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Opera d'arte di Filiberti Angelo (1752/ 1839), a Piacenza

L'opera d'arte di Filiberti Angelo (1752/ 1839), - codice 08 00315029 di Filiberti Angelo (1752/ 1839), si trova nel comune di Piacenza, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturalecalice
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00315029
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, PC, Piacenza
datazionesec. XVIII ultimo quarto; 1775 - 1799 [analisi stilistica]
autoreFiliberti Angelo (1752/ 1839),
materia tecnicaargento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ doratura/ cesellatura
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico non territoriale
dati analiticiIl piede, dalla base mistilinea a più gradini, è tripartito da motivi a racemi vegetali. Il fusto presenta al centro uno snello nodo piriforme a doppio giro di foglie contrapposte. Cartouches ed elementi fogliacei sbalzati a giorno definiscono il sottocoppa a margine libero.NR (recupero pregresso)STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: punzone, Qualificazione: argentiere, Identificazione: Filiberti Angelo, Quantità: 2, Posizione: piede, orlo esterno, Descrizione : AF in contorno rettangolare, cfr. foto SBAS PR 115619, ; STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: punzone, Qualificazione: bottega, Identificazione: Filiberti, Posizione: base, nel bordo, Descrizione : gallo di profilo a destra, cfr. foto SBAS PR 115619,
notizie storico-criticheLa presenza del punzone letterale AF consente di ascrivere il pezzo all'argentiere Angelo Filiberti; il gallo stesso è un riferimento alla bottega dei Filiberti, originari di Brescia. Il sistema bipunzonale rilevato nel calice è infatti di origine bresciana ed è documentato a Piacenza anche nelle opere del padre di Angelo, Giuseppe, attivo nella nostra città sia come argentiere che come fonditore di campane (si vedano i due calici della chiesa di Sant'Antonino e il turibolo e la navicella in San Giorgino in Sopramuro: Migliorini S., "Argentieri a Piacenza dal tardo Cinquecento al primo Ottocento: la committenza ecclesiastica", in "Bollettino Storico Piacentino", XCI, 1996, p. 260). Pur guardando ai prototipi paterni, nel calice in esame Angelo Filiberti sembra voler formulare un linguaggio autonomo. L'ossequio alle formule rococò si sposa a nuove ricerche formali: la maggiore esilità delle volute del collo del piede e del nodo imprimono slancio e una più accentuata fluidità al vaso sacro. A questo calice, inedito, vanno accostati quelli eseguiti per la collegiata di Cortemaggiore, il pezzo trafugato nel 1980 da S. Fiorenzo di Fiorenzuola, la versione più corsiva presso la parrocchiale di Monticelli d'Ongina e l'esemplare custodito nel Museo di Castell'Arquato (Longeri C., "Argenti piacentini d'epoca farnesiana e borbonica", in "Storia di Piacenza, IV, Dai Farnese ai Borbone (1545-1802), II, Piacenza 2000, p. 1250).
definizionecalice
regioneEmilia Romagna
provinciaPiacenza
comunePiacenza
ente schedatoreS36
ente competenteS36
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Longeri C.; Funzionario responsabile: Fornari Schianchi L.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Pighi S. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Pighi S. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2000
anno modifica2006

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