Invernomuto.net

Ho realizzato questo sito per rendere disponibile alla consultazione questa mole enorme di dati altrimenti difficilmente consultabili :)

Opera d'arte I sette fanciulli di Efeso a Firenze

L'opera d'arte I sette fanciulli di Efeso - codice 09 00649589 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, TECA III. 9
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaleicona
titoloI sette fanciulli di Efeso
soggettoSette dormienti di Efeso
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00649589
localizzazioneToscana, FI, Firenzevia Ricasoli, 58/60
contenitoremonastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, TECA III. 9
datazionesec. XVIII secondo quarto; 1725 (post) - 1749 (ante) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito moscovita, esecutore(analisi stilistica)
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurecm, alt. 31, largh. 27,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiTavola intera, con due listelli trasversali inseriti sul retro della tavola dai due lati opposti e doppio incavo. Il primo delimita i bordi rispettoal pannello centrale, il secondo passa lungo l'orlo dei bordi e la filettatura, appena leggermente rientrato rispetto al margine esterno. Non si osserva presenza di tela preparatoria. Levkas.Figure: Fanciulli; RE. Architetture
notizie storico-criticheAl centro della composizione è raffigurato un monte disseminato di arbusti. Entro una caverna si vedono sette giovani dormienti colti in pose diverse, tre in alto e quattro più in basso, mentre sul pendio del monte è rappresentato un gruppo di personaggi. Il primo di essi è un uomo adulto con una grande croce, alle spalle del quale figurano due uomini in vesti monastiche e un sovrano con la corona sulla testa. Sullo sfondo si scorgono muramerlate in cui si aprono le porte della città di Efeso. Secondo una leggenda nota dal V secolo, nel III secolo ad Efeso vivevano sette giovani cristiani, figli di cittadini altolocati, che servivano nell'esercito. Quando l'imperatore Decio, nel corso delle persecuzioni contro i cristiani, si recò nella città, vennero portati al suo cospetto, in seguito ad una denuncia, i sette fanciulli, che professarono di fronte a lui la loro fede in Cristo. Per punizione vennero destituiti dai gradi militari, ma rimessi temporaneamente in libertà nella speranza che si pentissero e ripudiassero il cristianesimo. I giovani si nascosero in una grotta del monte Selion per pregare e prepararsi al martirio. L'imperatore ordinò di sbarrarne l'ingressocon massi condannando così i fanciulli a morire di fame. Ma il Signore liimmerse in un sonno prodigioso che si protrasse per quasi due secoli, finchè si destarono durante il regno di Teodosio il Giovane (408-450) noto per la sua pietà cristiana. Le pietre che ostruivano l'ingresso della grottavennero levate da operai che avevano bisogno di impiegarle in una costruzione, ma, quando uno dei giovani si recò in città per comprare del pane eutilizzò una moneta antica, venne tratto in arresto. Il miracolo venne alla luce e persino l'imperatore si recò alla grotta per parlare con i giovani: tutti si resero conto che attraverso quel miracolo il Signore voleva testimoniare l'esistenza della resurreazione della carne. La storia è nota nella Rus' dal XII secolo quando comparvero le prime raffigurazioni di questi santi, strettamente legate all'iconografia bizantina formatasi nel IX-XI secolo. I sette fanciulli dormienti erano interpretati tradizionalmentecome archetipi della futura resurrezione della carne di tutta l'umanità, ma erano anche esempio della protezione divina che si stende su quanti sonoafflitti da ingiuste persecuzioni e sciagure. In tal senso, la semanticafigurativa trovava una chiara interpretazione apotropaica: icone e amuleticon queste raffigurazioni erano considerati dotati di forza magica, in grado di proteggere dagli assalti del demonio e di elargire il beneficio corroborante del sonno. Nell'arte bizantina lo schema tradizionale prevedevala raffigurazione dei sette fanciulli in un gruppo compatto, adagiati conil capo rivolto verso il centro all'interno della grotta. Nell'antica Rus', dal XII secolo, s'incontra molto più spesso un'altra tipologia, con unadisposizione più libera dei personaggi, raffigurati in pose diverse. Talvolta la composizione si arricchiva di particolari, tra cui il corteo di popolo guidato dall'imperatore, che si dirige verso la grotta. Le modeste dimensioni dell'icona ne testimoniano l'originaria destinazione alla devozione privata e consentono di supporre che fosse venerata, in primo luogo, perla sua azione di protezione contro le forze impure e il male. L'opera fuattribuita da Marcucci e da Bettini alla scuola degli Stroganov e datata al XVII secolo. Le sue peculiarità artistiche consentono di datarla, come il gruppo principale di opere della collezione dell'Accademia, al secondo quarto del XVII secolo. Tuttavia, seppure neanche quest'icona presenti unaparticolare raffinatezza di esecuzione, è caratterizzata da una costruzione più complessa dello spazio, su più piani, e da una maggior elaborazionedei singoli particolari. Nel suo stile si rilevano gli influssi dell'artebarocca nella varietà e complessità degli scorci in cui sono colte le figure e nel rilievo scultoreo dei volti. L'icona si differenzia dal gruppo principale della collezione fiorentina anche per il colorito, costruito peraccostamenti di verdi scuri, marroni, oro e rosa, mentre nelle altre operela tavolozza è limitata a marroni più caldi, ocre e rossi accesi. D'altronde, la somiglianza con le altre icone dell'Accademia è dettata dal modo di costurire i volumi, generalmente attraverso una sola mano di colore, condel bianco steso ad ampie superfici di forma geometrica oppure a singolitrattini. Nel complesso, la fisionomia dell'icona è determinata dalla commistione di singoli elementi stilistici barocchi e appartenenti alla tradizione del XVII secolo, la quale si manifesta, ad esempio, nei motivi architettonici, desunti nel secolo precedente dalla pittura occidentale e ampiamente diffusisi nella pittura di icone del XVIII secolo.
bibliografiaBettini S.( 1940)pp. 38, 90, n. 7; Marcucci L.( 1958)p. 97, n. 45; Oriente Occidente( 2004)p. 54
definizioneicona
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzovia Ricasoli, 58/60
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Gladyseva E.; Funzionario responsabile: Parenti D.Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ D'Andrea G. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ D'Andrea G. (2006), Referente scientifico: (NR (recupero pregresso);
anno creazione2006
anno modifica2006
latitudine43.777035
longitudine11.258756

oppure puoi cercare...

  • opere d'arte nel comune di Firenze
  • opere d'arte nella provincia di Firenze
  • opere d'arte nella regione Toscana