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Opera d'arte Latona derisa dai contadini della Licia di Schalcken Godfried (1643/ 1706), a Torino

L'opera d'arte Latona derisa dai contadini della Licia di Schalcken Godfried (1643/ 1706), - codice 01 00351031 di Schalcken Godfried (1643/ 1706), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoLatona derisa dai contadini della Licia
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00351031
localizzazioneITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86
contenitorepalazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
datazionesec. XVII fine; 1690 (ca) - 1692 (ca) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito olandese(analisi stilistica)
autoreSchalcken Godfried (1643/ 1706),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurecm, alt. 37, largh. 53,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiDipinto di formato rettangolare con cornice del 1720-1730 circa.Soggetti profani: Latona derisa dai contadini della Licia. Personaggi: Latona; contadini; Apollo; Diana. Animali: rospi.
notizie storico-criticheIl dipinto illustra un passo delle Metamorfosi di Ovidio (VI, 317-80): Latona, madre di Apollo e Diana, fuggendo in Lidia con i figli neonati per sottrarsi alle persecuzioni di Giunone, trova un lago per placare la sua sete. I contadini del posto la deridono e la mettono in guardia dal bere, ma la sua maledizione li trasforma in rospi. In questa versione del tema alcuni contadini sono già trasformati in rospi, mentre altri sono intenti ad insultare Latona. Ella tiene Diana tra le braccia e ha deposto a terra Apollo. Il dipinto non è firmato, ma era già attribuito a Schalcken quando faceva parte della collezione viennese del principe Eugenio di Savoia Soissons (J. Von Retzer, ‘Gemäldesammlung des Prinzen von Savoyen in Wien’, 1737, traduzione italiana in Baudi di Vesme 1886). L'attribuzione non è mai stata messa in dubbio, poiché corrisponde allo stile del pittore. Il dipinto mostra l'arte di Schalcken nel suo periodo maturo, quando si discosta dall'influsso del maestro Gerrit Dou. Secondo Beherman dovrebbe essere datato intorno al 1690-92. Il dipinto è citato nel Repertory of Dutch and Flemish Painting in Italian Public Collection. III Piedmont and Valle d'Aosta, 2011, con ampia bibliografia precedente. L'opera venne acquistata da Carlo Emanuele III con gran parte della raccolta del principe Eugenio e raggiunse Torino nel 1741.
altra localizzazioneluogo di deposito: ITALIA, Piemonte, TO, Torino
bibliografiade Groot, Hofstede( 1907-1928)V. V, p. 406, n. 283; Beherman, T.( 1988)pp. 121, 124; Meijer, Bert W./ Sluiter, Guus/ Squellati Brizio, Paola( 2011)pp. 216-217, n. 849; Spantigati, Carla Enrica (a cura di)( 2012)
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzovia XX Settembre, 86
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: de Groot, Erlend; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithCorso, Giorgia; Trascrizione per informatizzazione: Damiano, Sonia (2012)
anno creazione2012
latitudine45.073139
longitudine7.684548

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