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Opera d'arte di Manetti Giuseppe (1762/ 1817), a Firenze

L'opera d'arte di Manetti Giuseppe (1762/ 1817), - codice 09 00745728 di Manetti Giuseppe (1762/ 1817), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturalefontana, Fontana del Narciso
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00745728
localizzazioneITALIA, Toscana, FI, Firenze
datazionesec. XVIII ; 1791 (ca) - 1791 (ca) [bibliografia; documentazione]
ambito culturaleambito fiorentino, realizzazione(analisi stilistica)
autoreManetti Giuseppe (1762/ 1817),
materia tecnicapietra serena/ sbozzatura/ sculturamarmogesso
misurecm, alt. 430, largh. 300,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiFontana con struttura a piramide su basamento rettangolare, entrambi realizzati con bozze di pietra; un doppio gradino semicircolare da accesso alla vasca in pietra per la raccolta dell'acqua, che sgorga da una testa maschile scolpita in parte in gesso, sovrastata da narcisi a rilievo e da una lapide rettangolare in marmo.n.p.
notizie storico-criticheLa fontana rientra nel programma di ristrutturazione del Parco delle Cascine avviato sotto Pietro Leopoldo e continuato poi con Ferdinando III Lorena a partire dagli anni Ottanta del Settecento, e di cui fu incaricato Giuseppe Manetti. Tra gli arredi progettati per il parco nel 1791, il famoso architetto ideò anche due "fontane emblematiche" (cfr. A.S.F., Possessioni 1500 a. 162, G. Manetti, Memoria sopra due fonti emblematici da costruirsi nella Tenuta delle Reali Cascine, 4 giugno 1791; in Rinaldi 1995, pp. 91-97): la prima, intitolata a Pegaso e realizzata in terracotta da Angelo Zini, è andata perduta a causa della fragilità del materiale con cui era fatta, mentre la statua in marmo che doveva sostituirla, eseguita da Aristodemo Costoli tra il 1827 e il 1851, non fu mai collocata alle Cascine e si trova tuttora nel Piazzale della Meridiana del Giardino di Boboli (cfr. Il restauro delle sculture di Boboli 2006-2009, pp. 33-37); la seconda era invece dedicata allo sfortunato Narciso. Nella fontana "sorgente e tomba, monumento e favola, spoglia floreale e simulacro funebre si compenetrano, dando luogo ad una forma ibrida di cippo da cui sgorga l'acqua della fonte-sepolcro e sboccia, composto nei modi dell'emblema luttuoso, il fiore che custodisce il nome e la memoria del giovinetto" (Rinaldi 1995, p. 91). Con una ingegnosa idea, il Manetti concepisce la bocca della fontana come la testa stessa di Narciso che, lievemente reclinata in avanti, sembra specchiarsi nella piccola vasca. Al giovinetto alludono poi i delicati fiori scolpiti sulla struttura a piramide e l'epitaffio della lapide, composto dallo stesso Manetti. Anche in questo caso i riferimenti simbolici sono molteplici, a partire dalla forma stessa della fontana, scelta in evidente affinità con il tema sepolcrale della piramide e che trova il suo 'pendant' nella ghiacciaia ubicata nelle vicinanze; le due strutture sono accomunate anche dall'ubicazione nel fitto del bosco, elemento che accentua il loro valore malinconico-evocativo. Ma il progetto del Manetti nasconde anche una fitta rete di significati allegorici di stampo illuministico-massonico (cfr. Maresca 2008, pp. 57-58; Trotta 2011, pp. 136-207) direttamente legata alla committenza granducale (i Lorena erano vicini alla massoneria), che vede il parco diviso idealmente in quattro settori corrispondenti alle stagioni, la cui alternanza indica lo scorrere della vita e il percorso terreno dell'anima dalla nascita fino al ritorno nei cieli della Ragione. Il settore dove sono ubicate sia la Fonte del Narciso che la ghiacciaia corrisponde all'inverno ed ha l'acqua come elemento protagonista: Narciso diventa quindi il simbolo della 'putrefatio' attraverso l'acqua, letto però come ritorno allo stato primordiale e quindi luogo di rituali e prove massoniche, ma con evidenti rimandi anche al romanticismo di stampo tedesco (in questo luogo Shelley comporrà la famosa "Ode to the West Wind). Giuseppe Manetti (Firenze 1762-1817) fu allievo di Gaspero Paoletti e poi studente a Roma sussidiato da Pietro Leopoldo. Professore di Architettura all'Accademia delle Arti e del Disegno e dal 1784 "Maestro di Architettura" all'Accademia delle Belle Arti, fu impegnato come tecnico in diverse amministrazioni statali e si distinse anche nella progettazione di giardini (oltre al Parco delle Cascine ricordiamo, tra gli altri, il Giardino di Annalena). Fu definito da Pietro Leopoldo "di talento e capacità, ma con grandissima presunzione di sé, portato sempre a delle idee grandiose e di sommo dispendio" (per le notizie biografiche sul Manetti cfr. Zangheri in Scoperta Toscana 1984, pp. 15-20).
committenzaAsburgo Lorena Ferdinando III Granduca (1791)
bibliografiaMaresca P.( 2008)pp. 57-58; Trotta G.( 2011)pp. 136-207; Scoperta Toscana( 1984)pp. 15-20; Rinaldi A.( 1995)
definizionefontana
denominazioneFontana del Narciso
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Palmeri M.; Funzionario responsabile: Sframeli M.Bisceglia A.
anno creazione2012

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