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Opera d'arte a Vercelli

L'opera d'arte recipiente, frammento - codice 01 00023707 si trova nel comune di Vercelli, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Casa Alciati, via Verdi, 30, Museo Camillo Leone, Magazzino.
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bene culturalerecipiente, frammento
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00023707
localizzazioneItalia, Piemonte, VC, Vercellivia Verdi, 30
contenitorepalazzo, Casa Alciati, via Verdi, 30, Museo Camillo Leone, Magazzino.
datazionesecc. XV/ XVI ; 1400 - 1599 [analisi stilistica]
ambito culturalebottega padana(analisi stilistica)
materia tecnicaceramica/ invetriatura/ graffito/ ingobbio/ pittura
condizione giuridicaproprietà mista pubblica/privata, Fondazione Istituto di Belle Arti e Museo Leone
dati analiticiFrammenti pertinenti a scodelle apode a fondo concavo, a cavetto emisferico aprentesi in una tesa con orlo ingrossato. Gli impasti sono omogenei, di colore arancio vivo, con rari inclusi ferrosi e quarzosi e tracce di mica, ben visibile sulla parete esterna sempre priva di coperta. L'interno è coperto di ingobbio bianco e da una densa vetrina lucente di colore giallino. La decorazione è realizzata a punta e stecca; i cavetti recano un elaborato nodo a più volute che, in un caso, reca al centro una margherita. Nell'unico caso in cui si conserva la tesa, quest'ultima è decorata sempre mediante l'uso della stecca, con una serie ditriangoli delimitati da nastrianaloghi a quelli del cavetto. I colori sono sempre il giallo ferraccia e il verde ramina distribuiti in modo irregolare sul tracciato del disegno.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheStabile angolo N-E di piazza Cavour, cantina, N. 17: unità 71, fase VI; N. 18: unità 33, fase VI; N. 19: unità 13, fase VI; N. 20: unità 33, fase VI. I frammenti sono stati rinvenuti nel corso dello scavo condotta dall'Istituto di Archeologia dell'Università di Torino e diretto dalla Dott.ssa Negro Ponzi Mancini, sul sito della cantina dello stabile al n. 10 di Piazza Cavour di Vercelli. La giacitura, in uno strato di riempimento assai tardo, contenente materiali compresi fra la fine del XV e il XIX secolo, malgrado una netta preponderanza di reperti cinquecenteschi, non autorizza un'attribuzione cronologica precisa. Estremamente ampio il discorso relativo alla ceramica graffita a ramina e ferraccia, essendo note le produzioni emiliano-romagnole (V. FERRARI, La graffita ferrarese, Ferrara 1960) e veneta (G. B. SIVIERO, catalogo dellamostra della ceramica graffita veneta, del XIV - XV - XVI secolo, Rovigo 1965). Per quanto riguarda il Piemonte, la data dell'introduzione della tecnica è tuttora assai problematica e dubitiamo che, allo stato attuale degli studi, si possa risalire altre il XV secolo. I frammenti vercellesi trovano il confronto più immediato nei materiali della torre Civica di Pavia (S. NEPOTI, Le ceramiche post-medievali rinvenute negli scavi della Torre Civica di Pavia, in "Archeologia medievale", Firenze 1978, pp. pp. 171-218), la cui datazione su basi stratigrafiche è compresa fra la fine del XV e il XVII secolo. Dal canto nostro, crediamo di non poter individuare nei reperti di Vercelli la vera e propria "graffita a stecca" di tipo padano così definita dal Mannoni (T. MANNONI, La ceramica medievale a Genova e nella Liguria, Genova-Bordighera 1975, pp. 96-98) e da questi attribuita al Cinquecento per associazione con la maiolica ligure. La nostra graffita a stecca sembra avvicinarsi maggiormente al gusto delle graffite "a fondo ribassato", così frequenti, ad esempio, nel Veneto e in Lombardia (A. MOSCHETTI, Della ceramica graffita padovana, in "Padova ", IV, 1931, p. 135; C. BARONI, Ceramiche italiane minori del Castello Sforzesco, Milano 1934). D'altro canto, pur nell'assoluta omogeneità di forme con la graffita a punta, è forse possibile ipotizzare una differenziazione cronologica di qualche decennio più tardi rispetto a queste ultime, considerando le decorazioni, indubbiamente più elaborate: soi veda, ad esempio, la nuova complessità del "nodo di Salomone" sopra descritto (Torino, Istituto di Archeologia, L. VASCHETTI, Problemi di stratigrafia urbana: un saggio nel centro storico di Vercelli, pp. 211-218).
altra localizzazioneluogo di provenienza: Piemonte, VC, Vercelli
bibliografiaMoschetti A.( 1931)p. 135; Baroni C.( 1934); Ferrari V.( 1960); Siviero G. B.( 1965); Mannoni T.( 1975)pp. 96-98; Nepoti S.( 1978)pp. 171-218
definizionerecipiente
regionePiemonte
provinciaVercelli
comuneVercelli
indirizzovia Verdi, 30
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Vaschetti L.; Funzionario responsabile: Astrua P.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Bovenzi G. L. (2007); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Bovenzi G. L. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1980
anno modifica2007
latitudine45.326892
longitudine8.422343

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