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Opera d'arte Presentazione della Vergine al tempio di Dell'Abate Ercole (1563 ca./ 1613), a Modena

L'opera d'arte Presentazione della Vergine al tempio di Dell'Abate Ercole (1563 ca./ 1613), - codice 08 00437481 di Dell'Abate Ercole (1563 ca./ 1613), si trova nel comune di Modena, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, comunale, dei Musei, P.zza S. Agostino, Galleria Estense, sala II
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bene culturaledipinto, opera isolata
titoloPresentazione della Vergine al tempio
soggettopresentazione di Maria Vergine al tempio
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00437481
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, MO, ModenaP.zza S. Agostino
contenitorepalazzo, comunale, dei Musei, P.zza S. Agostino, Galleria Estense, sala II
datazionesec. XVII ; 1602 - 1608 [fonte archivistica; analisi stilistica documentazione]
autoreDell'Abate Ercole (1563 ca./ 1613),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 90, largh. 183,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i beni e le attività culturali - SBSAE Mo-Re
dati analiticiAll'interno di un'architettura rinascimentale, forse la navata di una chiesa, avviene la presentazione di Maria al tempio; la scena è relegata in secondo piano, sotto la crociera dell'edificio. In primo piano sono raffigurate figure secondarie al racconto: da sinistra, una donna in piedi di spalle con in braccio un bambino e tre figure sedute: una che si volge verso il riguardante, una ritratta di profilo ed un'ultima di cui si vede solo parte del volto.Soggetti sacri.
notizie storico-criticheA partire dal 1602 il duca Cesare d'Este promosse lavori di ampliamento del castello di Modena, divenuto sede ducale dopo il trasferimento da Ferrara; si lavorò alla sopraelevazione di una parte dell'edificio dove venne allestito l'appartamento privato del duca, composto da tre camerini e una cappellina. In quest'ultima trovarono posto nove tele di Bartolomeo Schedoni, una dello Scarsellino e questa di Ercole dell'Abate, in origine attribuita al figlio Pier Paolo. Il nome di Ercole fu fatto per la prima volta da Boccolari (1816), proposta accettata da Castellani Tarabini (1854) e da Pallucchini (1945). Va a Gabriella Guandalini il merito di essere giunta alla conclusione della complessa vicenda attributiva, dimostrando in maniera definitiva e convincente le intuizioni di Boccolari. Stilisticamente la tela presenta affinità col periodo in cui il dell'Abate lavorò nella volta della sala del Vecchio Consiglio in palazzo comunale a Modena, assieme allo Schedoni. Si nota anche il rimando a modelli di naturalismo bolognese di fine Cinquecento (Cesi e Passerotti), specie nelle due figure di spalle in primo piano, su cui si concentra maggiormente la mano del pittore, mentre i personaggi in secondo piano sono dipinti con maggior velocità.
bibliografiaPallucchini R.( 1945)p. 67, n. 97; Galleria Estense( 1990)pp. 35-37, p. 40; Baracchi O.( 1994)pp. 227-228; Mancini G.( 1998)pp. 234-236; Castellani Tarabini F.( 1854)pp. 92 e 96, n. 332
definizionedipinto
regioneEmilia Romagna
provinciaModena
comuneModena
indirizzoP.zza S. Agostino
ente schedatoreS28
ente competenteS28
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Semeghini A.; Funzionario responsabile: Giordani N.
anno creazione2008
latitudine44.664184
longitudine10.924535

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