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Opera d'arte missione di San Pietro di Lint Hendrick Frans van detto Monsù Studio (1684/ 1763), a Firenze

L'opera d'arte missione di San Pietro di Lint Hendrick Frans van detto Monsù Studio (1684/ 1763), - codice 09 00230397 di Lint Hendrick Frans van detto Monsù Studio (1684/ 1763), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli, galleria, sala III
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bene culturaledipinto
soggettomissione di San Pietro
tipo schedaOA_2.00
codice univoco09 00230397
localizzazioneFI, FirenzeVia Zannetti, 8
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli, galleria, sala III
datazionesec. XVIII ; 1738 (ca.) - 1740 (ca.) [analisi stilistica]
autoreLint Hendrick Frans van detto Monsù Studio (1684/ 1763),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm, alt. 32.1, largh. 44.5,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiPersonaggi: Cristo; San Pietro. Figure maschili: apostoli. Animali: gregge. Paesaggi: montagne; lago; campagna; alberi; cielo.
notizie storico-criticheNel vasto catalogo di opere di o attribuite a Hendrik Frans van Lint, che ha firmato questo quadro, le scene di carattere religioso sono pochissime. Allievo in Anversa nel 1696-97 di Pieter van Bredael (Anversa 1629-1719), pittore di paesaggi di fantasia che era stato anche a Roma, il van Lint potè assimilare da lui la passione per le antichità classiche e il desiderio di visitare l'Italia. Il primo viaggio a Roma del van Lint, figlio del pittore rubensiano Peter van Lint ma incanalato in interessi ben differenti da lui, risale infatti al 1700 circa. Lo troviamo di nuovo in Anversa nel 1710, per assistere la madre morente; e l'anno successivo ancora a Roma, dove firma i due quadri conservati nella Galleria -Doria Pamphilj, la Veduta dell'Esquilino con il convento di San Pietro in Vincoli e l'Aventino visto dal Tevere. Essi dimostrano la profonda assimilazione dei modi di Gaspar van Wittel , con cui forse anche collaborò. Ne sono prova le vedute napoletane copiate da quelle del van Wittel, come la Grotta di Pozzuoli con la tomba di Virgilio (15 x 18 cm, Roma, coll. priv.), ma anche numerose altre vedute in cui l'esempio del maestro è indiscutibile. Rispetto al van Wittel, il nostro pittore si presenta più vario e fantasioso nella scelta dei soggetti e nelle prospettive; e se il primo raccoglie l'eredità di un paesaggismo 'realistico' ed apre al vedutismo nella sua accezione settecentesca, il secondo, che ne raccoglie in tono minore la lezione, si rivolge anche all'atmosfera arcadica di Claude Lorrain e dei suoi seguaci italiani e nordici, oltre al senso della natura poeticamente percepita. Il paesaggio che fa qui da sfondo alla sacra scena ha forme inusuali rispetto al morbido scenario laziale che per lo più ispira il van Lint. Nel mezzo, sullo sfondo, torreggia una montagna dalla formazione aspra e diruta, che trova un parallelo nel paesaggio del 1712 a Roma, Galleria Spada (A. Busiri Vici, Peter, Hendrik e Giacomo van Lint. Tre pittori di Anversa del '600 e '700 lavorano a Roma, Roma 1987, p. 243, no. 291, ill.) o nelle scogliere della Marina mediterranea già a Londra, Richard Green (ibid., p. 142, no. 160, ill.. Sulla destra si distende un borgo murato in pianura; il gruppo dei tre alberi al centro mostra tronchi scabri definiti con nordica pazienza. Il gruppo di Gesù con San Pietro e gli Apostoli appare fissato in gesti rigidi e classicheggianti. Dietro ad esso si stende la veduta di un porto dai frangiflutti ricurvi. La prospettiva ha un punto di vista un po' rialzato, e la distanza accentuata. In primo piano, la vegetazione minuta, resa con precisione, completa il carattere nordico della scena. Nel complesso, si comprende il giudizio del Lanzi, che loda la cura con cui sono realizzati i piccoli paesi,ma avverte una mancanza di 'sentimento che è dono di natura' e di 'morbidezza che piace nelle scuole d'Italia' (L. Lanzi, , Storia Pittorica della Italia dal risorgimento delle Belle Arti fin presso al fine del XVIII secolo (12 vol.) Milano 1831, V, p. 61). Gli alberi robusti e sbrecciati trovano un parallelo nella vegetazione rappresentata nei dipinti della tarda maturità del pittore, quali il Paesaggio classico con ninfe danzanti sotto un'erma di Bacco (New York, Richard Feigen & co.; A. Busiri Vici, op.cit., p. 231, no. 276, ill.; databile al 1738 secondo l'iscrizione che appare sul pendant, un Paesaggio classico con sacrificio a Bacco, ibid., p. 230, no. 275, ill.). Anche il rapporto tra figure e paesaggio, tra primo piano e sfondo si adegua a quello di questi due esempi, rendendo plausibile una datazione intorno al 1740. Essa si adatta alla data di ingresso in proprietà Martelli del dipinto, che insieme con il suo pendant inv.no. 98 venne acquistato a Roma dall'Abate Domenico Martelli nel 1744 o 1745 (A. Civai, Dipinti e sculture in Casa Martelli, Storia di una collezione patrizia fiorentina dal Quattrocento all'Ottocento, Firenze 1990, p. 77, 101 nota 58). Sul dipinto si veda Huys Jansen P./ Squellati Brizio P., Repertory of the Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections. Tuscany in corso di stampa.
altra localizzazioneluogo di provenienza: RM, Roma; luogo di provenienza: FI, Firenze
bibliografiaCivai A.( 1990)pp. 77 101 nota 58; Houbraken A.( 1718-1721)v. II p. 354, v. III pp. 48-49; Descamps M.J.B.( 1753-1764)v. IV p. 262; Lanzi L.( 1831)v. V p. 61; Allgemeines Lexicon( 1907-1950)v. 23 ad vocem; Noack F.( 1932)p. 45; Bautier P.( 1948)p. 48; Zwo
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoVia Zannetti, 8
provvedimenti tutelaDM (L. 1089/1939, art. 3), 1989/07/10, 1989/07/21
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Squellati P.; Funzionario responsabile: Bietti M.Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: Romagnoli G. (2008)
anno creazione2007
latitudine43.774177
longitudine11.253221

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