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Opera d'arte busto ritratto di Carlo Cattaneo di Fassò Giovanni (1838/ 1905), a Novara

L'opera d'arte busto ritratto di Carlo Cattaneo di Fassò Giovanni (1838/ 1905), - codice 01 00038118 di Fassò Giovanni (1838/ 1905), si trova nel comune di Novara, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturalebusto, opera isolata
soggettobusto ritratto di Carlo Cattaneo
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00038118
localizzazioneItalia, Piemonte, NO, Novara
datazionesec. XIX seconda metà; 1850 - 1899 [analisi stilistica]
autoreFassò Giovanni (1838/ 1905),
materia tecnicamarmo bianco di Carrara/ scultura/ traforo
misurealt. 100, largh. 60, prof. 30,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiIl busto del benefattore è collocato su un intercolumnio del lato Sud. Sopra la lapide, decorata da cornicette e baccellature, è una specchiatura marmorea impreziosita da due rosette laterali, che rilega la mensola su cui è appoggiato il busto ricordo, definendo un insieme unitario. Il nobile novarese è raffigurato con il capo leggermente rivolto a sinistra ed ha il busto ricoperto da un manto panneggiato, con pieghe piuttosto rigide che creano importanti effetti di chiaroscuro nella zona centrale; fra le pieghe del panneggio si evidenzia il pizzo lavorato a traforo della sciarpa che avvolge il collo. Il volto è modellato con piani ampi e distesi, ma in modo sommario e ripetitivo: l'attenzione maggiore è rivolta agli elementi somatici principali (occhi, naso, bocca), dominati dall'importante naso. Ripetitiva e rigida è anche la realizzazione dei capelli.Soggetti profani. Ritratti. Personaggi: Carlo Cattaneo. Abbigliamento.
notizie storico-criticheL'Ospedale Maggiore della CArità di Novara viene in possesso, con la donazione testamentaria del nobile novarese effettuata il 5 ottobre 1764, del podere di Sozzago corrispondente a metà del patrimonio (cfr. G. B. Morandi, "L'Ospedale Maggiore della Carità di Novara. Memorie storiche", Novara 1907). Per questo motivo l'Amministrazione rende omaggio al donatore erigendogli un busto marmoreo che sostituisca, nella second metà del XIX secolo, i precedenti ritratti ad olio su tela: il progetto prende avvio finalmente con la delibera del 18 maggio 1848 e, praticamente, nel 1852 con l'intervento di Giuseppe Argenti. Anche il Fassò, autore del busto di Carlo Cattaneo a cui la firma rimanda, era pensionato del Collegio Caccia. Allievo del Laboratorio Barolo di Varallo fino al 1856/1857, richiede il sussidio per studiare a Torino "intaglio e disegno" nel 1857-1858, e in questa città segue i corsi di scultura di Vincenzo Vela, consegnando in saggio alla fine del 1859 una statua in marmo di un "Angelo dormiente". Conclude gli studi torinesi nel 1862 (Archivio Storico Novarese) dopo aver eseguito, sempre con saggi annuali, "Un mendicante", figura intera a bassorilievo (1860), "La Maddalena", statuina in gesso dal vero (1861). Nel 1862 vinse a Torino il premio triennale di scultura "con un gesso grande al vero di Masaniello", ma al termine degli studi si ritira nella nativa Agnona dove si dedica all'insegnamento del disegno. Le informazioni relative alla sua attività di scultore piuttosto scarna, sono fornite dal Debiagi: "una sua statua in marmo di Mosè fu premiata in un'esposizione di Varallo; un suo busto in gesso si conserva in casa Fassò ed alcuni medaglioni si trovano nella tomba al cimitero di Agnona" (cfr. C. Debiaggi, "Dizionario degli artisti valsesiani dal sec. XIV al XX", Varallo 1968). Il busto non presenta caratteristiche particolarmente significative: l'aderenza ai modelli accademici ed alle tipologie è piuttosto rigida e si connota nel panneggio del manto che avvolge la figura nella zona inferiore, nell'attenzione forse eccessiva riservata alla resa dei particolari decorativi dell'abbigliamento o somatici (pizzo, capigliatura). E' presente anche il tentativo, sommesso, di attribuire al volto un'espressività sorridente che trova soluzione solo nell aresa dei muscoli facciali ma non nella realizzazione dello sguardo, che si propone fermo ed inespressivo. Probabilmente, come altri autori, la destinazione stessa del busto influì sulla scelta della tipologi piuttosto schematica di raffigurazione del personaggio, adottata dal Fassò ed "imposta" dal grande numero di realizzazioni eseguite da Giuseppe Argenti, che definirono tra il 1852 e il 1870 il carattere generale dell'"esposizione" ospedaliera novarese.
bibliografiaMorandi G. B.( 1907)pp. 72-73; Debiaggi C.( 1968)p. 56
definizionebusto
regionePiemonte
provinciaNovara
comuneNovara
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Mongiat E.; Funzionario responsabile: Venturoli P.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Bombino S. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Bombino S. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1985
anno modifica2006

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