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Opera d'arte Diogene alla ricerca dell'uomo onesto di Crosato Giovanni Battista (1697/ 1758), a Torino

L'opera d'arte Diogene alla ricerca dell'uomo onesto di Crosato Giovanni Battista (1697/ 1758), - codice 01 00350802 di Crosato Giovanni Battista (1697/ 1758), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoDiogene alla ricerca dell'uomo onesto
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00350802
localizzazioneITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86
contenitorepalazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
datazionesec. XVIII metà; 1750 (ca) - 1750 (ca) [bibliografia; fonte archivistica]
autoreCrosato Giovanni Battista (1697/ 1758),
materia tecnicacarta/ pittura a tempera
misurecm, alt. 81, largh. 85,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiCornice in legno intagliato.Personaggi: Diogene. Attributi: (DIOGENE) botte; lanterna. Divinità. Putti. Figure. Paesaggio.
notizie storico-criticheIl bozzetto proviene dal lascito Cibrario del 1870. Tradizionalmente attribuito all’ottocentista Luigi Vacca, fu assegnato al catalogo di Giovanni Battista Crosato da Vittorio Viale (1942) insieme ad altri due bozzetti su carta per sipario: il Sacrificio d’Ifigenia dei Musei Civici torinesi e il Tempio del Sole (inv. 449), a sua volta conservato alla Galleria Sabauda. Cronologicamente fu ascritto alla tarda attività del maestro veneziano e più precisamente legato su base documentaria dalla Viale Ferrero alla stagione operistica del Teatro Regio di Torino del 1750. Secondo i documenti rinvenuti dalla studiosa, al pittore – ritornato a Venezia dopo gli interventi eseguiti nella Palazzina di Caccia di Stupinigi (1733), presso la Villa della Regina e la cupola della Basilica della Consolata di Torino – veniva assegnato l’incarico nell’aprile del 1749 e saldati alcuni lavori realizzati insieme al quadraturista Mengozzi Colonna nel febbraio 1750. Verrebbe così a cadere l’ipotesi sostenuta da Bernardi (1964) che, ritenendo la data dei bozzetti torinesi incompatibile con le date dei documentati soggiorni dell’artista in Piemonte, suggeriva che fossero realizzati a Venezia e spediti a Torino. A parere della Viale Ferrero (1978) è addirittura possibile che l’artista fosse chiamato per la prima volta nel ducato sabaudo non nel 1733 per diretto interessamento di Filippo Juvarra ma già nel 1730, per volontà della Società dei Cavalieri e di Alessandro Mauro, ai quali spettava l’organizzazione delle attività del Teatro Regio di Torino. A seguito di una forzata sospensione della regolare attività scenica durante la guerra di successione austriaca, le stagioni operistiche ripresero con regolarità dal 1747-1748 con i fratelli Galliari e, nel corso dell’anno successivo, il giovane architetto conte Birago di Borgaro riuscì a coinvolgere nuovamente il Crosato per la realizzazione degli scenari del Siroe, di cui resta memoria nel Tempio del Sole della Galleria Sabauda, e della Didone. Si datano forse alla stessa epoca le decorazioni eseguite dall’artista nel Palazzo Birago di Borgaro che per l’appunto sono riprova del grande favore riscosso dal Crosato non solo a corte ma presso la nobiltà locale. Più complicato è invece risalire con certezza alla destinazione finale del Diogene, che la stessa Viale Ferrero associa al Teatro Carignano dove aveva luogo la rappresentazione di opere allegre e di commedie ma in stato fatiscente alla metà del secolo e chiuso per lavori di riallestimento a conclusione della stagione del 1751. Proprio perché in un primo tempo si era pensato di sostituirlo con l’erezione di un nuovo teatro in Piazza Castello affidato al conte Birago, pare possibile che questi avesse domandato anzi tempo all’artista un bozzetto per il nuovo sipario. La sicura risonanza suscitata dalle idee del veneziano in quel frangente è per conto implicitamente dimostrata dalla desunzione tratta da Bernardino Galliari dal bozzetto della Sabauda (Viale Ferrero, 1956). Infatti nella Caduta di Fetonte del 1753, effettivamente realizzata per il Teatro Carignano di Torino, le analogie riguardanti gli impianti diagonali e compositivi, gli scorci e persino le fisionomie delle figure sono indiscutibili, sebbene al confronto il tocco “macchiettato” del Crosato si distingua per gli effetti di maggior scioltezza e inedita leggerezza (Bossaglia, 1962). A parere della Griseri (1961) analoghi tratti stilistici dei bozzetti si riscontrano negli “esterni freschissimi” tratti dalle storie della Gerusalemme Liberata di Villa Torni a Mogliano Veneto.
altra localizzazioneluogo di provenienza: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di esposizione: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di deposito: ITALIA, Piemonte, TO, Moncalieri
altre attribuzioniVacca Luigi
committenzaSocietà dei Cavalieri, conte Birago di Borgaro (1749/ 1750)
bibliografiaPacchioni, Guglielmo( 1932)p. 26; Viale, Vittorio( 1942); Fiocco, Giuseppe( 1944)p. 72; Viale Ferrero, Mercedes( 1956)pp. 9, 34 n. 108; Gabrielli, Noemi( 1959)p. 31; Griseri, Andreina( 1961)p. 62; Bossaglia, Rossana( 1962)pp. 40, 41, 53; Viale Ferrero, Me
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzovia XX Settembre, 86
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Accornero, Chiara; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithMoratti, Valeria
anno creazione2012
latitudine45.073139
longitudine7.684548

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