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Opera d'arte resurrezione di Lazzaro di de Grebber Pieter Fransz (1600 ca./ 1652-1653), a Torino

L'opera d'arte resurrezione di Lazzaro di de Grebber Pieter Fransz (1600 ca./ 1652-1653), - codice 01 00351072 di de Grebber Pieter Fransz (1600 ca./ 1652-1653), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoresurrezione di Lazzaro
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00351072
localizzazioneITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86
contenitorepalazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
datazionesec. XVII secondo quarto; 1632 - 1632 [data]
ambito culturaleambito olandese(firma)
autorede Grebber Pieter Fransz (1600 ca./ 1652-1653),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurecm, alt. 108, largh. 90,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiDipinto di formato quadrangolare con cornice del 1730 circa.Soggetti sacri: Resurrezione di Lazzaro.
notizie storico-criticheSi ritiene che l'opera, datata 1632 e firmata da Pieter De Grebber, sia ispirata al dipinto di Rembrandt dallo stesso tema, del 1630-31 circa (Los Angeles County Museum of Art). Le corrispondenze più evidenti risiedono nel personaggio di Lazzaro che si solleva dalla bara e nel gesto drammatico di Cristo. Il dipinto in esame fu utilizzato probabilmente come pala d’altare per una delle chiese cattoliche clandestine di Haarlem o per un altare domestico. Lo stesso De Grebber era un cattolico devoto e riceveva molte commissioni dai cattolici di Haarlem. La data del quadro è stata anche letta come 1637, ma la somiglianza stilistica con la Discesa dalla croce ad Amsterdam (Rijksmuseum) del 1633 rende più attendibile il 1632. Il dipinto è citato nel Repertory of Dutch and Flemish Painting in Italian Public Collection. III Piedmont and Valle d'Aosta, 2011, con ampia bibliografia precedente e sintesi della storia collezionistica. Sul retro della tavola compare un biglietto con sigillo datato 1734 a firma del notaio veneziano Giuseppe Mozzoni; "Addì 15 febraro 1734 fu da me Giuseppe Mozzoni Nodaro veneziano improntato il presente mio sigillo notarile et altro mio sigillo particolare". Ciò consente di riconoscere nell'opera uno dei quadri già in collezione di Cristoforo Bonlini, messi in vendita dal mercante d'arte Giovanni Battista Bodissoni e acquistati a Venezia nel 1737 da Claudio Francesco Beaumont per conto di Carlo Emanuele III.
altra localizzazioneluogo di deposito: ITALIA, Piemonte, TO, Torino
bibliografiaSumowski, W.( 1983)V. I, p. 86, nota 29; Meijer, Bert W./ Sluiter, Guus/ Squellati Brizio, Paola( 2011)p. 263, n. 395; Spantigati, Carla Enrica (a cura di)( 2012)p. 275, n. 13.1
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzovia XX Settembre, 86
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: de Groot, Erlend; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithCorso, Giorgia; Trascrizione per informatizzazione: Damiano, Sonia (2012)
anno creazione2012
latitudine45.073139
longitudine7.684548

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