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Opera d'arte combattimento mitico di Gambello Vittore detto Camelio (1460 ca./ 1537), a Venezia

L'opera d'arte combattimento mitico di Gambello Vittore detto Camelio (1460 ca./ 1537), - codice 05 00417646 di Gambello Vittore detto Camelio (1460 ca./ 1537), si trova nel comune di Venezia, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Ca' d'Oro, Cannaregio, 3932, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro, piano primo/ portego
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bene culturalerilievo, opera isolata
soggettocombattimento mitico
tipo schedaOA_3.00
codice univoco05 00417646
localizzazioneITALIA, Veneto, VE, VeneziaCannaregio, 3932
contenitorepalazzo, statale, Ca' d'Oro, Cannaregio, 3932, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro, piano primo/ portego
datazionesec. XVI prima metà; 1522/00/00 (ca) - 1537/00/00 (ante) [analisi stilistica]
autoreGambello Vittore detto Camelio (1460 ca./ 1537),
materia tecnicabronzo
misurecm, alt. 42, largh. 63.5, prof. 8,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiBattaglia tra fanti, cavalieri e centauri; alcuni sono armati di bastoni, altri combattono a mani nude, mentre l’uomo in ginocchio in primo piano, colto in posizione di tiro, doveva verosimilmente avere un arco ora mancante. Patina bruna.Figure: cavalieri, fanti, centauri. Azione: battaglia.
notizie storico-criticheCome ricordano Michiel (ed. 1800) e Sansovino (1581), il rilievo, assieme al pendant (Br. 195), proviene dal monumento di Briamonte e Vittore Camelio, il primo orafo, il secondo incisore e scultore della Zecca veneziana. Della tomba, originariamente collocata nel chiostro di Santa Maria della Carità, reca notizia anche una nota del catastico del 1548. Sulla base di un disegno del 1759, tratto dalla Raccolta di Grevembroch, doveva trattarsi di un’arca pensile, in marmo, dalle linee sobrie e asciutte, decorata sul prospetto frontale dai due scomparti bronzei intervallati da tre piedritti (Augusti, in Donatello 2001). L’esecuzione della tomba è stata ricostruita da Paoletti (1893) ricollegando le notizie desunte dai due testamenti di Briamonte Gambello. Alla soppressione della chiesa e dell'annesso convento, nel 1806, i bronzi vennero conservati come modelli per gli studenti della neonata Accademia, passando successivamente al Museo Archeologico e poi alla Ca' d'Oro. Augusti (in Donatello 2001), partendo dalle considerazioni di Paoletti sulle peculiarità stilistiche dei rilievi mitologici, giunge a evidenziare alcuni dettagli dei due bronzi – come la presenza superflua della doppia firma, le differenze di forma, dimensioni, finitura e resa prospettica – che ne giustificherebbero la lavorazione in tempi diversi, verosimilmente compresi tra il 1522 e il 1537, e una destinazione indipendente l’uno dall’altro. Appare chiara la rielaborazione di motivi classici, come il Torso del Belvedere, rielaborato nelle pose dei combattenti (Augusti, 2006).
bibliografiaMichiel M.( 1800)pp. 86-87; Sansovino F.( 1581)p. 95; Paoletti P.( 1893-1897)pp. 271-272; Planiscig L.( 1921)p. 310; Fogolari G./ Nebbia U./ Moschini S.( 1929)p. 83; Moschini Marconi S.( 1992)p. 42; Bode W. von( 1922)p. 25; Krahn V.( 1995)p. 222, n. 40; A
definizionerilievo
regioneVeneto
provinciaVenezia
comuneVenezia
indirizzoCannaregio, 3932
ente schedatoreS162
ente competenteS162
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Moschini Marconi, Sandra; Funzionario responsabile: Moschini Marconi, Sandra; Trascrizione per informatizzazione: ART PAST/ Pertosa, Emanuela (2006); Aggiornamento-revisione: Campagnol, Isabella (2009), Referente scientifico: Cremonini
anno creazione1979
anno modifica2009; 2014
latitudine45.465156
longitudine12.344262

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