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Opera d'arte paesaggio con Tobia e San Raffaele Arcangelo a Firenze

L'opera d'arte paesaggio con Tobia e San Raffaele Arcangelo - codice 09 00230391 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli, galleria, sala II
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bene culturaledipinto
soggettopaesaggio con Tobia e San Raffaele Arcangelo
tipo schedaOA_2.00
codice univoco09 00230391
localizzazioneFI, FirenzeVia Zannetti, 8
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli, galleria, sala II
datazionesecc. XVII/ XVIII ; 1680 (ca.) - 1730 (ca.) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito bolognese(analisi stilistica)
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm, alt. 31.7, largh. 26.2,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiPaesaggi: fiume; foresta. Personaggi: Tobia; San raffaele Arcangelo. Attributi: (Tobia) pesce; moneta.
notizie storico-criticheL'episodio raffigurato è tratto dalla storia di Tobia e rappresenta il momento in cui il giovinetto, fermatosi in riva al fiume Tigri per lavarsi, scorge un grosso pesce che balza verso di lui per mordergli un piede: Tobia fugge terrorizzato, ma L'Angelo Raffaele lo esorta invece a catturarlo, perché dalle sue interiora potrà ricavare il medicamento per guarire la cecità del padre Tobi (Tobia 6, 2-3). Il pittore ambienta la scena in una radura pacifica di un bosco, attraversata da un corso d'acqua quieto su cui indugia una barca; sullo sfondo un gregge di pecore completa il clima di idillio pastorale che spesso circonda le scene della storia di Tobia. Per contrasto i movimenti delle figure sono vivaci e drammatici, lasciando intravvedere, nonostante il fare veloce ed abbozzato, una ricerca accademica per l'espressione. Tali caratteri rimandano alle tendenze espresse dalla pittura bolognese tra Sei e Settecento, dove la grande lezione del paesaggismo carraccesco e romano, costantemente rivisitata, viene variata dal brio di figure piccole ed abbozzate, che uniscono l'espressività del gesto, di matrice reniana, alla velocità esecutiva, che piùttosto che agli esempi napoletani alla Giordano si appoggia alla tradizione della 'macchia' emiliana cinquecentesca, Faccini e Mastelletta in primis. L'autore di questo dipinto va perciò cercato intorno a Nunzio Ferraioli per il paesaggio, forse con la collaborazione di Francesco Monti (Bologna 1685-Brescia 1678) per le figure; si veda Il Trionfo di Mardocheo, bozzetto per un dipinri di Genova, Palazzo Reale (A. Cera, La pittura bolognese del '700, Milano 1994, in s.p., n. 14). Francesco Monti nacque a Bologna nel 1689, ma poiché la sua famiglia si trasferì ben presto a Modena, ebbe lì la prima formazione pittorica, alla scuola del veneteggiante Sigismondo Caula. Tornato a Bologna, eglientrò nel 1703 alla scuola di Giovanni Gioseffo dal Sole, la versione più libera ed ariosa dell'accademismo bolognese. 'Pittore estroso e facile, talora anche affrettato' (Longhi in G. Zucchini, R. Longhi (a cura di), Mostra del settecento bolognese (cat. della mostra Bologna, Palazzo Comunale),s.l. 1935, p. 25, lo definisce il Longhi, che nota nei suoi interessi per una pittura ricca e contrastata alcune tangenze con il Crespi. L'ultima parte della sua attività lo vede attivo in imprese a Cremona, Bergamo, Venezia ed infine a Brescia; non deve comunque essere confuso con l'altro Francesco Monti, detto 'il Brescianiano delle Battaglie', di circa una generazione più vecchio. Il Monti bolognese venne a scomparire nel 1768. Nunzio Ferraioli incontrò probabilmente il Monti alla scuola di Giovanni Gioseffo dal Sole, dove si trasferì verso il 1680. Paesaggista affermato e ricercato, egli lavorò diffusamente alla serie delle Tombe Allegoriche per Lord McSwiny; i suoi risultatui in questa impresa dimostranouna rivisitazione in chiave patetica del paesaggio classico di ascendenza carraccesco-lorenese (si vedano la Tomba Allegorica del Duca di Argyll, in collaborazione con Francesco Monti e col Mirandolese, o la Tomba Allegorica del Duca di Marlborough, in collaborazione con Donato Creti e col Mirandolese; entrambi a Bologna, Pinacoteca Nazionale; B. Mazza, 'La vicenda dei "Tombeaux des Princes: matrici, storia e fortuna della serie Swiny tra Bologna e Venezia', Saggi e Memorie di Storia dell'Arte 10 (1972, pp. 79-102, part. pp.86, 88, 96-97)
bibliografiaCera A.( 1994)n. 14; Settecento bolognese( 1935)p. 25; Mazza B.( 1972)pp. 86, 88, 96-97; Lanzi L.( 1831)v. X p. 149; X Biennale( 1980)p. 329; Paesaggi Nature( 1986)pp. 44-45; Roli R.( 1962)pp. 86-98; Ruggeri U.( 1968)pp. 11-44; X biennale( 1979)
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoVia Zannetti, 8
provvedimenti tutelaDM (L. 1089/1939, art. 3), 1989/07/10, 1989/07/21
ente schedatoreS417
ente competenteS417
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Squellati P.; Funzionario responsabile: Bietti M.Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: Romagnoli G. (2008)
anno creazione2007
latitudine43.774177
longitudine11.253221

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