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Opera d'arte resurrezione di Cristo di Gaddi Taddeo (1300 ca./ 1366), a Firenze

L'opera d'arte resurrezione di Cristo di Gaddi Taddeo (1300 ca./ 1366), - codice 09 00281049 - 18 di Gaddi Taddeo (1300 ca./ 1366), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia
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bene culturaledipinto
soggettoresurrezione di Cristo
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00281049 - 18
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzevia Ricasoli, 58/60
contenitoremonastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia
datazionesec. XIV ; 1335 (ca) - 1340 (ca) [bibliografia]
autoreGaddi Taddeo (1300 ca./ 1366),
materia tecnicatavola/ pittura a tempera/ doratura a foglia
misurecm, alt. 41, largh. 36,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Soggetti sacri. Personaggi: Cristo. Figure maschili: guardie. Abbigliamento: all'antica. Attributi: (Cristo) vessillo crocesignato. Paesaggi: grotta. Oggetti: sepolcro; elmi; scudo. Vegetali: palma.
notizie storico-criticheLa formella, insieme alle altre undici con scene della vita di Cristo, alle dieci con scene della vita di San Francesco e alla lunetta attualmente all'Accademia, faceva parte originariamente di un armadio conservato nella sacrestia di Santa Croce di cui non resta oggi alcuna traccia. Altre due formelle ('Pentecoste' e 'Resurrezione del fanciullo di casa Spini') sono oggi alla Gemäldegalerie di Berlino, e altre due ('Prova del fuoco davanti al Soldano' e 'Morte del Signore di Celano') all' Alte Pinakothek di Monaco. L'attribuzione del Sirén al Gaddi é stata generalmente accettata; Berenson credeva dell'artista solo il ciclo di San Francesco. In un primo momento si pensó che le formelle decorassero due armadi, poi Sirén ipotizzó trattarsi di un solo mobile dove esse erano disposte sui due battenti in tre file parallele composte da quattro formelle ciascuna, visto che a quell'epoca se ne conoscevano solo ventiquattro. La Steinweg ipotizzó che la lunetta fosse collocata all'interno dell'armadio e riportava il parere concorde di Offner il quale pensava che anche le altre formelle si trovassero all'interno della struttura probabilmente giá smembrata nel Cinquecento. La Marcucci ipotizzó che a seguito di questo precoce smembramento (1520-1530) la lunetta fosse rimasta a sé stante e per questo non fosse ricordata dalle fonti cinquecentesche. Inoltre la studiosa presumeva che solo nell'Ottocento le due scene fossero state unite sacrificando a tale scopo un listello della tarsia originale. E' piuttosto difficile attualmente esprimere un giudizio sull'originalitá di quest'ultima. Si nota che essa, nella parte centrale, aderisce perfettamente soltanto alla semilunetta sinistra, mentre nella parte inferiore si scorge una piccola frattura del legno. Dalle descrizioni settecentesche, che si riferirebbero comunque alla risistemazione cinquecentesca delle formelle in altri sportelli, si rileva che il programma iconografico e il criterio seguito nella disposizione delle scene, distribuite su due file parallele, era basato sull'evidenziare le "conformitá" fra la vita di Gesú e quella di San Francesco. La Marcucci, dopo un attento esame della struttura delle formelle, stabilí che il rinforzo posteriore di ventidue-inserite come tutte in uno specchio quadrangolare di noce-é di legno di pioppo, e nelle restanti quattro é di noce. Notó poi che, escludendo i rimaneggiamenti ottocenteschi che dettero ai pannelli delle misure standard, le quattro formelle sono inferiori per larghezza alle altre mentre sono di uguale altezza e presentano delle cornici mistilinee di minore sporgenza e larghezza. Visto che anche la lunetta presenta un rinforzo posteriore in noce la Marcucci suppose che, insieme alle quattro formelle, si trovasse sulla parte centrale del mobile: la lunetta sulla sommitá, le formelle, disposte una sopra l'altra, sui due battenti centrali che venivano aperti periodicamente per mostrare le reliquie custodite all'interno. Gli altri ventidue riquadri, secondo la Marcucci, dovevano decorare altrettanti sportelli apribili: le formelle con le scene della vita di Cristo sul lato sinistro del mobile, mentre quelle con San Francesco sul lato destro. Altre sei formelle sarebbero state collocate sul basamento che doveva sostenere l'armadio. La studiosa faceva presente la possibilitá che i pannelli rettangolari in cui sono inserite le formelle avessero originariamente una cornice intarsiata e ipotizzava che il mobile fosse collocato sugli armadi ancor oggi lungo la parete ovest della sacrestia. Il Conti, di recente, ha proposto un'altra ipotesi di ricostruzione. Supponendo che almeno altre sei formelle siano andate disperse ritiene che le due semilunette fossero collocate alla sommitá interna dei battenti centrali dell'armadio al cui interno si sarebbero trovate anche le scene della vita di San Francesco, otto su ciascun battente disposte a coppia, mentre le storie di Cristo sarebbero state all'esterno. Ultimamente il Ladis ha rifiutato entrambe le ipotesi concludendo che l'intento iconografico e narrativo alla base della struttura trovava la sua resa migliore proprio nella disposizione dei pannelli descritta dal Richa.
altre attribuzioniGiotto
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzovia Ricasoli, 58/60
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Papucci S.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Romagnoli G. (2005), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Romagnoli G. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1987
anno modifica2005; 2006
latitudine43.777035
longitudine11.258756

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