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Opera d'arte architettura di Casella Andrea (1619/ 1672), Recchi Giovanni Paolo (1605 ca./ 1686), a Torino

L'opera d'arte architettura di Casella Andrea (1619/ 1672), Recchi Giovanni Paolo (1605 ca./ 1686), - codice 01 00211041 - 3 di Casella Andrea (1619/ 1672), Recchi Giovanni Paolo (1605 ca./ 1686), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in villa, museo, Villa della Regina, Compendio di Villa della Regina, NR (recupero pregresso), Piano primo, Appartamento di S.M. la Regina, Camera del letto verso Ponente - 32: intercapedine tra la volta e il solaio, parete ovest
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bene culturaledecorazione pittorica, elemento d'insieme
soggettoarchitettura
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00211041 - 3
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, TorinoNR (recupero pregresso)
contenitorevilla, museo, Villa della Regina, Compendio di Villa della Regina, NR (recupero pregresso), Piano primo, Appartamento di S.M. la Regina, Camera del letto verso Ponente - 32: intercapedine tra la volta e il solaio, parete ovest
datazionesec. XVII ; 1650 (ca.) - 1660 (ca.) [analisi stilistica]
autoreCasella Andrea (1619/ 1672), Recchi Giovanni Paolo (1605 ca./ 1686),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Architetture.
notizie storico-criticheLa decorazione seicentesca dell'ambiente risulta visibile in un positivo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio che documenta i danni subiti in seguito ai bombardamenti del secondo conflitto mondiale (in particolare mostra la parete sud). Pochi anni dopo Augusto Pedrini richiama l'attenzione su lacerti di affresco riemersi in questo ed in altri ambienti del piano nobile: "... Nella Villa della Regina i danni sono stati ingentissimi, dal groviglio di travi bruciate e contorte si potè così notare nei piani superiori alcuni frammenti di dipinti murali, sotto il pavimento in legno e sopra i soffitti per abbassare le camere di circa un metro di altezza. Si tratta di fregi dipinti a soggetti di caccia e di paesaggi attualmente scomparsi per dilavamenti essendo senza il tetto. Questi affreschi possono essere attribuiti al tardo secolo XVI o ai primi del secolo XVII ed è da credere che variando il gusto artistico del Re Vittorio Amedeo II siano stati volutamente coperti, come la camera detta cubicolare del Re [attuale stanza 32], ed altre nella Villa della Regina, dove sono venuti alla luce molte pitture alle pareti ricoperte poi da volte e da zoccolature a grandi specchiere con cornici in legno intagliato e dorato sullo stile dell'architetto Baroni di Tavigliano, incaricato di rimodernare gli ambienti della villa negli anni 1732-1751." (cfr. A. Pedrini, Sul Palazzo Chiablese detto anche Villa Lodovica presso Villa della Regina, in <>, 1961, n. I, p. 26). La tipologia decorativa e lo stile permettono di accostare l'ambiente alle altre cinque sale del primo piano ai lati del salone (attuali 23,24,27,30,31), come segnalato nel 1997 da Cristina Mossetti: " Le sale al piano nobile adiacenti al salone centrale presentano un differente impianto decorativo, sostanzialmente omogeneo con dati di stile differenti. Per quanto si può oggi leggere... la decorazione si articola su ogni parete con due scene entro grandi riquadri o cartelle diversamente realizzate, ma tutte scandite dalla presenza di decorazioni a grisaille con festoni carichi di frutti e ortaggi e foglie di quercia, da trofei con cani e corni fra le scene in cui personaggi femminili a cavallo di cervi seguono la caccia. ... In un panorama figurativo che gli studi devono ancora definire, i rimandi sono per ora ai modelli dei frescanti lombardi a Venaria, ma ancora di più agli impianti decorativi che attorno agli anni sessanta si allestiscono in Palazzo Civico a Torino, nella Sala delle Congregazioni con Casella, e, nel canavese, a Palazzo Armano di Grosso." (cfr. C. Mossetti, a cura di, Villa della Regina. Diario di un cantiere in corso, Torino 1997, p. 59).Bisogna tener presente che nello stesso ambiente, sotto la boiserie delle pareti nord, sud ed ovest, negli sguinci delle finestre e nello zoccolo sotto la finestra verso nord della parete ovest sono emersi lacerti di decorazione seicentesca, stilisticamente non tutti omogenei fra loro e su strati diversi d'intonaco, raffiguranti fiori, cesti di frutta, racemi ed un paesaggio lacustre: il rapporto di questi elementi nei confronti del fregio è ancora da chiarire, ma l'eterogeneità dei soggetti, delle cromie e delle tipologie utilizzate fa ipotizzare diverse fasi di decorazione dell'ambiente, che potrebbe essere uno dei primi ad essere eseguito e testimoniare diversi momenti della committenza del cardinal Maurizio, anche se nessuno di essi sembra così precoce da essere databile all'inizio del XVII secolo (come sosteneva Pedrini).La qualità esecutiva, per quanto si può giudicare, è leggermente più corsiva di quella delle stanze 23 e 31 e le fisionomie marcate di putti e telamoni della quadratura ricordano certi esiti della bottega dei Recchi, ad esempio a Palazzo Armano a Grosso Canavese. L'affinità di repertorio decorativo e l'insistenza del motivo di architetture classiche accostano la decorazione anche alla stanza 27: non si esclude dunque un coinvolgimento dell' équipe di Andrea Casella nelle scene.
bibliografiaPedrini A.( 1961)p. 26; Mossetti C.( 1997)p. 59 e n. 26, p. 63
definizionedecorazione pittorica
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Martinetti S.; Funzionario responsabile: Mossetti C.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Manchinu P. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2007
anno modifica2007
latitudine45.071707
longitudine7.678011

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