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Opera d'arte Piove (Le oche) di Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato (Alessandria) 1859 - La Loggia 1933), a Roma

L'opera d'arte Piove (Le oche) di Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato (Alessandria) 1859 - La Loggia 1933), - codice 12 00488706 di Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato (Alessandria) 1859 - La Loggia 1933), si trova nel comune di Roma, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131
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bene culturalescultura, opera isolata
titoloPiove (Le oche)
tipo schedaOA_2.00
codice univoco12 00488706
localizzazioneRM, Romaviale Belle Arti 131
contenitorepalazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131
datazioneXIX ; 1887 (ca.) - 1887 (ca.) [bibliografia]
autoreLeonardo Bistolfi (Casale Monferrato (Alessandria) 1859 - La Loggia 1933),
materia tecnicabronzo
misurealt. 38, largh. 39, prof. 23,
condizione giuridicaproprietà Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
notizie storico-criticheTerminati gli studi all'Accademia di Brera, Leonardo Bistolfi si inserisce nell'ambiente della Scapigliatura lombarda, interessandosi particolarmente alla scultura di Giuseppe Grandi e alla pittura di Tranquillo Cremona. Negli anni ottanta dell'Ottocento la sua produzione è caratterizzata da una dichiarata adesione a tematiche veriste con opere a soggetto campestre e popolare, come Le Lavandaie, scultura ispirata al romanzo di Zola L'Assommoir e realizzata con tale evidenza realistica da essere rifiutata alla Promotrice di Torino del 1882 per offesa alla decenza.Dal 1895 lo scultore si dedica ad un vero e proprio rinnovamento stilistico con la realizzazione di opere in cui confluiscono elementi di stile Preraffaellita, Simbolista e Liberty, fino a divenire negli anni successivi vero e proprio capofila della stagione simbolista in Italia.Piove (Le oche), nota anche con il titolo Brutto tempo, appartenente alla fase verista dello scultore, venne acquistata dallo Stato per la nuova Galleria Nazionale d'Arte Moderna all'Esposizione di Venezia del 1887, primo riconoscimento pubblico per l'artista. La scultura nacque come una sfida ai limiti dell'arte plastica tradizionale, raffigurando una contadinella che ha portato da mangiare alle oche e si affretta a ripararsi dall'incombente acquazzone. La rappresentazione è resa nei dettagli, dal terreno fangoso, cosparso degli escrementi degli animali, al cespuglio spinoso dove la gonna della giovane contadina si è aggrovigliata.L'opera fu stigmatizzata da alcuni critici dell'epoca come "scultura pittorica" ma Bistolfi ne rivendicava la capacità di esprimere emozioni e sentimenti, offrendo "un'interpretazione ingenua ed onesta tendente a riprodurre le commozioni soggettive che (la visione della natura) procura" (Bistolfi 1890, cit. in Bistolfi 1984, pag. 60).
bibliografiaEsposizione Nazionale Artistica( 1987)p.53; Doctor Alfa( 1890)pp.417 - 418; Esposizione Italiana( 1888)p.498; A. Stella( 1893)p.616; H. Zimmern( 1896)p.337; C. Corradino( 1903)VII, p.440; L. Callari( 1909)p.102; U. Thieme( 1910)IV, p.70; P. A. Corna( 1930
definizionescultura
regioneLazio
provinciaRoma
comuneRoma
indirizzoviale Belle Arti 131
ente schedatoreS51
ente competenteS51
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Borghese D.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Onnis F.; Funzionario responsabile: Piantoni G.Frezzotti S.; Aggiornamento-revisione: (2011);
anno creazione1995; 2011
anno modifica2011
latitudine41.916344
longitudine12.482229

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