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Opera d'arte a Bologna

L'opera d'arte paliotto - codice 08 00024717 si trova nel comune di Bologna, capoluogo dell'omonima provincia sita in chiesa, basilica, Chiesa di S. Domenico, Convento di S. Domenico, p.zza S. Domenico, 13, quinta cappella a destra, altare (già cappella Berò, Benni, poi Ghisilieri)
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bene culturalepaliotto
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00024717
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, BO, Bolognap.zza S. Domenico, 13
contenitorechiesa, basilica, Chiesa di S. Domenico, Convento di S. Domenico, p.zza S. Domenico, 13, quinta cappella a destra, altare (già cappella Berò, Benni, poi Ghisilieri)
datazionesec. XVIII ; 1734 (ca.) - 1740 (ca.) [analisi stilistica; contesto bibliografia]
ambito culturaleambito emiliano(analisi stilistica)
materia tecnicascagliola/ pittura
misurealt. 102, largh. 230,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.)
dati analiticiRicca decorazione costituita da compartimenti a sviluppo verticale definiti da ricchi festoni di foglie e fiori con entro una infiorescenza composta a mazzo nei comparti laterali ed uno stemma con monogramma formato dalle lettere intrecciate D.S.G. nel comparto centrale. Un finto gallone dipinto produce una ripartizione geometrica.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheGli altari delle cappelle laterali della chiesa di S. Domenico presentano una serie di paliotti affini sia per quanto riguarda la tecnica sia per quanto riguarda il decoro. I paliotti furono verosimilmente prodotti dalla stessa bottega negli anni immediatamente successivi alla ristrutturazione condotta dal Dotti (1728-1730) che comportò l'unificazione stilistica dell'interno e delle cappelle della chiesa. Il riferimento cronologico più tardo appare sul paliotto dell'ottava cappella a destra già Turrini che reca, all'interno dello scudetto centrale, la data 1750 (che, comunque, può essere stata apposta successivamente). Il disegno che decora i paliotti non è stato ottenuto mediante incavi scavati nel piano di scagliola e riempiti di impasti colorati secondo il procedimento carpigiano, ma i colori sono stati stesi sulla scagliola ancora umida con tecnica simile a quella dell'affresco. Il tipo di tecnica utilizzata, che si riscontra in Romagna in opere del secolo XVIII, induce a riferire i paliotti alla mano di un pittore ornatista. Il disegno è esemplato sui modelli decorativi dei tessuti: la composizione e la sovrabbondanza degli elementi vegetali risente ancora dei modelli decorativi dei tessuti "bizarre" che erano caratterizzati da ripartizioni geometrizzanti delineate da festoni di foglie e fiori semi-naturalistici con motivi ornamentali stilizzati. Rispetto alla più fantastica astrazione del disegno "bizarre" dell'ultimo quarto del Seicento, nei primi decenni del Settecento si afferma una progressiva semplificazione compositiva ed una progressiva accentuazione degli aspetti naturalistici. Un riferimento ai paliotti di tessuto è dato anche dal finto gallone. La quinta cappella a destra fu concessa al senatore Filippo Ghisilieri il 21 novembre 1734 a condizione che "la adorni a sue spese e ne curi la manutenzione". E' probabile che il patrono abbia provveduto anche al paliotto.
bibliografiaThornton P.( 1965); collezione Gandini( 1985)pp. 135-136 n. 9; D'Amato A.( 1988)p. 765
definizionepaliotto
regioneEmilia Romagna
provinciaBologna
comuneBologna
indirizzop.zza S. Domenico, 13
ente schedatoreS08
ente competenteS08
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Varignana F.; Funzionario responsabile: D'Amico R.; Trascrizione per informatizzazione: Sabbatini S. (1997); Aggiornamento-revisione: Sabbatini S. (1997), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Orsi O. (2006), Referen
anno creazione1983
anno modifica1997; 2006
latitudine44.489800
longitudine11.343435

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