Invernomuto.net

Ho realizzato questo sito per rendere disponibile alla consultazione questa mole enorme di dati altrimenti difficilmente consultabili :)

Opera d'arte autoritratto di Rembrandt di Van Rijn Rembrandt Harmenszoon (1606/ 1669), a Firenze

L'opera d'arte autoritratto di Rembrandt di Van Rijn Rembrandt Harmenszoon (1606/ 1669), - codice 09 00186869 di Van Rijn Rembrandt Harmenszoon (1606/ 1669), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Palazzo degli Uffizi, Complesso vasariano, piazzale degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, sala 49 Pittori olandesi XVII-XVIII secolo Amsterdam
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto
soggettoautoritratto di Rembrandt
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00186869
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazzale degli Uffizi
contenitorepalazzo, Palazzo degli Uffizi, Complesso vasariano, piazzale degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, sala 49 Pittori olandesi XVII-XVIII secolo Amsterdam
datazionesec. XVII ; 1630 (ca) - 1634 (ca) [analisi stilistica; bibliografia]
autoreVan Rijn Rembrandt Harmenszoon (1606/ 1669),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurecm, alt. 62.5, largh. 54,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Ritratti: autoritratto di Rembrandt. Abbigliamento: veste rosso scuro; mantello di velluto rosso scuro; berretto nero; goletta d'acciaio.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: sigillo, Qualificazione: gentilizio, Identificazione: Carlo Gerini, Quantità: 2, Posizione: a tergo, Descrizione : ceralacca con lettere C G,
notizie storico-criticheCollezione dell'Elettore Palatino del Reno? (Mariette). Collezione Gerini (ante 1724?). Acquistato presso i Gerini dal granduca Ferdinando III di Lorena per la Galleria di Palazzo Pitti nel 1818 per 500 zecchini (Ewald 1976). Passato da Pitti agli Uffizi nel 1922 (è probabile che risalga a questo momento il cambio della cornice da neoclassica a intagliata barocca nella quale la tavola si trova attualmente). La provenienza del dipinto dalle collezioni elettorali di Dusseldorf è affermata dal Mariette (1759), ma, a nostra conoscenza, non è provata documentariamente. Naturalmente i rapporti con Firenze dell'Elettore Palatino del Reno, Johann W. von der Pfalz, che aveva sposato in seconde nozze la figlia del granduca di Toscana Cosimo III, Anna Maria Luisa, erano molto stretti e nulla impedisce di pensare che egli avesse inviato il quadro ai Gerini in qualche occasione. Sembra quasi certo, comunque, di poter identificare quest'opera con quella che fu esposta, con provenienza Gerini, alla mostra della SS. Annunziata nel 1724 (Borroni Salvadori 1974), anche se la descrizione è approssimativa e non tale da poter servire di sicura identificazione. Tuttavia, dato che non sembra che i Gerini possedessero altre opere del pittore, sembra logico dedurre che si tratti della stessa opera. Il quadro è sempre stato considerato autentico da quanti se ne sono occupati, fino ai dubbi espressi nel 1958 e 1959 (Bredius Gerson) da H. Gerson, che lo riteneva difficilmente giudicabile nello stato presente. Lo stesso studioso afferma che il mantello sarebbe stato ridipinto forse nel XVIII secolo, ma ciò non pare ravvisabile sia a un controllo ravvicinato della superficie pittorica, sia dal risultato radiografico. Accertabili sono invece diversi pentimenti: nel contorno del cappello, che era stato dipinto parecchio più grande e il cui impiccolimento è visibile sia a occhio nudo, sia in radiografia; nel contorno del mantello, che montava più alto sulla spalla come dimostra la zona chiara in prossimità del ciuffo di capelli in basso a destra e che presenta soluzioni diverse nel profilo sottostante; nelle ciocche di capelli, soprattutto a