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Opera d'arte nozze di Cana di Caccia Guglielmo detto Moncalvo (1568/ 1625), a Alessandria

L'opera d'arte nozze di Cana di Caccia Guglielmo detto Moncalvo (1568/ 1625), - codice 01 00030988 di Caccia Guglielmo detto Moncalvo (1568/ 1625), si trova nel comune di Alessandria, capoluogo dell'omonima provincia
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, opera isolata
soggettonozze di Cana
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00030988
localizzazioneItalia, Piemonte, AL, Alessandria
datazionesec. XVII prima metà; 1623 (post) - 1625 (ante) [fonte archivistica; bibliografia analisi stilistica]
autoreCaccia Guglielmo detto Moncalvo (1568/ 1625),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 415, largh. 187,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiLa composizione si sviluppa orizzontalmente. Alla tavola che occupa la maggior parte della larghezza della tela sono seduti: la Vergine, alla sinistra del Cristo, alcuni personaggi femminili tra i commensali e i servi in primo piano con le anfore. Compaiono venti personaggi in un ambiente riconoscibile come un interno di cui si intravedono, sullo sfondo, pareti molto scure di colore grigio-bruno che si schiariscono leggermente dietro ai tre personaggi centrali, sino a formare, con un alone luminoso, l'aureola di Cristo, che indossa un abito rosso vivace e un manto bruno. Il gruppo a destra di Cristo è molto scuro: il primo personaggio, s. Giuseppe, ha un manto giallo e un abito grigio, un sottilissimo filo giallo forma l'aureola; in successione, sempre alla destra del Cristo, il secondo personaggio è un uomo bruno, posto di profilo, che indossa un manto grigio tendente al bruno; il terzo, di cui si intravede appena il volto, in ombra, è un fanciullo dai capelli castani, chiari; il quarto è un giovane che solleva un calice colmo di vino rosato, indossa un abito di colore rosso vivace, di colore simile a quello di Cristo, e tiene in mano un panno bianco-grigiastro; il quinto è un vecchio canuto dalla carnagione scura che regge [continua nel campo Osservazioni].Soggetti sacri. Personaggi: Gesù Cristo; Maria Vergine. Figure maschili: astanti; servitori; musici. Figure femminili. Figure: bambino. Abbigliamento. Interno. Mobilia: tavola. Oggetti: piatti; posate; vassoio; vasi; bastone; spada. Strumenti musicali: violino; flauto traverso; mandola. Frutti. Elementi architettonici: parete.
notizie storico-criticheLa grande tela, anticamente attribuita a Giuseppe Vermiglio (cfr. F. Gasparolo, Un quadro del Vermiglio, in "Rivista di Storia Arte e Archeologia della Provincia di Alessandria, VII, serie III, fasc. XXVII, 1923, p. 355), pervenne all'Ospedale del Convento di San Bernardino dei Minori Osservanti, ridotto nel 1802 a magazzino militare e poi distrutto (F. Gasparolo, F. Guasco di Bisio, C. Parrsinetti, Raccolta di Iscrizioni Alessandrine, Alessandria, 1935, p. 158) e fu collocata sopra l'altare a destra nella Chiesa dell'Ospedale, già di S. Andrea Avellino e poi di S. Marta. Si ritiene che sia stata donata dal Convento all'Ospedale perché così si legge nel Verbale di consegna alla Pinacoteca del 1903 (Archivio Ospedale) ma l'atto di Donazione non è stato reperito. Il 26.2.1898 (Archivio Ospedale) la Congregazione di Carità decise di dare in consegna il quadro, erroneamente definito come "Coena Domini", al Municipio perché fosse collocato nella Civica Pinacoteca, riservando comunque il diritto di proprietà all'Ospedale. Accettato dalla Giunta Comunale, lo spostamento del quadro avverrà solo il 10.12.1903 (Archivio Ospedale; E. Filippelli, Catalogo della Pinacoteca Viecha in Alessandria, Alessandria, 1915, p. 7). Il dipinto tornato in Ospedale in data 13.11.1957 viene collocato nella Sala del Consiglio (Archivio Ospedale). Il dipinto compare in un inventario del 1960 (Archivio Ospedale) al n. 