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Opera d'arte la scoperta dell'America di Costoli Aristodemo (1803/ 1871), a Firenze

L'opera d'arte la scoperta dell'America di Costoli Aristodemo (1803/ 1871), - codice 09 00225226 di Costoli Aristodemo (1803/ 1871), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, P.zza Pitti, 1, Galleria d'Arte Moderna
immagine - immagine non disponibile -
bene culturalegruppo scultoreo
soggettola scoperta dell'America
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00225226
localizzazioneItalia, Toscana, FI, FirenzeP.zza Pitti, 1
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, P.zza Pitti, 1, Galleria d'Arte Moderna
datazionesec. XIX ; 1848 - 1848 [documentazione]
autoreCostoli Aristodemo (1803/ 1871),
materia tecnicabronzo/ fusione
misurecm, alt. 86,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: Cristoforo Colombo. Personificazioni: Asia; Africa; America; Europa.
notizie storico-criticheL'opera venne fusa in bronzo da Clemente Papi ed apparve esposta all'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1848. Venne commissionata dal Granduca Leopoldo II, che si era interessato ad un modello in gesso, preparato nel 1845 per il concorso per il monumento a Colombo che scopre l'America da eseguirsi a Genova; questo fu poi però affidato al Bartolini mentre il Costoli vi eseguì solo il bassorilievo di Colombo che pianta la croce sulla spiaggia e la figura della Prudenza. Un disegno della collezione Batelli, conservato agli Uffizi e pubblicato da Carlo Sisi (1987) fa conoscere il "primo pensiero per il monumento a Colombo", corrispondente al modello in gesso. È noto che il Costoli apportò alcune modifiche ad un secondo esemplare, base per la fusione. Ne modificò le proporzioni e così ad esempio, Cristoforo Colombo appare giovane nel bronzo, mentre con la barba nel disegno citato. D. Heikamp ha pubblicato nel 1976 il disegno preparatorio al gruppo, allora in collezione privata. Le intenzioni politiche ed i valori etici del gruppo furono ben chiariti dallo stesso Costoli con una dichiarazione, più volte riportata nella letteratura sull'opera a partire da "L'arte in Italia" (1872), e poi ripresa da Sandra Pinto nel 1972, e da Ettore Spalletti nel 1982 e da Carlo Sisi nel 1987. Mentre nel monumento genovese si celebrava l'uomo illustre, nell'opera del Costoli si poneva l'accento sui contenuti ideologici e politici, ben accolti dal Granduca nel clima tollerante e moderatamente aperto della Toscana di allora. Il concetto storico non venne però tradotto su un piano monumentale e Paolo Emiliani Giudici, pur apprezzando il soggetto (bene meditato, composto, filosofico) trovò delle caratteristiche eccessivamente decorative nel gruppo; questo rischiava, secondo lui, di assomigliare ai bronzi decorativi di gusto francese e certamente reggeva le piccole dimensioni, mentre su proporzioni colossali sarebbe stato un vero "fiasco". Una vecchia litografia tratta dal Ballon's, Drawing Room Companion (1853) ci testimonia la presenza dell'opera all'Esposizione di Londra del 1851, ma in misura monumentale (fototeca della Kunsthistorisches Institut, Firenze, n. 394470). Dall'articolo in occasione del Necrologio di Aristodemo Costoli ("L'Arte in Italia", 1873) si apprende che lo scultore tradusse il gruppo in marmo per un americano, in dimensioni maggiori rispetto al bronzo ed "ebbe in progresso di tempo a fare non meno di quattro repliche". Sicuramente due di queste, in marmo, sono documentate in America: l'una già nel Metropolitan Museum di New York, ma purtroppo andata distrutta durante un trasferimento ad Haiti; l'altra, su base di alabastro, nella raccolta delle Knights of Columbus Supreme Council a Milwaukee nel Wisconsin in seguito al dono della signora Harriet Laura Barket Cramer (1848-1922) per il Columbus Day del 1919. Questa, a sua volta aveva acquistato l'oggetto dallo scultore Gaetano Trentanove (1858-1937) di Firenze, che ne era in possesso dal 1914 (cfr.: A. Rutkowsky, History of...). Ultimamente il bronzo della Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti ha visto un nuovo interesse critico per il recupero dei significati storici simbolici, per i quali è stato richiesto in occasione di diverse esposizioni.
bibliografiaAccademia Belle( 1848); Wiew Costoli( 1853)n. 394470; Emiliani Giudici P.( 1859)p. 239; Cultura neoclassica( 1972)pp. 98-99, n. 17; Heikamp D.( 1976)p. 116; Garibaldi arte( 1982)p. 64; Dizionario biografico( 1960-)p. 417; Kunstschatze Medici( 1987)p. 104,
definizionegruppo scultoreo
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoP.zza Pitti, 1
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Caputo Calloud A.; Funzionario responsabile: Meloni S.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Gavioli V. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Gavioli V. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1989
anno modifica2006
latitudine43.779926
longitudine11.245030

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