sinistra, che appaiono più ridotte nello stato attuale. Nello sfondo a destra, inoltre, al disopra della spalla, compare una curiosa forma allungata (forse il terminale di spalliera di un seggiolone?), visibile anche a luce radente, che il pittore ha poi ricoperto con la tinta neutra del fondo. Tuttavia, sia per la presenza di queste prove indirette di un'elaborazione nel corso della stesura pittorica, sia per la tecnica che l'opera presenta, ci sembra, e nonostante che il dipinto abbia necessità di un intervento di manutenzione, che i dubbi avanzati dal Gerson sull'autenticità dell'opera non siano giustificati. Essa presenta infatti identità di fattura e di tecnica pittorica che riscontriamo negli autoritratti più giovanili, come ad esempio quello della Alte Pinakothek di Monaco (Bredius 2). Nei due quadri analogo è l'impasto del fondo e di taluni dettagli (lumeggiature sugli abiti), così come l'andamento della pennellata che segue il profilo delle forme; anche nei capelli, e sia pure in modo ridotto nell'esemplare di Firenze, troviamo lo stesso uso di rendere singoli capelli lumeggiandoli a biacca (si vedano soprattutto nelle ciocche a sinistra). A nostro avviso, invece, sembra che certe sciatterie o inesattezze formali potrebbero spiegarsi con una datazione più precoce di quelle solitamente assegnate all'opera (1634). Infatti il volto qui rappresentato dal pittore non appare quello di un uomo di 28 anni, ma parecchio più giovane. Il confronto generalmente avanzato ed accertato con gli autoritratti di Parigi (Bredius 19) e Berlino (Bredius 21) non ci appaiono convincenti, soprattutto dal punto di vista fisionomico. Riteniamo pertanto che la data di questo autoritratto vada ritardata di qualche anno, poiché non ci sembra che qui l'artista dimostri più di 24 anni circa, e anche perché le affinità tecniche con opere del periodo più giovanile ci sembrano rimarchevoli (si cfr. in particolare i nn. Bredius 6, 7, 10, 13 e 16). La radiografia del dipinto (parziale riproduzione in Gilardoni-Ascani Orsini-Taccani 1977) ha rivelato che l'opera è costruita già col tipico, potente senso formale del pittore. Ne esistono numerose copie ed incisioni. Un pastello è nelle collezioni della Villa del Poggio Imperiale (Anonimo / Domenico Tempesti? foto GFS 112838, 347996); un altro, di Francesca Celeste Fanfani, datato 1736, appartiene alle collezioni degli Uffizi (Inv. 1890, n .7449 s; comunicazione di S. Meloni Trkulija). Fotografie di copie ad olio esistono al RKD dell'Aja (Basilea, coll. priv., cm. 66 x 52; Parigi, coll. L. W. Abels, 1933, cm. 60 x 50; Londra, coll. Moore, senza misure, probabilmente del XIX secolo; Norxood, coll. F. Clarke). Incisioni: P. A. Pazzi / L. Lorenzi 1759; G. F. Schmidt 1771, rovesciata (scritta: "Le Tableau Original est à Florence dans la collection Gerini) etc.
altra localizzazioneluogo di provenienza: GERMANIA, NR, NR, NR; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze
bibliografiaSmith J.( 1829-1842)v. VII, p. 92, n. 235; Inghirami F.( 1834)p. 21, n. 60; Chiavacci E.( 1859)p. 33, n. 60; Hofstede de Groot C.( 1928)v. VI, p. 235, n. 540; Gerson H. von( 1942)p. 181; Pittura straniera( 1959)p. 227; Bredius A./ Gerson H.( 1968)p. 548,
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazzale degli Uffizi
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Chiarini M.; Funzionario responsabile: Meloni S.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Caldini R. (2006); Aggiornamento-revisione: Fabiani L. (2001), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Caldini R. (2006), R
anno creazione1985
anno modifica2001; 2006; 2015
latitudine43.768826
longitudine11.255744

oppure puoi cercare...

  • opere d'arte nel comune di Firenze
  • opere d'arte nella provincia di Firenze
  • opere d'arte nella regione Toscana