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Opera d'arte S. Giovanni Evangelista di Maestro del Polittico di S. Pietro Caveoso (notizie 1536), a Matera

L'opera d'arte S. Giovanni Evangelista di Maestro del Polittico di S. Pietro Caveoso (notizie 1536), - codice 17 00133437 di Maestro del Polittico di S. Pietro Caveoso (notizie 1536), si trova nel comune di Matera, capoluogo dell'omonima provincia
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto
soggettoS. Giovanni Evangelista
tipo schedaOA_3.00
codice univoco17 00133437
localizzazioneItalia, Basilicata, MT, Matera
datazionesec. XVI secondo quarto; 1536 - 1536 [data]
ambito culturaleambito di Simone da Firenze(analisi stilistica)
autoreMaestro del Polittico di S. Pietro Caveoso (notizie 1536),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
misurealt. 154, largh. 218,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiNR (recupero pregresso)Attributi: (San Giovanni Evangelista) aquila.
notizie storico-criticheLa cripta degli Evangelisti è tra le più importanti presenti nel materano soprattutto perché la sua decorazione pittorica è datata 1536 (data che figura tanto vicino l'immagine della Madonna di Costantinopoli, quanto vicino a quella di S. Luca).Come osservato da Latorre (Latorre 2003, p. 12) e prima di lui da Padula-Motta-Lionetti (Padula-Motta-Lionetti, 1995, p. 137), la cripta faceva parte di una pecchiara, luogo adibito all'allevamento delle api; era cioè una cappella privata della famiglia Groya. L'uso a pecchiara del complesso, cui faceva parte la cripta viene confermato dalla probabile presenza nel pronao dell'immagine di S. Ambrogio, protettore degli apicoltori (Latorre, 2003, pp. 52-53). Latorre (Latorre, 2003, p. 12) pubblica un atto notarile del 14 marzo 1570 del notaio Vincenzo Gambero con cui Francisco Groya permuta la cripta a Marco Malvindi. Francesco è uno dei figli di Don Pirro Groya, proprietario negli anni Trenta-Quaranta della pecchiara e quindi della cripta (Latorre, 2003, p. 12). Per Latorre (Latorre, 2003, p. 51) Don Pirro è rappresentato ai piedi di S. Eustachio con i componenti maschili della sua famiglia, mentre quelli femminili sono ai piedi della Madonna di Costantinopoli.Il programma pittorico della cripta è chiaramente espressione della volontà del committente; si unisce infatti il culto per S. Ambrogio e quello per S. Rocco, sempre nel pronao, e S. Apollonia, santi taumaturgici, invocati contro la peste e il mal di denti; il culto per S. Eustachio è frequente a Matera, essendo uno dei protettori della città, e forse realmente la scelta di allargare il santoriale ai santi Pietro martire, Antonio da Padova e S. Francesco da Paola, può essere dovuta alla volontà di rappresentare i santi di cui i figli di Don Pirro portavano il nome (Latorre, 2003, p. 51). E' segnalata l'immagine di S. Cristoforo, una sinopia, a destra dell'ingresso (Latorre, 2003, p. 36). Non solo, grande importanza viene data alla Vergine, rappresentata come Annunciata e come Madonna delle Grazie. E' probabile che gli affreschi del pronao e della cripta appartengano ad uno stesso periodo, anche se il cattivo stato di conservazione rende questa solo una ipotesi.Gli affreschi della cripta sono stati da Grelle attribuiti al Maestro del Trittico di S. Pietro Caveoso (Grelle, 1981, pp. 74-75), pittore diverso da quello che opera nella cripta di Cristo alla Gravinella (si osservi un diverso modo di trattare la pelle del viso, la barba, di delineare gli occhi, lumeggiare gli abiti); quest'ultimo mi pare aderisca meglio alle innovazioni introdotte da Simone da Firenze, già nel 1532, come dimostra il s. Pietro (insieme agli altri Apostoli) della predella, opera forse di bottega, della chiesa di S. Michele a Potenza, nel cui ambito maturano indubbiamente entrambi gli artisti (Grelle ritiene che il pittore di Cristo alla Gravinella sia, forse, della bottega di quello della Cripta degli Evangelisti, Grelle, 1981, pp. 74-75). Credo, infatti, che la cripta degli Evangelisti sia stata eseguita poco dopo quella di Cristo alla Gravinella. Gli artisti, attivi in queste cripte, probabilmente lavorarono nella stessa bottega, maturarono da simili esperienze. Per comprendere come ci si trovi dinanzi ad un'unica campagna pittorica si confronti il volto di S. Giovanni Evangelista con l'omonimo della scena della Crocifissione.
bibliografiaChiese rupestri di Matera( 1966)V. I, pp. 274-275; Grelle A.( 1981)V. I, pp. 74-76, p. 247; Circolo Culturale La Scaletta. Ppremessa di Michele D'Elia, testi di Cosimo Damiano Fonseca ed altri( 1995)V. I, pp. 137-138; Latorre L.( 2003)V. I, p. 91
definizionedipinto
regioneBasilicata
provinciaMatera
comuneMatera
ente schedatoreS24
ente competenteS24
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Castelluccio G.; Funzionario responsabile: De Leo M. G.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2004
anno modifica2007

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