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Opera d'arte San Sebastiano di Silvestro di Giacomo di Paolo da Sulmona detto Silvestro dell'Aquila (notizie dal 1471/ 1504), a L'Aquila

L'opera d'arte San Sebastiano di Silvestro di Giacomo di Paolo da Sulmona detto Silvestro dell'Aquila (notizie dal 1471/ 1504), - codice 13 00026802 di Silvestro di Giacomo di Paolo da Sulmona detto Silvestro dell'Aquila (notizie dal 1471/ 1504), si trova nel comune di L'Aquila, capoluogo dell'omonima provincia sita in castello, Castello Cinquecentesco, via Ottavio Colecchi, 1, Museo Nazionale d'Abruzzo, piano I, sala VI
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bene culturalescultura, opera isolata
soggettoSan Sebastiano
tipo schedaOA_3.00
codice univoco13 00026802
localizzazioneItalia, Abruzzo, AQ, L'Aquilavia Ottavio Colecchi, 1
contenitorecastello, Castello Cinquecentesco, via Ottavio Colecchi, 1, Museo Nazionale d'Abruzzo, piano I, sala VI
datazionesec. XV ultimo quarto; 1478 - 1478 [iscrizione]
ambito culturaleambito toscano(analisi stilistica)ambito umbro-marchigiano(analisi stilistica)
autoreSilvestro di Giacomo di Paolo da Sulmona detto Silvestro dell'Aquila (notizie dal 1471/ 1504),
materia tecnicalegno/ intagliolegno/ pittura
misurecm, alt. 176, cm, alt. 18, largh. 59, prof. 63,
condizione giuridicaproprietà Stato, Soprintendenza B.S.A.E. per l'Abruzzo
dati analiticiIl santo è rappresentato a tutto tondo, il peso del corpo sostenuto dalla gamba sinistra, le braccia legate al'altezza della vita al tronco dell'albero, posto sul retro della figura, secondo l'iconografia tradizionale. Ha la testa incorniciata da una folta capigliatura, lo sguardo rivolto verso l'alto e la bocca semiaperta. La policromia originale è integralmente conservata.San Sebastiano
notizie storico-criticheL'opera è una delle più importanti espressioni dell'arte rinascimentale in Abruzzo, realizzata da Silvestro Di Giacomo, conosciuto come Silvestro dell'Aquila in occasione della fine della pestilenza del 1478, come attesta anche l'iscrizione lacunosa sulla base della scultura. Il contratto, stipulato nel dicembre di quell'anno, e pubblicato dal Leosini (1848) che ne ha rinvenuto la trascrizione nei manoscritti dell'Agnifili nella Biblioteca Provinciale dell 'Aquila (cfr. Chini, 1927), reca il nome dell'autore della scultura e dei committenti, l'abate del monastero di Santa Maria del Soccorso e Domenico Antonio Caprini d'Ariscula. Esposta nella Mostra d'arte antica abruzzese tenutasi a Chieti nel 1905, questa scultura è stata al centro della discussione sulla formazione di Silvestro di Giacomo. Il Rusconi (1906) vi ha riscontrato generici caratteri toscani; il Venturi (1908) ha considerato Silvestro un seguace di Antonio Rossellino e ha confrontato quest'opera con la scultura raffigurante San Sebastiano nella Collegiata di Empoli, del Rossellino (1457). Questi riferimenti sono stati ripresi dalla critica successiva (Serra, 1922; ID, 1929; Inventario, 1934). Il Balzano (1924) ha collegato il San Sebastiano ad un dipinto di scuola del Botticelli nella Pinacoteca Vaticana; il Mariani (1930) vi ha notato "evidenti ricordi" del Verrocchio e del Rossellino, seguito dal Chini (1954). La Mack Bongiorno (1942) ha escluso il rapporto con la scultura del Rossellino; i modi verrocchieschi di Silvestro e la conoscenza dell'opera di Desiderio da Settignano che ella riscontra nelle sculture di Silvestro la inducono a proporre un soggiorno dell'artista a Firenze tra il 1471 e il 1476. In particolare, il San Sebastiano sarebbe da collegare al tipo popolare diffuso nell'Italia centrale, culminato alcuni anni più tardi nelle patetiche raffigurazioni del Perugino. Il Rotondi (1952) ha ritenuto, invece, l'influenza del Verrocchio mediata attraverso lo scultore Francesco di Simone Ferrucci, presso la cui bottega si sarebbe trattenuto lo scultore aquilano negli anni 1471-1476. Anche il Carli (1960) ha escluso il collegamento con il Rossellino e ha accostato Silvestro a Matteo Civitali, seguito dal Seymour (1966); il Moretti (1968) ha riscontrato nel San Sebastiano elementi verrocchieschi rielaborati nello spirito di modelli umbro- marchigiani. Il Carli (1998) ritiene che quest’opera sia stata la prima di una lunga serie di San Sebastiano lignei realizzati per chiese e confraternite di tutto l’Abruzzo. Di Gennaro (2010) riconosce nell’opera di Silvestro Aquilano il più alto grado di assimilazione della lezione verrocchiesca per la “volontà di ricondurre il furore energetico, la vivacità espressiva all’interno di un sereno controllo formale”. Lo studioso sostiene, inoltre, che il San Sebastiano abruzzese conservi echi del David bronzeo realizzato dal Verrocchio nel 1465 a Firenze.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Abruzzo, AQ, L'Aquila; luogo di provenienza: Abruzzo, AQ, L'Aquila; luogo di esposizione: ITALIA, Abruzzo, AQ, L'Aquila, L'AQUILA
committenzaAbate del monastero di Santa Maria del Soccorso; Domenico Antonio Caprini d'Ariscula (1478)
bibliografiaLeosini A.( 1848)p. 186; Bonanni T.( 1874); V. BINDI( 1883); BINDI V.( 1894); Pansa G.( 1894)p. II, n. 15; Balzano V.( 1903); Venturi A.( 1905); Venturi A,.( 1905); Rusconi J.( 1906); De Nicola G.( 1908)p. 10; Venturi A.( 1908)p. 428; CHINI M.( 1909); BAL
definizionescultura
regioneAbruzzo
provinciaL'Aquila
comuneL'Aquila
indirizzovia Ottavio Colecchi, 1
ente schedatoreS107
ente competenteS107
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Santa Maria P.; Funzionario responsabile: Tropea C.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Ludovici E. (2005); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Ludovici E. (2005), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); SIGECWEB/ Di Cr
anno creazione1985
anno modifica2005; 2013
latitudine42.352690
longitudine13.403752

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