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Opera d'arte Paesaggio con animali e pastori di Poelenburgh Cornelis van (1594-1595/ 1667), a Firenze

L'opera d'arte Paesaggio con animali e pastori di Poelenburgh Cornelis van (1594-1595/ 1667), - codice 09 00230407 di Poelenburgh Cornelis van (1594-1595/ 1667), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli, galleria, sala III
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bene culturaledipinto
soggettoPaesaggio con animali e pastori
tipo schedaOA_2.00
codice univoco09 00230407
localizzazioneFI, FirenzeVia Zannetti, 8
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Martelli, Via Zannetti, 8, Museo di Casa Martelli, galleria, sala III
datazionesec. XVII ; 1620 (ca.) - 1625 (ca.) [analisi stilistica]
autorePoelenburgh Cornelis van (1594-1595/ 1667),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurecm, alt. 43, largh. 65.5,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiPaesaggi: rocce; colline. Architetture: rovine. Figure maschili: pastori. Animali: buoi; pecore.
notizie storico-criticheIn un vasto paesaggio privo vegetazione ad alto fusto, ai piedi di un bastione roccioso con qualche arbusto ed accanto ad una rotonda antica diroccata pascola un piccolo gregge, accudito da un pastore vestito all'antica e da una pastorella dal busto scoperto. In lontananza altre piccole figure di pastori conducono i loro armenti. Il dipinto fu acquistato l'8 giugno 1751 a Roma dall'Abate Domenico Martelli (Firenze 1672-Roma 1753) con l'attribuzione a Cornelio Satiro, ovvero Cornelis van Poelenburch, secondo i documenti ritrovati al A. Civai (Dipinti e Sculture in Casa Martelli. Storia di una collezione patrizia fiorentina dal Quattrocento all'Ottocento, Firenze 1990, p. 101 nota 67). L'attribuzione pare da accettare, sulla base di paragoni con dipinti dell'artista come le Rovine di Roma Antica e la Veduta del Campo Vaccino al Louvre di Parigi, datati al 1620, ovvero all'anno in cui l'artista cominciò a lavorare per la corte fiorentina. Figlio di un canonico cattolico della cattedrale di Utrecht, il Poelenburch entrò nel 1611 alla scuola del celebre pittore Abraham Bloemaert (Gorinchem1566- Utrecht 1651), maestro di numerosissimi artisti olandesi del secolo d'oro. Nel 1617, già artista indipendente ed affermato, si trasferì a Roma dove entrò precocemente nella cerchia degli artisti nordici espatriati, con il nomignolo di 'Satiro' e si avvicinò a tutti i maggiori interpreti della nascente pittura moderna di paesaggio, sia i nordici Adam Elsheimer, Paul Bril e Gottfried Wals, che i carracceschi italiani e Filippo Napoletano. In particolare il rapporto con quest'ultimio fu rilevante, e particolarmente visibile nei dipinti elaborati intorno al 16290, quando anche il Poelenburch lavorò per la corte medicea (si vedano le numerose sue opere conservate a Firenze, in Palazzo Pitti). L'artista rimase a Firenze fuìino al 1623, poi a Roma fino al 1625. Tornato ad Utrecht nel 1627, egli vi rimase per il resto della vita, tranne un soggiorno di un paio d'anni, alla fine degli anni '30, in Inghilterra alla corte di Carlo II. In patria il pittore ebbe grandi riconoscimenti, tra cui la commissione di un grande dipinto per il palazzo del Principe Federico Enrico ad Honselaarsdijk (abbattuto al principio del XIX secolo), dal soggetto pastorale; lavorò soprattutto per il barone van Wyttenhorst, che possedeva di lui ben cinquantacinque dipinti. Il Poelenburch si esprime di solito in dipinti di piccolo formato dalle superfici smaltate e preziose. Mentre nelle opere tarde il contenuto anticheggiante diviene soprattutto motivo di paesaggi mitologici, abitati da ninfe e dee, negli anni giovanili esso si fonda sulla meraviglia sincera per le grandi rovine dell'antichità ritratte e contemplate, in mezzo a cui egli fa vagare una popolazione di pastori ed occasionalmente di personaggi biblici, come nei dipinti eseguiti per Firenze. Il termine di appoggio pare certamente essere stato, in questo tempo, il Paul Bril degli anni 1610-16 con le ampie vedute costellate di rovine e di armenti, come per l'appunto i dipinti conservati agli Uffizi, inv. n. xxxxxx, e certamente Filippo Napoletano per ' fondi più fusi ed atmosferici. In particolare nel dipinto n. 110 il fondo ed anche alcune caratteristiche della parca vegetazione parrebbe più vicino a Filiip Napoletano; ma le figure più robuste e solide in primo piano fanno properndere decisamente per il pittore olandese, vicino al quale sono anche le figure degli animali, definite con un chiaroscuro nitido e nordico. Sul dipinto si veda Huys Jansen P./ Squellati Brizio P., Repertory of the Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections. Tuscany in corso di stampa.
altra localizzazioneluogo di provenienza: RM, Roma; luogo di provenienza: FI, Firenze
bibliografiaCivai A.( 1990)pp. 78, 101 nota 67; Schaar von E.( 1959-1960)pp. 31-44; Dipinti olandesi( 1989)pp. 404-460 nn. 64.197-226; Chiarini M.( 1972)pp. 18-34; Chiarini M.( 1972)pp. 203-212; Sluijter-Seiffert N.C.( 1984); Inspired Italy( 2002)pp. 19-20, 75-83
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoVia Zannetti, 8
provvedimenti tutelaDM (L. 1089/1939, art. 3), 1989/07/10, 1989/07/21
ente schedatoreS417
ente competenteS417
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Squellati P.; Funzionario responsabile: Sframeli M.Bietti M.; Trascrizione per informatizzazione: Romagnoli G. (2008)
anno creazione2007
latitudine43.774177
longitudine11.253221

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