7, definito come: "quadro grandissimo ad olio autore Moncalvo?". La grande tela è stata attribuita a Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (G. Romano, Nauture morte in Piemonte, in "Arte Antica e Moderna", n. 28, 1964, p. 428, pp. 430-431; G. Romano, A. Truffa, Guglielmo Caccia detto il Moncalvo nel quarto centenario della nascita 1568-1625, Asti, 1968, p. 75; G. Romano, voce Guglielmo Caccia, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, 1972, vol. XV, pp. 758-762; G. Romano, Orientamenti della pittura casalese da G. M. Spanzotti alla fine del cinquecento, Quarto Congresso di Antichità d'Arte Casale Monferrato, atti del convegno (1969), Casale Monferrato, 1974, pp. 425-429; G. Romano, Guglielmo Caccia: Cristo confortato dagli angeli del deserto, in Ricerche a Testona per una storia della comunità, catalogo della mostra, Torino, 1980, p. 83). La scelta dei colori densi e untuosi, piuttosto inconsueta per il Moncalvo, segna il passaggio dalle preziose gamme cromatiche milanesi a quelle fumose degli ultimissimi anni. L'opera deriva iconograficamente da un dipinto, che ora si trova nella parrocchiale di Altavilla, raffigurante le nozze di Cana ed eseguito, ma probabilmente non finito, da Nicolò Musso (attivo a Casale Monferrato dal 1618 al 1622) nell'ultimo periodo conosciuto della sua attività (G. Romano, 1964, tav. 135b), e presenta notevoli affinità con le opere dipinte dal Caccia dopo il 1623: Tobiolo e l'Angelo del Duomo di Tortona, l'Annunciazione del Duomo di Alessandria. Quest'ultima tela si trova nella cattedrale, insieme ad altri dipinti del Caccia raffiguranti le Storie della Vergine, databili tra il 1608 e il 1613 (cfr. G. Romano, 1972, p. 760), che testimoniano la sua precedente attività in questa città, ma apparteneva al Convento delle Monache dell'ordine di S. Agostino, ed era stata dipinta per la chiesa dell'Annunziata, edificata nel 1620 ed aperta al pubblico il 24.12.1624 (Ricerhce del Can. Don Giuseppe Amato, Per una storia sulla Cattedrale di Alessandria), documenti riprodotti in fotocopia dagli originali conservati presso l'archivio della Curia Vescovile di Alessandria, in M. Annone, Lo stato degli arredi sacri nell'antica Cattedrale di Alessandria, tesi di laurea presso l'Università degli Studi di Torino, Facoltà di Magistero, corso di laurea in Materie Letterarie, a.a. 1980/1981, p. 316). Tali confronti suggeriscono la collocazione delle Nozze di Cana di Alessandria nell'ultimo periodo dell'attività di Moncalvo, quindi una datazione tra il 1623 e il 1625. Nella recente mostra dedicata al Moncalvo, svoltasi a Casale Monferrato nel 1997, l'attribuzione dell'opera è confermata al Caccia e, parimenti, la datazione tarda, cfr. A. M. Bava, Guglielmo Caccia detto il Moncalvo - Una biografia, in Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (1568-1625) dipinti e disegni, a cura di G. Romano, C. E. Spantigati, catalogo della mostra (Casale Monferrato, Museo Civico), Torino, 1997, p. 20.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Piemonte, AL, Alessandria; luogo di provenienza: Piemonte, AL, Alessandria; luogo di provenienza: Piemonte, AL, Alessandria
bibliografiaFilippelli E.( 1915)p. 7; Gasparolo F.( 1923)p. 355; Gasparolo F./ Guasco di Bisio F./ Parsinetti C.( 1935)p. 158; Romano G.( 1964)pp. 428, 430-431; Romano G./ Truffa A.( 1968)p. 75; Romano G.( 1972)V. XV, pp. 758-762; Romano G.( 1974)pp. 425-429; Romano
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaAlessandria
comuneAlessandria
ente schedatoreR01
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Soffiantino M. P.; Funzionario responsabile: Spantigati C. E.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Facchin L. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Facchin L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1982
anno modifica2006

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