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Opera d'arte Peleo e Teti di Fontana Orazio (1510 ca./ 1571), a Modena

L'opera d'arte Peleo e Teti di Fontana Orazio (1510 ca./ 1571), - codice 08 00229236 di Fontana Orazio (1510 ca./ 1571), si trova nel comune di Modena, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, comunale, Palazzo dei Musei, Palazzo dei Musei, largo Sant'Agostino, 337, Galleria Estense
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bene culturalescodella
soggettoPeleo e Teti
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00229236
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, MO, Modenalargo Sant'Agostino, 337
contenitorepalazzo, comunale, Palazzo dei Musei, Palazzo dei Musei, largo Sant'Agostino, 337, Galleria Estense
datazionesec. XVI metà; 1550 (ca.) - 1550 (ca.) [analisi stilistica; bibliografia]
ambito culturalemanifattura urbinate(analisi stilistica; bibliografia)
autoreFontana Orazio (1510 ca./ 1571),
materia tecnicamaiolica/ smaltura stannifera/ pittura
misurecm, alt. 4.6, diam. 24,
condizione giuridicaproprietà Stato, Soprintendenza per il Patrimonio, Artistico e Etnoantropologico di Modena e Reggio Emilia
dati analiticiScodella in maiolica policroma istoriata. All'interno, in primo piano a sinistra troviamo Teti ignuda e Peleo in atto di assalirla e in secondo piano a destra Teti che per sfuggire Peleo si trasforma prima in albero, poi in uccello; alle spalle dei personaggi in primo piano è una massa rocciosa, mentre sullo sfondo è raffigurato un specchio d'acqua, abitati e montagne; dipinto in turchino, arancio, giallo, verde, bruno, viola e lumeggiature in bianco. L'esterno reca due strisce gialle presso l'orlo e legenda in turchino all'interno del piede.Personaggi: Peleo; Teti. Paesaggi: rocce; mare; monti; edifici.
notizie storico-criticheIl tema, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio (XI, 238-265) e sviluppato nelle sue conseguenze, compare in parecchi altri esemplari dell'istoriato cinquecentesco e attesta la fortuna del repertorio ovidiano in età rinascimentale. L'attribuzione ad un pittore attivo nella bottega urbinate dei Fontana verso la metà del XVI secolo (Liverani F. 1979) trova conferma al confronto con esemplari assegnati alla stessa manifattura, in particolare con un piatto del museo civico di Pesaro che ne è la replica esatta sia sul piano iconografico che pittorico (cfr. Maioliche Museo 1979). L'autore, dalla grafia agile e precisa, usa i moduli compositivi peculiari delle officine metaurensi e appare influenzato dalla maniera di Orazio Fontana nel trattamento dei nudi, nella caratterizzazione dei volti e nell'uso di una tavolozza fluida, impostata su toni prevalentemente caldi. La stessa mano compare in altre maioliche urbinati il cui studio è da approfondire ulteriormente.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Emilia Romagna, MO, Modena
bibliografiaLiverani F.( 1979)p. 70; AA. VV.( 1979)n. 283; AA. VV.( 2000)p. 129
definizionescodella
regioneEmilia Romagna
provinciaModena
comuneModena
indirizzolargo Sant'Agostino, 337
ente schedatoreS28
ente competenteS28
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Righi Guerzoni L.; Funzionario responsabile: Bentini J.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Corti C. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Corti C. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); Albonico C. (2012
anno creazione1987
anno modifica2006; 2012
latitudine44.646037
longitudine10.934481

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