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Opera d'arte Santa Rosa da Lima di Gennari Cesare (1637/ 1688), a Bologna

L'opera d'arte Santa Rosa da Lima di Gennari Cesare (1637/ 1688), - codice 08 00024668 di Gennari Cesare (1637/ 1688), si trova nel comune di Bologna, capoluogo dell'omonima provincia sita in chiesa, basilica, Chiesa di S. Domenico, Convento di S. Domenico, p.zza S. Domenico, 13, prima cappella a destra (già cappella Turrini, poi Manzoli, Marsigli)
immagine - immagine non disponibile -
bene culturalepala d'altare
soggettoSanta Rosa da Lima
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00024668
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, BO, Bolognap.zza S. Domenico, 13
contenitorechiesa, basilica, Chiesa di S. Domenico, Convento di S. Domenico, p.zza S. Domenico, 13, prima cappella a destra (già cappella Turrini, poi Manzoli, Marsigli)
datazionesec. XVII ; 1630 (ca.) - 1660 (ante) [bibliografia]
autoreGennari Cesare (1637/ 1688),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 210, largh. 160,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.)
dati analiticiFigura intera inginocchiata sulla predella di un altare visibile di scorcio, a sinistra, sotto un tendaggio rosso. La Santa indossa una tonaca bianca e un manto nero; volge il capo a destra a guardare il Bambino seduto sul tralcio di fiori che regge nella mano sinistra; la mano destra è protesa verso l'altare. Dall'alto scendono su nubi due angioletti in atto di incoronare la Santa con un serto floreale.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheIl dipinto era già collocato nella nona cappella (Ghelli) nel 1686, quando il Malvasia lo ricorda assegnandolo a Cesare Gennari. Nel 1732, e cioè dopo i lavori di rinnovamento della chiesa (1728-1732), la tela è citata nella ventunesima cappella e riferita a Benedetto Gennari, fratello di Cesare (Il dipinto è riferito a Benedetto anche nel 1755 e nel 1766. Nel 1782 e nel 1792 vengono riportate entrambe le attribuzioni). La paternità dell'opera è stata lungamente discussa fino alla critica più recente, che concorda con la prima attribuzione malvasiana (Supino, Gnudi, Alce). Nel 1755, infine, il dipinto era già passato ove si trova ora, nella prima cappella che anticamente conteneva la pala di Ludovico Carracci raffigurante la "Vergine con san Giacinto" (oggi al Louvre), commissionata dalla famiglia Turrini, cui all'epoca pertineva il patronato della cappella (a seguito della ristrutturazione del Dotti, il dipinto di Ludovico Carracci risulta nel 1732 nell'ottava cappella a destra divenuta di patronato Turrini). La prima cappella a destra fu concessa alla famiglia Manzoli (erede dei Ghelli) il 4 aprile 1733 con l'obbligo di collocarvi anche la "Madonna del Velluto" di Lippo di Dalmasio (ora nel museo) che prima era nella cappella Ghelli andata completamente distrutta con il rinnovamento del Dotti.
bibliografiaMalvasia C. C.( 1969)pp. 149, 225/6; Malvasia C. C.( 1732)p. 253; Malvasia C. C.( 1792)p. 226; Gnudi C.( 1957)p. 64; Malvasia C. C.( 1755)p. 251; Roli R.( 1977)p. 268; Alce V.( 1982)p. 35; Bagni P.( 1986)pp. 295-323; Bagni P.( 1991)pp. 481-495; Malvasia C
definizionepala d'altare
regioneEmilia Romagna
provinciaBologna
comuneBologna
indirizzop.zza S. Domenico, 13
ente schedatoreS08
ente competenteS08
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Varignana F.; Funzionario responsabile: D'Amico R.; Trascrizione per informatizzazione: Sabbatini S. (1997); Aggiornamento-revisione: Sabbatini S. (1997), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Orsi O. (2006), Referen
anno creazione1983
anno modifica1997; 2006
latitudine44.489800
longitudine11.343435

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