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Opera d'arte incoronazione di Maria Vergine, Santi di Giotto (1266 ca./ 1337), Gaddi Taddeo (1300 ca./ 1366), Mainardi Sebastiano (1450 ca./ 1513), a Firenze

L'opera d'arte incoronazione di Maria Vergine, Santi di Giotto (1266 ca./ 1337), Gaddi Taddeo (1300 ca./ 1366), Mainardi Sebastiano (1450 ca./ 1513), - codice 09 00281078 - 0 di Giotto (1266 ca./ 1337), Gaddi Taddeo (1300 ca./ 1366), Mainardi Sebastiano (1450 ca./ 1513), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in chiesa, basilica francescana conventuale, Chiesa di S. Croce, chiesa e convento di S. Croce, piazza S. Croce, transetto sud, parete di testa, cappella (della Nunziata, Baroncelli poi Giugni), sull'altare
immagine - immagine non disponibile -
bene culturalepolittico
soggettoincoronazione di Maria Vergine, Santi
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00281078 - 0
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazza S. Croce
contenitorechiesa, basilica francescana conventuale, Chiesa di S. Croce, chiesa e convento di S. Croce, piazza S. Croce, transetto sud, parete di testa, cappella (della Nunziata, Baroncelli poi Giugni), sull'altare
datazionesec. XIV ; 1328 (ca.) - 1329 (ca.) [bibliografia] ; ; sec. XV ; 1490 - 1490 [bibliografia]
autoreGiotto (1266 ca./ 1337), Gaddi Taddeo (1300 ca./ 1366), Mainardi Sebastiano (1450 ca./ 1513),
materia tecnicatavola/ pittura a temperaoro/ punzonatura
misurealt. 185, largh. 323,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.)
dati analiticiCinque pannelli ogivali entro cornice, predella con cinque scomparti.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheIl polittico che reca la firma di Giotto è ricordato quale opera autografa del maestro dalle fonti più antiche (Vasari) fino a tutto il il XIX secolo. All'inizio del Novecento l'autografia del maestro e la stessa autenticità della firma (Venturi la considerava una scritta commemorativa quattrocentesca) sono state messe in dubbio. Esclusa dal catalogo di Giotto dall'Offner, che non ricorda il polittico, parte degli studiosi la giudicavano opera esclusivamente di bottega (Douglas, Sinibaldi/Brunetti) o di uno stretto seguace del maestro (Berenson, Perkins, Ventura) identificabile secondo Frey in Taddeo Gaddi. Negli studiosi successivi si nota invece una inversione di tendenza, si tende infatti ad intravedere nel polittico anche l'intervento diretto di Giotto o nella concezione dell'impianto (Previtali lo riteneva eseguito da Taddeo con ritocchi finali di Giotto o del Parente di Giotto) o nel disegno (Baldini e Salvini lo ritenevano eseguite da Taddeo) o anche nella stesura di alcuni brani dell'opera (Longhi, Marchini e Gnudi davano a Giotto il pannello centrale e i laterali a Taddeo; i Paatz, Bologna e Bellosi lo ricordano come di Giotto e bottega). Cronologicamente l'opera, ritenuta quasi unanimamente un'opera tarda, e` stata collocata cronologicamente nel periodo immediatamente precedente alla partenza di Giotto per Napoli che risale al 1329 (Zeri) o subito dopo il suo ritorno nel 1334 (Salvini, Previtali), prima comunque della sua andata a Milano. Personalmente ritengo, come ha osservato lo Zeri, che il polittico sia il risultato di una collaborazione di Giotto con Taddeo che proprio in quegli anni lavorava alla decorazione della cappella Baroncelli a cui era destinato fin dall'origine il polittico. Il Gardner d'altronde notava una stretta relazione tra ciclo e polittico che riteneva concepiti contemporaneamente da un unico maestro che individuava in Giotto stesso (cfr. scheda 09/00281077). Il polittico fu dunque probabilmente concepito ed in parte realizzato da Giotto con l'aiuto di Taddeo e della bottega contemporaneamente agli affreschi e prima della sua partenza per Napoli. Attualmente il polittico non si presenta nella sua veste originale. Alla fine del Quattrocento venne infatti riquadrato ed inserito in una nuova cornice. Al pannello centrale fu asportata in quella occasione la cimasa, identificata dallo Zeri nel 1957 con una tavoletta triangolare con "l'Eterno e due angeli", già nella collezione Arthur Berenson di New York ed ora alla Fine Arts Gallery di San Diego. Sempre in occasione dell'inserimento della nuova cornice furono dipinti nei pennacchi sei teste di serafini. La sistemazione del polittico risale probabilmente all'ultimo decennio del secolo, quando Sebastiano Mainardi realizzò l'affresco con l'"Assunta" sulla parete occidentale della cappella. Lo Zeri, che ha formulato tale ipotesi, riconosce infatti nei serafini la mano dell'autore dell'"Assunta",Sebastiano Mainardi; La Ragionieri invece ritiene che l'intervento quattrocentesco risalga a Domenico Ghirlandaio. La notizia del restauro del 1865 ca. è ricordata dalle vecchie schede del Rondoni.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze
altre attribuzioniGaddi, TaddeoGiotto, bottegaAssistente A di Giotto (Maestro delle vele)
committenzaBaroncelli famiglia (1328)
bibliografiaCrowe J. A./ Cavalcaselle G. B.( 1864-1866)v. I p. 308; Vasari G.( 1878-1885)v. I pp. 374-375; Crowe J. A./ Cavalcaselle G. B.( 1883-1908)v. II pp. 84-85, 89 n. 1; Siren O.( 1905)p. 153 n. 1; Berenson B.( 1908)p. 45; Rintelen F.( 1912)p. 257; Gyarfes Wild
definizionepolittico
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazza S. Croce
provvedimenti tutelanotificazione (L. n. 364/1909), 1917/01/11
ente schedatoreL. 41/1986
ente competenteS128
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Rensi A.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Orfanello T. (1999), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Rensi A. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1988
anno modifica1999; 2006
latitudine43.768963
longitudine11.260609

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