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Opera d'arte Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' a Firenze

L'opera d'arte Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' - codice 09 00649592 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, Teca VIII. 8
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bene culturaleicona
titoloMadre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti'
soggettoMadonna con Bambino in gloria
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00649592
localizzazioneToscana, FI, Firenzevia Ricasoli, 58/60
contenitoremonastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, Teca VIII. 8
datazionesec. XVIII secondo quarto; 1725 (post) - 1749 (ante) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito moscovita(analisi stilistica)
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurecm, alt. 13, largh. 10,5,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiTavola intera con due listelli sottili a incastro in alto e in basso. Nonc'è incavo, non si nota la presenza di tela preparatoria. Levkas. Bordi marrone scuro, doppio margine filettato di rosso e ocra brillante.Soggetti sacri. Personaggi: Madonna; Gesù Bambino. Figure maschili: uomini. Figure: angeli.
notizie storico-criticheLe icone della Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' sono note nell'arte russa dall'ultimo decennio del XVII secolo in alcune varianti diversefra loro. Tratto comune è la raffigurazione dei bisognosi che rivolgono laloro invocazione alla Madre di Dio che interviene come loro avvocata e protettrice. La rappresentazione dei bisognosi è accompagnata di solito da figure di angeli che distribuiscono benefici a nome della Madre di Dio, e anche da iscrizioni nelle quali si ricordano le sventure e l'aiuto portatodalla Madre. Queste composizioni si basavano sui testi di alcune preghieremariane ed inoltre l'apparire di tale iconografia potrebbe collegarsi alla diffusione di raccolte letterarie in cui venivano descritti innumerevoliesempi di intercessione e interventi miracolosi della Madre di Dio. Infine, sulla formazione di questa tipologia iconografica esercitarono un notevole influsso le raffigurazioni della Vergine venerate nell'Occidente cattolico. Le raffigurazioni della Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' si diffusero soprattutto in seguito all'istituzione del culto dell'icona custodita nella chiesa della Trasfigurazione in via Ordynka a Mosca, attraverso cui la sorella del patriarca Ioakim, Evfimija Petrova Papina, aveva ottenuto la guarigione nel 1688. Quest'icona rappresenta una delle variantipiù brevi e semplificate dell'iconografia della Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti', largamente diffusa nell'arte russa a partire dalla finedel XVII secolo (sul soggetto e la sua iconografia vedi cat. 12). La raffigurazione della Madre di Dio in piedi, leggermente voltata, la presenza del Bambino Gesù nelle sue braccia, gli attributi regali (le corone e gli scettri), e anche il principio che regola la disposizione del gruppo degli "afflitti" ai lati, a partire dalla figura centrale, in fila uno dietro l'altro, fanno supporre che questa versione derivi, in definitiva, dall'immagine miracolosa della chiesa della Trasfigurazione del Salvatore sulla Bol'šaja Ordynka a Mosca. Nella pubblicazione di L. Marcucci l'icona è riferita al periodo tardo della scuola Stroganov e datata al XVII secolo. Secondo la studiosa appartiene a un gruppo di opere abbastanza vasto, eseguito da un unico artista di livello relativamente basso. Effettivamente, come per altre piccole icone della collezione della Galleria dell'Accademia, la Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' mostra un livello di semplificazione dei processi pittorici caratteristico della pittura di icone destinata a una produzione in serie. Lo dimostra la sommarietà di esecuzione del fondo le proporzioni tarchiate e i contorni schematici delle figure, il disegno corrente delle pieghe degli abiti. I toni di ocra sono qui fortementeritoccati in bianco, senza rosso sulle guance; i tratti del viso e la trattazione dei capelli è eseguita con tratti di biacca in rilievo sull'incarnato, lasciato nelle parti ombreggiate (in alcuni casi sono sottolineatida un disegno di contorno in nero); le mani sono eseguite con un tratto dicontorno a biacca. Del resto, tutte le caratteristiche qui enumerate, inun modo o nell'altro sono presenti nella maggior parte delle icone della raccolta fiorentina, che rivelano così un'evidente familiarità e comunanzadi origine dei processi artistici. Questo permette, nonostante la differenza di qualità, di considerarle come opere uscite da un'unica bottega e didatarle allo stesso periodo.Con questo non si può escludere che il livellodi esecuzione di queste opere possa esser definito non solo con le caratteristiche individuali degli artisti e con il livello della loro professionalità, ma anche con le circostanze della commissione. Nonostante la semplificazione pittorica, i volti dei personaggi raffigurati sull'icona non sono privi di un'espressività ingenua, talvolta un po' carica. Particolarmente evidente risulta nel volto afflitto della Madre di Dio, con uno sguardoacuto, intenso, nel quale l'artista ha cercato in modo evidente e vivo diesprimere la sofferenza della Santa Vergine.
bibliografiaBettini S.( 1940)pp. 38, 90, n. 6; Marcucci L.( 1958)p. 107, n. 76
definizioneicona
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzovia Ricasoli, 58/60
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Nersesjan L.Sacco A. M.; Funzionario responsabile: Parenti D.Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/Sacco A. M. (2011); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Sacco A. M. (2011), Referente scientifico: Sframeli M.; Parenti
anno creazione2006
anno modifica2011
latitudine43.777035
longitudine11.258756

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