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Opera d'arte veduta di Moncenisio venendo da Lansborgo verso la Gran Croce di Cignaroli Angelo (1767/ 1841), a Agliè

L'opera d'arte veduta di Moncenisio venendo da Lansborgo verso la Gran Croce di Cignaroli Angelo (1767/ 1841), - codice 01 00204101 di Cignaroli Angelo (1767/ 1841), si trova nel comune di Agliè nella provincia di Torino sita in castello, museo, Castello Ducale, NR (recupero pregresso), Secondo piano nobile: locale deposito
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bene culturaledipinto, opera isolata
titoloveduta di Moncenisio venendo da Lansborgo verso la Gran Croce
soggettoveduta di Moncenisio
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00204101
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, AglièNR (recupero pregresso)
contenitorecastello, museo, Castello Ducale, NR (recupero pregresso), Secondo piano nobile: locale deposito
datazionesec. XIX secondo quarto; 1825 (ca.) - 1827 [analisi stilistica; documentazione bibliografia]
autoreCignaroli Angelo (1767/ 1841),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 47, largh. 68,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiDipinto entro cornice lignea intagliata e dorata. Rappresenta una veduta di Moncenisio dal lato francese, con gruppi di viandanti con animali lungo il sentiero, la grande croce lignea al centro ed una chiesa con cascina in lontananza.Vedute: Moncenisio. Figure: uomini; donne; bambini. Abbigliamento. Architetture: chiesa; cascina. Animali: cavalli; buoi; pecore. Vegetali. Paesaggi.
notizie storico-criticheIl dipinto fa parte di una serie di vedute di luoghi e città degli Stati del Re di Sardegna parzialmente pubblicata da Alberto Cottino in occasione della mostra "Vittorio Amedeo Cignaroli. Un paesaggista alla corte dei Savoia e la sua epoca" tenutasi presso la Fondazione Accorsi di Torino nel 2001. Cottino riferisce che il ciclo si compone di 38 vedute ma abbiamo riscontrato che in castello ne rimangono dieci e nel Palazzo Chiablese di Torino trentuno, per un totale quindi di 41 tele. Negli inventari storici il numero complessivo delle opere attribuite ad un generico "Cignaroli" oscilla tra le 22 registrate nel 1826 e le 44 del 1855. Dalla consultazione delle carte in Archivio di Stato è emerso un documento molto importante: si tratta di un pagamento ad "Angelo Antonio Cignaroli in corrispettivo di numero quarantaquattro quadri formanti una collezione di vedute dei Reali Castelli, Ville, e Paesaggi, destinati per ornamento del Reale Castello d'Agliè.. £. 6.600" (cfr. ASTO/ Casa di S.M. Conto del Patrimonio Particolare di S.M. Esercizio 1827, reg. n. 4368 mandato n. 40). Le tele comprate per Agliè erano dunque in origine 44 e la loro esecuzione risale probabilmente a pochi anni prima del pagamento. Si può ipotizzare che un primo gruppo di vedute sia stato consegnato poco prima del 1826, quando risulta ritirato dal Guardamobili e non ancora allestito, ed un successivo a ridosso dell'emissione del pagamento. Tre vedute sono andate disperse nei vari spostamenti subiti dalle tele, undici delle quali (compresa una raffigurante "Veduta del Moncenisoi") furono trasportate da Torino ad Agliè nel 1888 (cfr. registro in ASTO/ Duca di Genova, Tenimento d'Agliè, m. 64). In passato attribuite a Vittorio Amedeo, le vedute sono opera quindi del figlio di questi, Angelo Cignaroli, nato a Torino il 13 ottobre 1767 e morto ivi il 24 maggio 1841. Probabilmente il regio pittore <> dipinse nel corso della sua lunga carriera molte altre vedute simili, alcune in collezioni private, ispirandosi ad alcuni paesaggi delineati dal padre e tradotti in incisioni (ricordo la serie delle "Delizie Reale e di situazioni bellissime" databili al 1797 circa pubblicata da Ada Peyrot nel 1965, conservata in Biblioteca Reale e in Galleria Sabauda). Si conservano alcuni disegni e mi riferisco in particolare ad un album miscellaneo in Biblioteca Reale contenente l'acquerello firmato e datato "Angelo Cignaroli f. 1794" rappresentante la Gola di Saorgio. Secondo Cottino la vera vocazione di Angelo Cignaroli sarebbe proprio "quella di vedutista, in genere di città sabaude viste in paesaggi panoramici, caratterizzate da una particolare grafia pittorica minuta e insistita, ma anche da intonazioni cromatiche delicate e lievi. Questo particolare approccio denota una visione più razionale se non realistica del paesaggio rispetto all'Arcadia di Vittorio Amedeo. in stretto interscambio con la nuova visione del mondo" di fine Settecento (cfr. A. Cottino, a cura di, "Vittorio Amedeo Cignaroli. Un paesaggista alla corte dei Savoia e la sua epoca", catalogo della mostra, Torino 2001, pp. 33-34). Nelle opere con scorci montani lo studioso coglie il modello di Pietro Palmieri e Giuseppe Pietro Bagetti, in particolare nei dipinti con vedute del Monte Bianco "strettamente collegati alle incisioni di Toepffer dai noti disegni di Horace-Benedict de Saussure" pubblicati a partire dal 1779 nei volumi intitolati "Voyages dans les Alpes. con straordinarie tavole incise delle montagne e dei ghiacciai" (cfr. ibidem, pp. 33; 146 scheda 76-77). Da fine secolo infatti si conobbe un proliferare di acquerelli e stampe raffiguranti le Alpi, talvolta opera di artisti dilettanti, spesso confluiti in pubblicazioni illustranti viaggi paesaggistici in Piemonte, Valle d'Aosta, Savoia e Delfinato. Il Moncenisio è ritratto, visto dall'altro versante, anche in un altro dipinto della serie, intitolato "Veduta della Grande Cascata del Moncenisio venendo dalla Novalesa" (cfr. numero di scheda 01/00035997).In bibliografia sono indicati il catalogo della mostra "Cultura figurativa e architettonica negli stati del Re di Sardegna 1773-1861", in cui Marco Rosci dedicò una scheda alla serie di "Vedute di città, castelli e ville negli Stati del Re di Sardegna" (a cura di E. Castelnuovo-M. Rosci, Torino, 1980, v. III pp. 1243-1245 cat. n. 1380), ed il saggio di Edith Gabrielli, che indica la data 1827 per l'acquisto di alcune tele da parte di Carlo Felice ed elenca le dieci rimaste in castello (cfr. "Le decorazioni e gli arredi" in D. Biancolini - E. Gabrielli, a cura di, "Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni", Torino 2001, pp. 80-81, n. 482 p. 102).
altre attribuzioniCignaroli Vittorio Amedeo (Torino 1797/ 1841)
bibliografiaCastelnuovo E./ Rosci M.( 1980)v. III, pp. 1243-1245 cat. n. 1380; Cottino A.( 2001)pp. 33-34; cat. nn. 76-87; Biancolini D./ Gabrielli E.( 2001)pp. 80-81; n. 482 p. 102
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneAgliè
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Traversi P.; Funzionario responsabile: Ragusa E.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Rocco A. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2002
anno modifica2006
latitudine45.366166
longitudine7.775800

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