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Opera d'arte Santa Cecilia di Salvi Giovanni Battista detto Sassoferrato (1605/ 1685), a Venezia

L'opera d'arte Santa Cecilia di Salvi Giovanni Battista detto Sassoferrato (1605/ 1685), - codice 05 00440225 di Salvi Giovanni Battista detto Sassoferrato (1605/ 1685), si trova nel comune di Venezia, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, Convento dei Canonici Lateranensi, ex Convento dei Canonici Lateranensi, Dorsoduro, 1050, Gallerie dell'Accademia, deposito
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoSanta Cecilia
tipo schedaOA_3.00
codice univoco05 00440225
localizzazioneItalia, Veneto, VE, VeneziaDorsoduro, 1050
contenitoreconvento, Convento dei Canonici Lateranensi, ex Convento dei Canonici Lateranensi, Dorsoduro, 1050, Gallerie dell'Accademia, deposito
datazionesec. XVII ; 1605 (ca.) - 1685 (ca.) [analisi stilistica]
autoreSalvi Giovanni Battista detto Sassoferrato (1605/ 1685),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 49, largh. 38,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: Santa Cecilia a mezzo busto con occhi rivolti verso l'alto.
notizie storico-critichePittore, nato a Sassoferrato, obliato per molti secoli e poco considerato già da vivo (forse perché lui stesso non fece nulla per ottenere commissioni di rilievo capaci di accrescerne la fama), oggi la critica sta rivalutando la sua opera pittoricali. Dal 1640 visse un periodo molto proficuo dal punto di vista artistico e dipinse parecchi ritratti, oltre a numerose copie di dipinti di altri famosi pittori. Per quanto concerne la produzione artistica del Sassoferrato, egli è stato giustamente chiamato “il pittore delle Madonne”. Infatti, realizzò centinaia di tele dedicate a questo soggetto (fra cui la Vergine orante, detta “Madre dolorosa” conservata presso il Museo Civico-Pinacoteca di Pesaro) e la sua predilezione per le immagini sacre lo accomuna a tutta un’epoca in cui la Controriforma aveva portato a celebrare l’iconografia religiosa ed il culto mariano in particolare. Se il successo delle Madonne da lui raffigurate fu enorme, è anche vero che, col tempo, le Madonne del Sassoferrato, reputate “uguali le une alle altre”, andarono perdendo d’interesse. Realizzò poi un cospicuo numero di tele raffiguranti Santi e Sante, fra cui citiamo la Santa Apollonia di Recanati (Macerata). I ritratti del Sassoferrato colpiscono per la loro ieraticità, la voluta semplicità della gamma cromatica (prevalentemente il rosso e l’azzurro), l'eliminazione degli oggetti superflui che riducono l’opera all’essenziale. E' questo che si riteova nella Santa Cecili delle Gallerie e come ritiene il Cantalamessa "il colore un po' crudo del pittore e l'esecuzione accuratissima ma duretta qui sono spinti oltre i limiti consentiti; tuttavia non pare potersi muovere un ragionevole dubbio sulla giustezza dell'attribuzione".
bibliografiaMoschini Marconi S.( 1970)v. III, p. 146, n. 325; De Lépinay M.F./ Zampetti P./ Cuppini Sassi S.( 1990); AA.VV.( 1990); Claudi - Catri( 1992); Giardini C./ Valazzi R.M.( 1996); Cuppini S.( 1973); Cuppini S.( 1990); Vitaletti G.( 1990); Caldarigi S.( 2003)
definizionedipinto
regioneVeneto
provinciaVenezia
comuneVenezia
indirizzoDorsoduro, 1050
ente schedatoreS472
ente competenteS472
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Moschini Marconi S.; Funzionario responsabile: Valcanover F.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Di Maio B. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Di Maio B. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); Riva E.
anno creazione1970
anno modifica2006; 2009
latitudine45.431402
longitudine12.328676

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