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Opera d'arte putto alato con ghirlanda di fiori di Beaumont Claudio Francesco (1694/ 1766), a Torino

L'opera d'arte putto alato con ghirlanda di fiori di Beaumont Claudio Francesco (1694/ 1766), - codice 01 00201824 di Beaumont Claudio Francesco (1694/ 1766), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in reggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano I, 41, Salotto ottagono, parete nord/est
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bene culturaleporta, opera isolata
soggettoputto alato con ghirlanda di fiori
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00201824
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, TorinoPiazzetta Reale
contenitorereggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano I, 41, Salotto ottagono, parete nord/est
datazionesec. XVIII metà; 1740 - 1760 [analisi stilistica]
autoreBeaumont Claudio Francesco (1694/ 1766),
materia tecnicalegno/ intaglio/ doratura/ pittura
misurealt. 250, largh. 107, sp. 8
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiPorta a fondo laccato in crema incorniciata da intagli dorati simulanti sinuosi tralci vegetali e motivi fitomorfi, con al centro un putto alato, coperto da un lembo, che tiene tra le mani una ghirlanda di fiori di vari colori intrecciata da un nastro. Mazzi e ghirlande di fiori multicolori ornano anche la base e la parte superiore della porta.Fiori. Figure: putto.
notizie storico-criticheClemente Rovere (1858, p. 137) afferma che gli intagli di questo Gabinetto, chiamato "alcova attigua" alla "Sala della Colezione", furono eseguiti nel 1684 da Michele Crotti, succeduto a Pietro Botto nel servizio per conto del duca (A. Baudi di Vesme, 1963-1982, vol. I, p. 66) e da Vincenzo Possino, scultore e architetto, nominato nel 1694 priore della Compagnia di San Luca (ibid., vol. III, p. 858). Le pitture vennero eseguite invece, sempre secondo Rovere, un anno dopo da Lorenzo Bononcelli, noto dal 1685 al 1707, quando svolge lavori per conto della corte, tra cui pitture di fiori (ibid. vol. I, p. 156). L'attuale configurazione della sala, però, è di pieno Settecento, come confermano i dati riportati da A. Midana che, riferendosi nel 1756 a un "rimodernamento" dell'ambiente definito "gabinetto oscuro di passaggio" all'antica "camera d'udienza di S.M.", indica F. Tamiati e G. Gianotti come esecutori degli intagli (per i Gianotti vedi A. Baudi di Vesme, 1963-1982, vol. II, pp. 527-528) oltre a Pietro Pace e Bartolomeo Monticelli come doratori (A. Midana, s.d., tav. 35). Secondo Pedrini appartengono ancora alla fase secentesca gli stipiti e le cornici delle porte (A. Pedrini, 1953, p. 103, f. 173; p. 40, f. 56; p. 115, f. 202). L'autore delle pitture attualmente visibili viene ora identificato con Claudio Francesco Beaumont, autore anche del dipinto posto al centro e raffigurante la Fama (V. Viale, 1963, vol. I, tav. 7; vol. III, tavv. 324-325), mentre C. Rovere per l'ovale del soffitto proponeva il nome di Daniele Seyter (C. Rovere, 1858, p. 137). Nel 1917 erano segnalati dal Soprintendente Cesare Bertea alcuni danni all'interno della sala, aggravati da infiltrazioni d'acqua che avevano peggiorato il distacco della tela dal soffitto e lo scrostamento dei dipinti sui lambriggi. Sui guasti, descritti da una relazione dello stesso Soprintendente e da Baudi di Vesme, intervenne il pittore Carlo Cussetti, allievo di Enrico Gamba, impegnato in numerosi restauri a Palazzo Reale e in vari edifici di proprietà reale (A. M. Comanducci, 1962, vol. I, p. 525). I lavori che riguardarono le porte, le lesene e i pannelli lungo le pareti proseguirono fino all'estate del 1919, quando venne bloccata la terza e ultima fase prevista nella programmazione dei restauri per mancata assegnazione dei fondi. Quest'ultimo lotto prevedeva il restauro degli scomparti decorati con trofei d'armi, di parte dello zoccolo, di altre lesene e pannelli dipinti da ghirlande di fiori, oltre che della grande arcata che introduce alla Sala della Colazione (ASTO, Sezioni Riunite, Casa di Sua Maestà, mazzo 1591, fascicolo 1, Direzione Provinciale della Real Casa, Fabbricati in Torino - Palazzo Grande - Manutenzione ordinaria: i dati di restauro mi sono stati gentilmente segnalati da Silvia Ghisotti e Paola Manchinu). Non si esclude per questa sala l'intervento di Benedetto Alfieri, impegnato nella campagna di decorazioni d'interni che l'architetto condusse a Palazzo Reale dopo il 1739 per volere di Carlo Emanuele III (V. Viale, 1963, vol. I, tav. 7; A. Bellini, 1978, p. 300): la composizione infatti sembra riecheggiare i moduli alfieriani nell'uso di ripartizioni geometriche, delimitate da contorni sinuosi che esaltano il valore delle linee.
bibliografiaRovere C.( 1858)p. 137; Midana A.( s.d.); Pedrini A.( 1953)pp. 40, 103, 115; Viale V.( 1963); Baudi di Vesme A.( 1963)v. I, p. 379; v. II, pp. 527-528; v. III, p. 858.; Comanducci A.M.( 1962)v. I, p. 525; Bellini A.( 1978)p. 300
definizioneporta
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzoPiazzetta Reale
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Arena R.; Funzionario responsabile: Astrua P.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Damiano S. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2000
anno modifica2007
latitudine45.072658
longitudine7.686346

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