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Opera d'arte MASCHERONE di Leplat Raymond (1664 ca./ 1742), Kirchner Christian (notizie 1717-1732), Manifattura di Meissen (notizie 1710-2007), a Torino

L'opera d'arte MASCHERONE di Leplat Raymond (1664 ca./ 1742), Kirchner Christian (notizie 1717-1732), Manifattura di Meissen (notizie 1710-2007), - codice 01 00039524 di Leplat Raymond (1664 ca./ 1742), Kirchner Christian (notizie 1717-1732), Manifattura di Meissen (notizie 1710-2007), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in reggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano I, 36, Sala del Caffè
immagine - immagine non disponibile -
bene culturalevaso, opera isolata
soggettoMASCHERONE
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00039524
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, TorinoPiazzetta Reale
contenitorereggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano I, 36, Sala del Caffè
datazionesec. XVIII primo quarto; 1715 (ca.) - 1716 (ca.) [documentazione; bibliografia]
autoreLeplat Raymond (1664 ca./ 1742), Kirchner Christian (notizie 1717-1732), Manifattura di Meissen (notizie 1710-2007),
materia tecnicaporcellana/ modellaturaargento/ doratura
misuremm., alt. 658, diam. 295,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiFregio a tralci di vite nella bocca e nel collo; al centro quattro mascheroni circondati da volute, festoni, conchiglie e palmette. Le membrature dei vasi sono sottolineate dalle bordature in argento dorato (bocca e base) e dalle mascherature degli attacchi tra corpo e e base dei vasi - per mezzo di un perno metallico e di un bullone dello stesso materiale; coperchio con foglie stilizzate a rilievo - che richiama lo stesso motivo nella base del corpo del vaso B abraso e coperto dalla mascherina argentea - pomolo a forma di giglio quadrifronteNR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheLa coppia di vasi bianchi faceva parte di una parure di sette vasi - ciò spiega perché i due oggetti superstiti non sono due pendant - donati personalemente da Augusto il Forte, elettore di Sassonia e re di Polonia, al re Vittorio Amedeo II, in segno di ringraziamento per l'ospitalità ricevuta durante il suo viaggio del 1725, e spediti da Dresda a Torino nel settembre dello stesso anno. I documenti dell'Archivio delle Staatliches Kunstsammlungen di Dresda parlano appunto di "Parure da camino consistente in 7 pezzi, 3 pezzi vasi grandi, 1 pezzo con due manici e due pezzi senza manici, ornati di figure e fiori. Sono stati donati al Re di Sardegna nell'anno 1725" (i documenti sono tratti da C. BERTANA, in Porcellane e argenti del Palazzo Reale di Torino, catalogo della mostra a cura di A. Griseri e G. Romano, Milano 1986, scheda n. 65, pp. 226-228) ma anche di una "applicazione d'oro e d'argento sul corpo dei vasi segnalata pure negli inventari della Real Casa del 1815 ("Sette vasi di porcellana guarniti di metallo" e del 1823 ("Un vaso grande di porcellana bianca a vari ornati dorati con due maniglie e coperchio finiente con un fiorame e guarnitura di bronzo dorato. Due altri vasi... simile... Due altri più piccoli... simile...") e probabilmente rimossi sui nostri esemplari nel secolo scorso, accelerando il naturale processo di consunzione della superficie dorata stesa sopra coperta. Si deve a Ingelore MENZHAUSEN (Johann Friedrich Boettgen, Lipsia 1982, p. 297) la pubblicazione di un disegno, databile 1716, dell'architetto Raymond Leplat - conservato negli archivi di Dresda - che forse costituì la prima idea per il tipo di vaso bianco con decorazioni in oro di cui fanno parte, oltre agli esemplari torinesi, due diverse versioni possedute dalle collezioni reali di porcellana di Dresda e attribuibili a Christian Kirchner, responsabile del modello, su disegno di Irminger e Leplat (C. BERTANA, cit., p. 227). I vasi di Dresda (NN. inv. PE. 950-951) datano intorno al 1715-1716 ed erano decorati con motivi a grottesca in oro "d'après Berain". Non è possibile stabilire con certezza quando, a Torino, queste dorature vennero eliminate, di certo l'intervento di applicazione delle mascherine - che comportò l'abrasione del motivo a fogliame sottostante in un vaso - e delle bordature in argento dorato non fu contemporaneo poiché i vasi sono già ricordati come "guarniti di metallo" nell'inventario del 1815 e gli "ornati dorati" esistevano ancora nel 1823. Appare inverosimile l'ipotesi che le mascherine siano state aggiunte in epoca francese, quando il palazzo era spogliato di tutti gli argenti, ed è probabile che l'intervento di un orafo piemontese cada nell'ultimo quarto del Settecento, presentandosi nella forma di un aggiornamento stilistico della serie di vasi che iniziava ad apparire un po' fuori moda.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Piemonte, TO, Torino
bibliografiaBrosio V.( 1964)pp. 106, 128-131
definizionevaso
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzoPiazzetta Reale
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Corrado F.; Funzionario responsabile: Mossetti C.; Trascrizione per informatizzazione: Fratini M. (2000); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Severino M. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1986
anno modifica2007
latitudine45.072658
longitudine7.686346

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