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Opera d'arte a Vercelli

L'opera d'arte recipiente, frammento - codice 01 00023698 si trova nel comune di Vercelli, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Casa Alciati, via Verdi, 30, Museo Camillo Leone, Magazzino.
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bene culturalerecipiente, frammento
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00023698
localizzazioneItalia, Piemonte, VC, Vercellivia Verdi, 30
contenitorepalazzo, Casa Alciati, via Verdi, 30, Museo Camillo Leone, Magazzino.
datazionesecc. XVI/ XVII ; 1500 - 1699 [analisi stilistica]
ambito culturalebottega padana(analisi stilistica)
materia tecnicaceramica/ invetriatura/ graffito/ ingobbio
condizione giuridicaproprietà mista pubblica/privata, Fondazione Istituto di Belle Arti e Museo Leone
dati analiticiSi tratta di tre frammenti pertinenti a forme aperte, una tazza o scodella e due bacini. Essi sono caratterizzati da impasto di colore arancio vivo, contenente minuti inclusi ferrosi e sabbia quarzosa, in aggiunta a scaglie di mica. La vetrina è densa e lucente, ma con tendenza a scrostarsi, lasciando trasparire il sottostante ingobbio bianco spesso. Essa è di colore marrone chiaro. Il graffito è realizzato a punta media con mano sicura. N. 11: parte del fondo e parte di coppetta molto bassa ed espansa, lievemente carenata. Dotata di piede a disco fortemente concavo. Vetrina densa e lucida, distribuita insieme all'ingobbio su ambedue i lati. Decorazione graffita di tipo monastico, raffigurante la croce con la palma, simbolo della passione. N. 13: parte della parete e fondo di bacinoa pareti diritte, dotato di piede a disco fortemente concavo. Vetrina densa, lucidissima, cavillata, di colore marrone chiaro. Alcentro, traccia di zampa di gallo; decorazione incompleta, comprendente foglie ovali con nervature ben accentuate. CONTINUA IN CAMPO OSS.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheStabile angolo N-E di piazza Cavour, cantina, n. 1: unità 25, fase VI; n. 2: unità 34, fase VI; n. 3: unità 33, fase VI. I frammenti sono stati rinvenuti nel corso dello scavo condotta dall'Istituto di Archeologia dell'Università di Torino e diretto dalla Dott.ssa Negro Ponzi Mancini, sul sito della cantina dello stabile al n. 10 di Piazza Cavour di Vercelli. La giacitura, in uno strato di riempimento assai tardo, contenente materiali compresi fra la fine del XV e il XIX secolo, malgrado una netta preponderanza di reperti cinquecenteschi, non autorizza un'attribuzione cronologica precisa. Nello scavo della torre Civica di Pavia (S. NEPOTI, Le ceramiche post-medievali rinvenute negli scavi della Torre Civica di Pavia, in "Archeologia medievale", Firenze 1978, p. 185) le graffite monocrome marroni compaiono per la prima volta alla fine del Quattrocento, inizio del Cinquecento e continuano durante le fasi più recenti. Secondo il Mannoni (T. MANNONI, La ceramica post-medievale a Genova e nella Liguria, Genova-Bordighera 1975, pp. 85-93) il tipo compare in Liguria nel tardo XIV secolo, proseguendo poi sino al XVII secolo; questa ceramica si troverebbe fortemente concentrata in determinate zone, quali discariche cittadine, o in prossimità di complessi conventuali; ma sarebbe anche caratterizzata da scarsa diffusione, mancando nei castelli o nei borghi rurali. Per quanto riguarda il frammento decorato con il simbolo della croce, si può dire che esemplari analoghi compaiono in Liguria solo dopo la metà del Seicento (ID., p. 94); per lungo tempo creduti di esclusiva produzione pisana (G. FARRIS, G. REBORA, Ceramica conventuale importata a Genova nel XVIII secolo, in "Atti del IV Convegno Internazinale della Ceramica", Albissola 1971, pp. 127-140), uno scarto di fornace ha pernesso di dimostrare la prodizine genovese (G. FARRIS, Ceramica graffita di fabbricazione genovese, in Atti del VI Convegno Internazinale della Ceramica", Albissola 1973, pp. 175-181). Ben nota anche l'analoga ceramica emiliana (V. FERRARI, La graffita ferrarese, Ferrara 1960, p. 152) e veneta (G. B. SIVIERO, Ceramiche dal XIII al XVII secolo da collezini pubbliche e private in Este, Catalogo della mostra, Este 1973, p. 83) ritenuta ascrivibile al XV-XVI secolo. Per quanto riguarda il Piemonte, il problema di una tale produzione locale rimane aperto: per il momento ci limitiamo a segnalare un frammento con decorazione analoga conservata presso il Museo Leone di Vercelli (V. VIALE, Scheda man., inv. n. 16). Per la bibliografia si veda (Torino, Istituto di Archeologia, L. VASCHETTI, Problemi di stratigrafia urbana: un saggio nel centro storico di Vercelli, pp. 182-186).
altra localizzazioneluogo di provenienza: Piemonte, VC, Vercelli
bibliografiaFerrari V.( 1960)p. 152; Farris G./ Rebora G.( 1971)pp. 127-140; Farris G.( 1973)pp. 175-181; Siviero G. B.( 1973)p. 83; Mannoni T.( 1975)pp. 85-94; Nepoti S.( 1978)p. 185
definizionerecipiente
regionePiemonte
provinciaVercelli
comuneVercelli
indirizzovia Verdi, 30
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Vaschetti L.; Funzionario responsabile: Astrua P.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Bovenzi G. L. (2007); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Bovenzi G. L. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1980
anno modifica2007
latitudine45.326892
longitudine8.422343

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