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Opera d'arte consacrazione della chiesa di Bartolomeo di Fruosino (1366 ca/ 1441), a Firenze

L'opera d'arte consacrazione della chiesa di Bartolomeo di Fruosino (1366 ca/ 1441), - codice 09 00645715 - 2.5 di Bartolomeo di Fruosino (1366 ca/ 1441), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaleminiatura, c. 61v
soggettoconsacrazione della chiesa
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00645715 - 2.5
localizzazioneitalia, Toscana, FI, FirenzeP.zza S. Marco, 3
contenitoreconvento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
datazionesec. XV primo quarto; 1421 - 1421 [analisi stilistica; data bibliografia]
autoreBartolomeo di Fruosino (1366 ca/ 1441),
materia tecnicapergamena/ miniaturapergamena/ pittura a temperagesso/ doratura
misuremm, alt. 245, largh. 235,
condizione giuridicaproprietà Stato, MInistero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiIniziale fogliata grande con storia e caudata T (Terribilis est). Corpo della lettera azzurro decorato con cornici perlate e foglie arancioni, porpora, gialle, verdi e azzurre che vanno a formare il fregio che si estende su tre margini della carta alternando foglie, bottoncini dorati e ampie parti in foglia d'oro; all'interno del fregio sono tre uccelli fantastici poggiati sulle foglie; il campo è in un'unica foglia d'oro che si fonde con il fregio, il fondo è circondato da una cornice gialla con l'iscrizione in capitali commemorativa dell'evento rappresentato. Sul fondo è rappresentata la consacrazione della chiesa di Sant'Egidio dell'Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze da parte del papa Martino V che è al centro della scena, di profilo, in atto benedicente: indossa la tiara, veste e guanti bianchi e un lungo mantello rosso con bordure ricamate; accanto al papa sono due cardinali con veste e cappello rossi. In secondo piano sono un diacono con elegante mantello bianco e diversi frati; sullo sfondo è parzialmente visibile il portale aperto della chiesa in pietra serena, con due decorazioni fogliacee agli angoli, e, contro il fondo nero, due fiaccole accese e un'asta crociata. La scena si svolge davanti alla chiesa ma sembra rappresentata sopra un palco con l'iscrizione.Abbigliamento religioso. Personaggi: papa Martino V. Architetture. Animali fantastici. Ecclesiastici.
notizie storico-criticheL'iscrizione con la data sotto la scena rappresentata è stata interpretata in passato come data della realizzazione del codice, infatti i cartellini della Soprintendenza e della mostra dell'Aja, sul verso del piatto anteriore, riportano come datazione del codice 1420 ma in realtà la data andrebbe riferita all'anno di consacrazione della chiesa di Sant'Egidio, evento rappresentato nella scena. Il codice contiene le antifone per la festa di sant'Egidio e fu realizzato per la chiesa dedicata al santo facente parte del complesso dell'Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze; la chiesa fu consacrata dal papa Martino V nel 1420 e l'episodio è ricordato nella miniatura a c. 61v. Il codice fu realizzato appena un anno dopo l'evento e la data è fornita dal colophon a c. 70r che indica anche i nomi dello scriba frate Guglielmo e del pittore Bartolomeo, quest'ultimo identificato da Colnaghi con Bartolomeo di Fruosino, attribuzione confermata dalla Levi D'Ancona (1961) e più recentemente dalla Scudieri (in Miniatura 2003, pp. 73-74). Lo stile dell'illustrazione appare, quindi, piuttosto omogeneo ed "esprime le spinte contrastanti che animavano gli anni Venti del Quattrocento, momento di trapasso culturale dal Tardogotico al Rinascimento" (Scudieri, in Miniatura 2003, p. 73). Le poche differenze stilistiche tra le miniature sarebbero così da riferirsi a precise scelte del miniatore che ha volute infondere un tono più aulico e magnificente per esempio alle immagini di sant'Egidio in veste ufficiale (cc. 29r, 61v). Le tipologie dei panneggi svolazzanti, la forzatura fisionomica di alcuni volti e i cangiantismi cromatici sarebbero caratteristiche ancora legate ad una cultura tardogotica mentre la classicheggiante monumentalità di alcune immagini 'trionfali' del santo (cc. 11v, 35v) tradiscono la curiosità verso gli studi umanistici, così come la presenza di iscrizioni "di imitazione lapidaria" sotto le figure o intorno alla scena (Ciardi Dupré dal Poggetto, in Lorenzo Ghiberti 1978, pp. 159-160).
bibliografiaRondoni F.( 1876)p. 60 n. 43; Vasari G.( 1878-1885)pp. 213-214 n. 1; Milanesi G.( 1850)p. 243 n. 2, p. 326; D'Ancona P.( 1914)V. I, p. 31, V. II, pp. 199-200; Salvini R.( 1934)pp. 205-228; Salmi M.( 1952)p. 21; Mostra storica( 1953)p. 227 n. 347; Salmi M.
definizioneminiatura
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoP.zza S. Marco, 3
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Giacomelli S.; Funzionario responsabile: Scudieri M.Sframeli M.
anno creazione2009
latitudine43.778115
longitudine11.258818

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