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Opera d'arte di Santi di Tito (1536/ 1603), Cardi Ludovico detto Cigoli (1559/ 1613), a Firenze

L'opera d'arte di Santi di Tito (1536/ 1603), Cardi Ludovico detto Cigoli (1559/ 1613), - codice 09 00281211 B di Santi di Tito (1536/ 1603), Cardi Ludovico detto Cigoli (1559/ 1613), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturalebalaustrata
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00281211 B
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenze
datazionesecc. XVI/ XVII fine/ inizio; 1594 (ca) - 1603 (ca) [bibliografia]
ambito culturalebottega toscana, esecuzione(contesto)
autoreSanti di Tito (1536/ 1603), Cardi Ludovico detto Cigoli (1559/ 1613),
materia tecnicamarmo mischio/ tornituramarmo/ intaglio
misurecm, alt. 68, largh. 223, prof. 29,
condizione giuridicaproprietà Stato
dati analiticiBasamento modanato in marmo bianco; pilastrini agli angoli con cartella a intarsio; balaustri ad anfora; appoggio superiore in marmo bianco modanato.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheLa completa ristrutturazione della cappella del Sacramento ebbe inizio nel 1594 e terminò nel 1640 ca. con l'esecuzione delle sculture marmoree collocate nelle nicchie ad opera di Domenico Pieratti e Lodovico Salvetti. L'ideazione del partito architettonico interno e quindi l'organizzazione dei dipinti, iscrizioni e sculture a decorazione della cappella precedette presumibilmente ogni altro lavoro. Mentre le fonti antiche (Baldinucci, Richa) sono concordi nell'attribuire al Cigoli il portale esterno, per il quale esistono anche alcuni disegni preparatori autografi, riguardo al progetto architettonico per l'interno solo un'anonimo biografo di Santi di Tito ne ricordò l'autore, attribuendo l'architettura della cappella allo stesso Santi, autore inoltre della pala d'altare ultimata alla sua morte (1603) dal figlio Tiberio. Alcuni studiosi (Paatz, Berti, Matteoli), trascurando questa notizia, hanno ipotizzato che il progetto dell'intera cappella fosse stato ideato dal Cigoli. Non si vede tuttavia alcuna ragione per screditare l'anonima biografia del Titi, riconosciuta attendibile per altre notizie (Zangheri). La chiarezza e la sobrietà delle linee architettoniche, richiamanti moduli primocinquecenteschi corrisponderebbe allo stile del pittore-architetto che mostrò di essere in architettura il contraltare del Buontalenti riproponendo le forme della tradizione fiorentina "in nome di valori di austerità e rigore" (Borsi).La bibliografia più recente (Bietti in Chiesa convento; Fallani), per il prolungarsi del passaggio di proprietà dal Franceschi al Serragli, che poté definire il suo legittimo patronato sulla cappella solo nel 1603 ipotizza un possibile doppio intervento progettuale in successione del Titi e del Cigoli. Tanto più che sembra probabile una originaria divisione in due cappelle, testimoniata da un disegno di Giorgio Vasari, pubblicato da De Luca Savelli, con altari sulla parete nord, poi ridotte ad un unico grande ambiente con l'acquisizione del Franceschi e successivamente del Serragli.
committenzaSerragli Giuliano (1594/ 1603)
bibliografiaBocchi F./ Cinelli Calvoli G.( 1677)pp. 9-10; Baldinucci F.( 1974-1975)v. VII p. 22; Chiesa convento( 1989-1990)v. I p. 40, 248, 257, 297-298, v. II p. 242; Fallani V.( 1996)p. 174-175
definizionebalaustrata
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Romagnoli G.; Funzionario responsabile: Sframeli M.Teodori B.
anno creazione2010

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