dati analitici | La Madonna è raffigurata con le mani incrociate sul petto, la gamba destra piegata su un inginocchiatoio, la sinistra leggermente all'indietro. Indo ssa una veste con la parte posteriore delle maniche lavorata a stringhe pa rallele, così da lasciar intravedere una sottoveste più chiara. Un ampio m antello, trattenuto da un fibula sul petto, la avvolge completamente, con una resa estremamente fluida delle pieghe anche nella parte posteriore del la statua. Il lembo destro del manto è morbidamente adagiato sulla balaust rina dell'inginocchiatoio, nascondendone in parte la decorazione a rilievo , ovvero una corona di foglie con nastri dorati, con al centro un profilo maschile. Lateralmente l'inginocchiatoio presenta altri elementi decorativ i, floreali nella fascia verticale, a balaustrini in quella orizzontale. U n insolito copricapo, con un fermaglio a forma di stella ad otto punte, na sconde i capelli della Madonna, incisi a solchi come quelli dell'Angelo.Personaggi: Madonna Annunciata. Abbigliamento: veste; mantello; fibula; co pricapo. Oggetti: inginocchiatoio. Decorazioni: medaglione; elementi flore ali; elementi architettonici. |
notizie storico-critiche | Come nota la Bianco, in quest'opera di Aurelio Persio si fondono ascendent i culturali di natura diversa. In particolare, nell'impostazione iconograf ica dell'Annunciazione, con la Madonna inginocchiata a destra e l'Angelo a sinistra che le porta l'annuncio, lo scultore sembra ispirarsi ai modelli di Annunciazione derivati da Antonello Gagini (sul tipo di quella del Mun icipio di Erice) e già realizzati dal fratello Altobello nella cattedrale di Matera (cappella dell'Annunziata, dossale de Simone già di S. Michele, cappella di S. Maria di Costantinopoli, quest'ultima Annunciazione anch'es sa nel Museo Nazionale di Matera) e nella chiesa di Mater Domini (esemplat a su quella della cappella dell'Annunziata) [cfr. Bianco R., "La scultura lucana nel XVI secolo", in Abbate F. (a cura di), "Tardogotico e Rinascime nto in Basilicata", Matera, Edizioni La Bautta, 2002, pp. 366-367; Gelao C ., "Tra Lucania, Puglia e Sicilia: Aurelius de Basilicata e Altobello Pers io di Montescaglioso", in Storia dell'Arte, n. 89, 1997, pp. 37-66]. La Ma donna, tuttavia, si allontana, dal prototipo della florida donna popolare ritratta da Altobello nel dossale già di S. Michele e nella cappella di S. Maria di Costantinopoli (nonché nel Presepe della cattedrale di Matera), colta in profondo raccoglimento, con le mani giunte ed il manto che fa nic chia intorno al capo; e sembra arricchirsi di una nuova ed esplicita delic atezza espressiva anche rispetto alle Madonne della cappella dell'Annunzia ta e della chiesa di Mater Domini, alle quali invece rimanda per la presen za dell'inginocchiatoio, con analoghi motivi decorativi. In questa Madonna , dall'aspetto di una giovane raffinata, è possibile cogliere "citazioni t oscane", ma anche napoletane, con "echi della scultura spagnola tardoquatt rocentesca", soprattutto nell'insolito ed elegante copricapo, ornato da un prezioso fermaglio, che richiama le sibille del presepe napoletano degli Alamanno in S. Giovanni a Carbonara [al riguardo cfr. Bianco R., op. cit., 2002, pp. 366-367; scheda di Altavilla A., in Abita S., Altavilla A. (a c ura di), "Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna della Basilicata", Ca talogo Museo, Napoli, Paparo Edizioni, 2002, p. 48]. E non mancano nemmeno riferimenti alla scultura pugliese gravitante intorno a Stefano da Putign ano e Paolo da Cassano. Del resto alcune analogie stilistiche, soprattutto nei lineamenti del volto e nella resa dei capelli, sono riscontrabili anc he con la statua di S. Lucia nella chiesa madre di Miglionico (proveniente dalla chiesa del Crocifisso), attribuita dalla Grelle proprio alla botteg a di Stefano da Putignano (cfr. Grelle Iusco A., 2001, p. 259), ma in cui si può riconoscere un intervento diretto della bottega dei Persio (cfr. Bi anco R., op.cit., 2002, p. 362, fig. 102). Secondo l'Altavilla, siamo in u na fase dell'attività di Aurelio che prelude alle soluzioni formali di S. Eustachio e di S. Teopista della facciata della Cattedrale di Matera (cfr. Altavilla A., op. cit., 2002, p. 48). Infine, da segnalare sull'inginocch iatoio della Madonna quel singolare medaglione, con profilo maschile, dal gusto tipicamente rinascimentale che, indubbiamente, conferma l'apertura d i Aurelio per le decorazioni classiche. In un opuscolo informativo sulla c hiesa dei Santi Pietro e Paolo "al Sasso Caveoso", Di Pede F. vede in ques to profilo un autoritratto di Altobello Persio (al quale quindi attribuisc e l'opera), ed è a questo stesso profilo che si riferisce la Grelle quando parla di uno stemma del vescovo Giovanni Michele Saraceno sull'Annunciazi one di S. Pietro Caveoso (cfr. Grelle Iusco A., 2001, p. 271). In realtà, come rilevato dalla Bianco, potrebbe trattarsi di uno degli stemmi della f amiglia Persio, in cui è raffigurato Perseo vittorioso sulla Medusa, e che ritroviamo identico tra gli affreschi sulla volta del presepe nella catte drale di Matera (sull'identificazione dello stemma cfr. Bianco R., op. cit ., 2002, p. 367). Si tratterebbe, quindi, ad ulteriore conferma dell'attri buzione proposta, di una possibile "firma" sull'Annunciazione. |