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Opera d'arte Stuoia o Tela di Penelope di Pascali Pino (Bari 1935-Roma 1968), a Roma

L'opera d'arte Stuoia o Tela di Penelope di Pascali Pino (Bari 1935-Roma 1968), - codice 12 00491830 di Pascali Pino (Bari 1935-Roma 1968), si trova nel comune di Roma, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131
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bene culturaleoggetto ricreato, opera isolata
titoloStuoia o Tela di Penelope
soggettostuoia di lana di acciaio
tipo schedaOA_2.00
codice univoco12 00491830
localizzazioneRM, Romaviale Belle Arti 131
contenitorepalazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131
datazioneXX ; 1968 (ca.) - 1968 (ca.) [bibliografia]
autorePascali Pino (Bari 1935-Roma 1968),
materia tecnicalana di acciaio a nastro intrecciato
misurealt. 230, largh. 120,
condizione giuridicaproprietà Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
dati analiticistuoia di lana d'acciaio a nastro intrecciato
notizie storico-criticheL'opera viene esposta alla Biennale di Venezia con il titolo "Stuoia"; in una lettera con schizzi relativi alle opere da mandare alla Biennale, indirizzata al gallerista Jolas compare invece il nome "Tela di Penelope" (cfr. Marini Clarelli Velani 2005 p. 106-108). Successivamente è stata inventariata alla G.N.A.M. con il doppio titolo, e in questo modo viene citata nella bibliografia relativa all'artista. L'opera fa parte della serie "Ricostruzioni della natura", a cui Pascali lavora dall'inizio del 1968. Portando a completo sviluppo la problematica del rapporto natura- realtà industriale, già emersa negli "Elementi naturali" del 1967, Pascali si serve ora di materiali artificiali e seriali per dare forma, non senza accenti ludici e ironici, ad un immaginario tratto dal mondo agricolo e campestre, carico di rimandi ad una memoria mitica e arcaica. Così, nella "Tela di Penelope", l'uso di un materiale industriale come la lana d'accaio si accompagna al recupero di una tecnica artigianale (l'intreccio di fibre vegetali), tipica della società contadina meridionale.Parlando di quest'opera con Claudio Cintoli, Pascali diceva: "vedi, fra un anno sarà scomparso, polverizzato dall'ossidazione della lana" (cfr. cat.Bari 1983, p.206 n.112). E' evidente quindi la consapevolezza del carattere effimero della "stuoia", in un'allontanamento dall'oggetto che rivela punti di contatto con le poetiche corpontamentali.
bibliografiaXXXIV Biennale di Venezia( 1968)p. 35 n.4; Bucarelli P.p.23 n.54,; Pinto S.( 1969); Bucarelli P.( 1973)p.25n.15,; Rubiu V.( 1976); D'Elia A.( 1983)p.206 n.112; Pino Pascali, il mare ecc.( 2005); Frezzotti S., Italiano C., Rorro A.( 2009)p. 526; D'Elia A.(
definizioneoggetto ricreato
regioneLazio
provinciaRoma
comuneRoma
indirizzoviale Belle Arti 131
ente schedatoreS51
ente competenteS51
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Spinazzè S.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Brogna G.; Funzionario responsabile: Piantoni G.
anno creazione1997; 2011
latitudine41.916344
longitudine12.482229

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