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Opera d'arte visione del sagrestano Juris/ scene di feste a Firenze

L'opera d'arte visione del sagrestano Juris/ scene di feste - codice 09 00742659 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, TECA III. 2
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bene culturaleicona
soggettovisione del sagrestano Juris/ scene di feste
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00742659
localizzazioneToscana, FI, Firenzevia Ricasoli, 58/60
contenitoremonastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, TECA III. 2
datazionesec. XVIII secondo quarto; 1725 (post) - 1749 (ante) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito moscovita(analisi stilistica)
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurecm, alt. 35.5, largh. 29,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiTavola intera, con due listelli inseriti nei margini superiore e inferiore. Manca l'incavo e non si osserva presenza di tela preparatoria. Levkas.Soggetti sacri. Personaggi: Madonna; san Nicola; Jurys; sant'Anna; san Gioacchino; Cristo; Adamo; Eva; Arcangelo Gabriele; Gesù Bambino; san Giuseppe; Simeone; profetessa Anna; san Giovanni Battista; Lazzaro; Marta; Maria; Elia; Mosè; Giovanni apostolo; Pietro apostolo; Giacomo apostolo; Giovanni Evangelista; Longino; Romano il Melode; Andrea Salos; Epifanio; san Tommaso; Costantino; Elena. Figure: donne; sacerdoti; profeti; re; Re Magi; angeli; uomini; apostoli; Animula della Madonna. Animali: asino. Architetture: edifici. Oggetti: libro.
notizie storico-criticheIl soggetto raffigurato sul pannello centrale si basa sul testo del "Racconto dell'icona miracolosa della Madre di Dio di Tichvin": intorno al 1383, dopo che l'effigie miracolosa, librandosi nell'aria, ebbe prescelto la propria dimora sulle rive del fiume Tichvina, fu costruita in suo onore una chiesa di legno; alla vigilia della consacrazione della chiesa, che doveva svolgersi il 15 agosto, il sacrestano Juryš (Georgij) di Tichvin passò per i villaggi della zona per informare gli abitanti della festa ormai imminente. Sulla via del ritorno vide la Madonna, seduta su un tronco caduto, e accanto a lei san Nicola: la Vergine ordinò a Juryš di rendere noto a Tichvin che la nuova chiesa doveva essere coronata da una croce di legno, e non di ferro, perché suo Figlio era morto su una croce di legno, ma il falegname che doveva issare la croce non volle dargli ascolto, e fu punito cadendo dalla sommità del tetto. A questo punto sulla chiesa fu innalzata una croce di legno, e sul luogo dell'apparizione della Vergine fu costruita una cappella. All'inizio del XVI secolo qui venne fondato un monastero, che prese il nome di "Colloquio di Nicola", in memoria del colloquio svoltosi tra la Madre di Dio e Juryš. Dal tronco d'albero su cui si era seduta la Madre di Dio fu ricavata una croce, venerata come una delle reliquie sacre del luogo. Parti del tronco vennero distribuite nella Rus' come reliquie. M.B. Pljuchanova ha confrontato la leggenda di Juryš con la leggenda della casa della Madonna a Loreto, divenuta nota nella Rus' negli anni Venti del 1500. Le più antiche raffigurazioni della "Visione di Juryš" risalgono alla metà del XVI secolo e fanno parte del ciclo dei miracoli dell'icona della Madre di Dio di Tichvin. Nel XVII-XVIII secolo si diffusero singole icone di questo soggetto, conosciute anche come icone della "Madre di Dio del Colloquio". La loro iconografia è abbastanza costante: la Vergine è raffigurata seduta su un tronco caduto (spesso con un bastone in mano, come in questo caso), accanto a lei compare san Nicola, mentre Juryš è in ginocchio. La composizione ricorda uno degli schemi usati nel mondo bizantino per ritrarre i donatori ai piedi del trono della Madonna, con i santi che presentano il donatore e implorano benevolenza nei suoi confronti. L'icona in esame ha alcune caratteristiche insolite fra cui, prima di tutto, le dimensioni della figura di Juryš, assimilabile alle piccole figure dei donatori, la trattazione del suo abito (una mantella rossa ma senza camicia), e anche la raffigurazione non molto netta dell'albero dove siede la Madre di Dio. Un tratto caratteristico dell'icona è l'unione della visione di Juryš nel pannello centrale con le scene delle feste sui bordi laterali. Questo sovvertimento della gerarchia tradizionale dei soggetti permette di formulare la supposizione di un legame dell'icona con i territori nord occidentali della Russia, dove si venera in modo particolare la Madre di Dio di Tichvin, o di supporre che possa essere stato ripetuto un modello proveniente da quelle zone. Caratteristiche singolari ha anche il ciclo delle feste, nel quale non viene seguita la cronologia abituale degli avvenimenti. Mantenendo l'ipotesi della provenienza da un unico centro di molte delle icone della collezione dell'Accademia, la differenza degli schemi utilizzati testimonia che gli artisti disponevano di modelli diversi o che avevano variato di propria iniziativa l'iconografia delle stesse scene in opere diverse. Nel catalogo del 1958 l'icona è stata erroneamente definita come raffigurazione della Madre di Dio e Nicola Taumaturgo ("di Bari") col donatore Juryš; la scena della Presentazione prendeva il nome di Circoncisione; la Protezione veniva identificata come Consegna della cintura della Madre di Dio a san Tommaso e l'Esaltazione come Adorazione della Croce. L'opera, datata al XVII secolo, è considerata opera tarda della scuola Stroganov; l'autore dell'icona viene caratterizzato come "un esperto della miniatura". L'autore del catalogo notava che l'icona era stata eseguita sotto l'influenza della scuola moscovita. Come tutte le opere del XVIII secolo della raccolta dell'Accademia, questa icona appartiene al livello 'basso' della pittura di icone di questo periodo e non ha rapporto con la cosiddetta scuola Stroganov; l'esecuzione semplificata, benché risenta della pittura di icone della capitale, non permette di considerare l'autore un esperto miniaturista. Tuttavia, l'icona dell'Apparizione della Madre di Dio a Juryš spicca per la minuziosa esecuzione pittorica del pannello centrale, che presenta una rara forma ovale e si inscrive in un elaborato medaglione con un motivo ornamentale barocco tratto da un'incisione. La costruzione della composizione e la trattazione delle vesti mostrano che all'autore era noto il linguaggio della pittura di icone del 1710-1730 che ha fortemente influito sull'arte barocca.
altra localizzazioneluogo di provenienza: ITALIA, Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: ITALIA, Toscana, FI, Firenze
bibliografiaBettini S.( 1940)pp. 38, 90, n. 10; Marcucci L.( 1958)p. 96, n. 41; Oriente Occidente( 2004)pp. 60, 88-89
definizioneicona
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzovia Ricasoli, 58/60
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Preobraženskij A.Sacco A. M.; Funzionario responsabile: Parenti D.Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: Sacco A. M. (2009)
anno creazione2006
latitudine43.777035
longitudine11.258756

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