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Opera d'arte ritratto di Nicolò Cuttica a Alessandria

L'opera d'arte ritratto di Nicolò Cuttica - codice 01 00034258 si trova nel comune di Alessandria, capoluogo dell'omonima provincia
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoritratto di Nicolò Cuttica
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00034258
localizzazioneItalia, Piemonte, AL, Alessandria
datazionesec. XVII seconda metà; 1650 - 1699 [analisi stilistica]
ambito culturaleambito piemontese(analisi stilistica)
materia tecnicatela/ pittura a oliolegno/ intaglio
misurealt. 203, largh. 113,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiIl benefattore raffigurato al centro della tela, in posizione di tre quarti, a figura intera, indossa un abito di colore nero con i bordi, il colletto ed i polsini di colore grigio; appoggia la mano sinistra su un libro di colore bruno-giallognolo, posto su un tavolo coperto da un drappo di colore arancione brillante, lo stesso colore dei tacchi degli stivali. Il personaggio ha i capelli di colore nero, gli occhi di colore bruno scuro ed una carnagione di colore rosa tendente all'arancione. Sullo sfondo, di colore bruno olivastro, compare sulla sinistra una pesante tenda di colore rosso molto scuro, mentre in primo piano, su una lastra di colore grigio-olivastro posta alla destra del personaggio, compare una scritta in nero identificante il personaggio e l'entità della donazione.Soggetti profani. Ritratti. Personaggi: Nicolò Cuttica. Abbigliamento. Interno. Oggetti: libro. Mobilia: tavolo.
notizie storico-criticheIl dipinto raffigura il Giureconsulto Nicolao o Nicolò Cuttica, o Cutica, figlio di Signorino Cuttica ed Ippolita Lanzavecchia, che morì nel 1652 lasciando al Monte di Pietà, istituito da Francesco Ghilini, alcune case del valore di ducatoni 1.500 (F. Guasco di Bisio, "Tavole genealogiche di famiglie nobili Alessanddrine e Monferrine dal sec. IX al XX", Casale 1926, vol. III). Fu benefico anche nei confronti dell'Ospedale dei SS. Antonio e Biagio, come testimonia un elenco di "Lasciti e donazioni" conservato in Archivio (cfr. F. Gasparolo, F. Guasco di Bisio, C. Parnisetti, "Raccolta di Iscrizioni Alessandrine", Alessandria 1935) oltre al testamento del 17 maggio 1651, rog. Giovanni Maria Gustavino. Il dipinto presenta notevoli affinità stilistiche con il ritratto di Franciscus Ghilini. La presentazione del personaggio, a figura intera tra quinte formate da un tavolo e da una lapide è identica e speculare, nei due ritratti inoltre è stata usata la stessa gamma cromatica e le dimensionidelle tele sono uguali. Ciò fa pensare che i due dipinti siano opera di uno stesso pittore e cronologicamente si collochino in anni molto vicini (si ricordi che il Ghilini muore nel 1656 e Cuttica nel 1652), inoltre, si potrebbe supporre che i due ritratti siano stati pensati per essere collocati sull astessa parete. Per quanto riguarda l adatazione, se da un lato si può ipotizzare, data l'importanza dei personaggi, che la commissione per i ritratti sia stata fatta subito dopo la morte dei benefattori e perciò entro il sesto decennio del XVII secolo, dall'altro non sono stati ritrovati documenti d'archivio relativi a tali commissioni e inoltre il ritratto rffigurante Nicolaus Cutica non compare nell'Inventario del 1701 (Archivio dell'Ospedale). Il dipinto compare invece negli inventari del 1720, 1737, 1738, 1750, mentre negli inventari ottocenteschi invece non sono specificati i nomi dei benefattori e i gruppi di ritratti hanno un unico numero (Archivio Ospedale). Il dipinto compare in un inventario del 1960 (Archivio Ospedale) con il n° 109, numero che non è riportato sul retro del quadro. Il dipinto venne collocato nella Galleria dei quadri-ricordo dei benefattori, istituita nel 1933 (cfr. Agapiti, "L'Ospedale Civile di Alessandria", in "Alexandria", II, 1934, fasc. 4), ed è infatti riconoscibile in una forografia di una delle sale dell'allestimento, conservata in Archivio (Archivio Ospedale). Non si sa dove si trovasse prima di questa data nè quando passò alla collocazione attuale, poichè non furono registrati i molteplici spostamenti dei quadri avvenuti all'interno dell'edificio ospedaliero per esigenze di arredo di uffici, corridoi, sale. Il quadro venne probabilmente restaurato nel 1932 dal pittore "Giosuè Brancoli, specialista in materia, che ha già dato prova del suo valore col restauro fatto al quadro di Nicolao Balla...che chiede per primi tre quadri grandi da restaurare £. 290 ciascuno". Infatti, in una deliberazione del 3 febbraio 1932, che aveva in oggetto "6 restauri di quadri con effigie dei benefattori" si menzionano ritratti di antichi benefattori di grandi dimensioni, denunciando il pessimo stato di conservazione di alcuni "quadri di antica data che presentano anche parecchie lacerazioni causate dal trasporto che ne veniva in precedenza fatto in occasione della festa di S. Antonio, per appenderli sull afacciata principale del fabbricato dell'Ospedale, provvedimento opportunamente e gradualmente abolito" (Archivio dell'Ospedale).
altra localizzazioneluogo di provenienza: Piemonte, AL, Alessandria
bibliografiaAgapiti( 1934)p. 3; Gasparolo F.( 1926)v. III; Gasparolo F./ Guasco di Bisio F./ Parnisetti C.( 1935)pp. 374-375
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaAlessandria
comuneAlessandria
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Soffiantino M. P.; Funzionario responsabile: Spantigati C. E.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Bombino S. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Bombino S. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1984
anno modifica2006

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