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Opera d'arte a Vercelli

L'opera d'arte recipiente, frammento - codice 01 00023702 si trova nel comune di Vercelli, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Casa Alciati, via Verdi, 30, Museo Camillo Leone, Magazzino.
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bene culturalerecipiente, frammento
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00023702
localizzazioneItalia, Piemonte, VC, Vercellivia Verdi, 30
contenitorepalazzo, Casa Alciati, via Verdi, 30, Museo Camillo Leone, Magazzino.
datazionesecc. XV/ XVI ; 1400 - 1599 [analisi stilistica]
ambito culturalebottega padana(analisi stilistica)
materia tecnicaceramica/ invetriatura/ graffito/ ingobbio
condizione giuridicaproprietà mista pubblica/privata, Fondazione Istituto di Belle Arti e Museo Leone
dati analiticiFrammenti pertinenti a forme aperte, gli impasti sono omogenei, di colore variabile dall'arancio all'arancio vivo, con rari inclusi quarzosi e micacei e tracce di ferro. L'ingobbio è bianco, vetrina incolore o leggermente gialla, per lo più sottile, ma lucente e ben conservata. N. 23: tazza apoda a fondo concavo, piuttosto espansa, vetrina giallo pallido, sottile e caduta; decorazione riproducente con ogni probabilità l'Agnello Pasquale. N. 24; frammento di fondo piano pertinente a forma aperta di grandi dimensioni, con ogni probabilità un bacino. Vetrina densa, ma assai opaca e cavillata. LA decorazione, frammentaria, reca incisa la parte inferiore di un uccello. N. 25: piccolo frammento di forma aperta, forse una scodella, apoda a fondo concavo. E'visibile la parte superiore di un uccello graffito, di cui rimangno la testa ed il collo. N. 26: tazza o scodella apoda a fondo leggermente concavo, assai bassaed espansa, decorata con un iccello graffito di cui si è perduto il capo. N. 27: frammento analogo al precedente, con uccello graffito, di cui si conserva solo la metà inferiore. N. 28: frammento di tazza o scodella bassa ed espansa, dotata di piede a disco leggermente concavo e decorata mediante linee indecifrabili. CONTINUA IN CAMPO OSS.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheStabile angolo N-E di piazza Cavour, cantina, n. 23: unità 6, fase VI; n. 24: unità 33, fase VI; n. 25: unità 33, fase VI; n. 26: unità 33, fase VI; n. 27: unità 33, fase VI; n. 28: unità 15, fase VI. I frammenti sono stati rinvenuti nel corso dello scavo condotta dall'Istituto di Archeologia dell'Università di Torino e diretto dalla Dott.ssa Negro Ponzi Mancini, sul sito della cantina dello stabile al n. 10 di Piazza Cavour di Vercelli. La giacitura, in uno strato di riempimento assai tardo, contenente materiali compresi fra la fine del XV e il XIX secolo, malgrado una netta preponderanza di reperti cinquecenteschi, non autorizza un'attribuzione cronologica precisa. Estremamente ampio il discorso relativo alla ceramica graffita a ramina e ferraccia, essendo ben note le produzioni emiliano-romagnola e veneta. Per quanto riguarda il Piemonte, la data dell'introduzione della tecnica è tuttora assai problematica e dubitiamo che, allo stato attuale degli studi, si possa risalire oltre il XV secolo. I frammenti vercellesi trovano il loro confronto più immediato nei materiali della torre Civica di Pavia (S. NEPOTI, Le ceramiche post-medievali rinvenute negli scavi della Torre Civica di Pavia, in "Archeologia medievale", Firenze 1978, pp. 90-92), la cui datazione su basi stratigrafiche è compresa tra la fine del XV e il XVII secolo. I nostri reperti trovano inoltre confronti in frammenti della discarica di ceramiche tardo e post-medievali rinvenuta a Trino Vercellese (G. DONATO, L. VASCHETTA, Le ceramiche, in Inventario trinese. Fonti e documenti figurativi, catalogo della mostra, Trino 1980, pp. 81-85). Interessanti le decorazioni animalistiche di questi frammenti, inserite in un gruppo ceramico ove predominano nettamente le decorazioni geometrico-vegetali. Cui si chiede se il loro significato fosse puramente decorativo (non sembrerebbe essere così per l'agnello di chiara simbologia religiosa) e se tali decorazioni più elaborate corrispondano ad una decorazione cronologica (malgrado la similitudine di forme e di impasti con oggetti a ornati più sommari) o ancora se si tratta di oggetti contemporanei, ma di diverso livello qualitativo, realizzati dal medesimo vasaio. Questa seconsa ipotesi sembra più probabile, se si ricorda un esempio citato da Mazzuccato (O. MAZZUCCATO, Improvvisazione di un boccolaro, in "Bollettino dei Musei Ferraresi", II, 1972, pp. 229-233) di un oggetto molto simile ai nostri, decorato internamente con un fiore sommario, ma ove all'esterno, sull'argilla nuda, il vasaio si è divertito a schizzare con mano sicura un cavallino. Per la bibliografia si veda anche Torino, Istituto di Archeologia, L. VASCHETTI, Problemi di stratigrafia urbana: un saggio nel centro storico di Vercelli, pp. 191-205.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Piemonte, VC, Vercelli
bibliografiaMazzuccato O.( 1972)pp. 229-233; Nepoti S.( 1978)pp. 185-186; Donato G./ Vaschetti L.( 1980)pp. 81-85
definizionerecipiente
regionePiemonte
provinciaVercelli
comuneVercelli
indirizzovia Verdi, 30
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Vaschetti L.; Funzionario responsabile: Astrua P.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Bovenzi G. L. (2007); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Bovenzi G. L. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1980
anno modifica2007
latitudine45.326892
longitudine8.422343

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