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Opera d'arte Caino uccide Abele di Grue Carlo Antonio (1655/ 1723), a Torino

L'opera d'arte Caino uccide Abele di Grue Carlo Antonio (1655/ 1723), - codice 01 00201105 di Grue Carlo Antonio (1655/ 1723), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in reggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano I, 40, Gabinetto delle Maioliche, parete ovest, lato sinistro
immagine - immagine non disponibile -
bene culturalepiatto, elemento d'insieme
soggettoCaino uccide Abele
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00201105
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, TorinoPiazzetta Reale
contenitorereggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano I, 40, Gabinetto delle Maioliche, parete ovest, lato sinistro
datazionesec. XVIII inizio; 1700 - 1710 [bibliografia]
autoreGrue Carlo Antonio (1655/ 1723),
materia tecnicamaiolica/ pittura
misurediam. 18.7,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiPiatto circolare con tesa decorata da due cartelle con mascheroncini, quattro puttini e fiori.Personaggi: Caino; Abele. Paesaggi: alberi.
notizie storico-criticheIl piattello, raffigurante Caino che uccide Abele, appartiene ad una serie composta da dodici elementi, uno dei quali risulta sostituito. Sono maioliche dipinte, toccate in oro a terzo fuoco, ciascuna delle quali è decorata con soggetti diversi (temi biblici, mitologici, paesaggi, architetture), le cui tese mostrano mascheroncini, castelli, puttini, fiori e ghirlande, a fondi gialli o azzurri. Nel 1858 Rovere (p. 145) così descriveva la decorazione del Gabinetto: "Le pareti pienamente intagliate e dorate, sono divise in campi da quattro lezzene scannellate, il cui fusto è coperto da eleganti lavori in madreperla..., nel fusto poi di caduna lezzena sono incastrati tre piattellini di maiolica finissima, con molto buon gusto e valentia dipinti a figure. Questi piattellini uscirono dalla manifattura di Savona, che fioriva al finire del secolo XVII, e le pitture son fatte dal savonese Bartolomeo Guidobono...". Questo errore di attribuzione fu a lungo ripetuto, tanto che ancora nel 1953 A. Pedrini, pubblicando alcune di queste maioliche nel suo libro dedicato agli ambienti e alle loro decorazioni nel XVII e XVIII sec. in Piemonte, ne conservava l'antico riferimento all'artista savonese. Fu V. Viale a riconoscerle come opere di Carlo Antonio Grue (1655-1723), celebre ceramista di Castelli d'Abruzzo, e a consigliarne l'esposizione alla Mostra dell'antica maiolica abruzzese, tenutasi nel 1955 a Napoli e a Teramo, nel cui catalogo alcuni piattelli furono illustrati da Gian Carlo Polidori. L'idea di inserire ad incastro nelle pareti le maioliche dipinte, secondo M. Bernardi, fu molto probabilmente suggerita da Filippo Juvarra, il quale "...infatti quando nel 1732 consigliò al ministro d'Ormea l'acquisto delle lacche per il Gabinetto Cinese, scrisse che queste potevano essere combinate, come decorazione, con le porcellane conservate nelle Guardarobe di S. M., tra le quali erano anche quelle del Grue..." (Bernardi M., Torino1959, p. 76). Nel 1974 Mallè nella sua pubblicazione riguardante la maiolica italiana dalle origini al XVIII secolo, dedicava un breve accenno anche ai piattelli di Palazzo Reale, proponendo per essi una datazione all'inizio del XVIII secolo sulla base di confronti stilistici con la restante produzione dell'artigiano abruzzese. Il piattello raffigurante "Caino e Abele" trova un preciso termine di confronto nel vaso conservato nel Museo Nazionale "Duca di Martina" di Napoli (inv. 1397), la cui coppa reca lo stesso soggetto mentre nel basamento compaiono Adamo ed Eva e nel coperchio fiori e uccelli (Polidori G., Napoli-Teramo 1955, n. di cat. 27). E' molto probabile che per questo soggetto, così come per gli altri temi iconografici che decorano questa serie di maioliche, Carlo Antonio Grue si sia ispirato a "...modelli grafici prodotti in serie e subito diffusi commercialmente dagli incisori e dai mercanti di stampe...", pratica abituale non solo nella sua bottega ma in generale tra gli "artisti della ceramica", come hanno dimostrato le ricerche condotte in occasione della mostra del 1992 sulle maioliche conservate nelle raccolte del Castello Sforzesco di Milano (vedi Romano G., Uso, diffusione e commercio dei modelli grafici, in Biscontini Ugolini G.-Petruzzellis Scherer J. (a cura di), Maiolica e incisione. Tre secoli di rapporti iconografici, Milano 1992, p. 15). Carlo Antonio Grue, nato a Castelli (Teramo) nel 1655 e morto nel 1723, per l'originalità del suo stile, è considerato uno dei più interessanti e originali pittori su maiolica italiani. Peculiare della sua maniera e della sua scuola è la tavolozza in cui predominano i gialli, il verde oliva chiaro, l'azzurro pallido, l'arancione e il manganese. Il Museo di S. Martino a Napoli custodisce il maggior numero di opere di questo artista, undici, di cui tre firmate (Minghetti A., Le terre dipinte. Catalogo dei ceramisti dal Medioevo al Novecento, Firenze 1996, p. 242).
bibliografiaPolidori G.( 1955)p. 41 cat. n. 61; Pedrini A.( 1953)p. 117; Polidori G.( 1955)p. 41 cat. n. 61; Bernardi M.( 1959)pp. 76 - 78; Viale V.( 1963)v. III; Mallè L.( 1974)p. 71; Chierici U.( 1969); De Benedetti M.( 1913)p. 44
definizionepiatto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzoPiazzetta Reale
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Manchinu P.; Funzionario responsabile: Astrua P.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Damiano S. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2000
anno modifica2007
latitudine45.072658
longitudine7.686346

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