. 78, 101 nota 60
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoVia Zannetti, 8
provvedimenti tutelaDM (L. 1089/1939, art. 3), 1989/07/10, 1989/07/21
ente schedatoreS417
ente competenteS417
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Squellati P.; Funzionario responsabile: Sframeli M.Bietti M.; Trascrizione per informatizzazione: Romagnoli G. (2008)
anno creazione2007
latitudine43.774177
longitudine11.253221

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