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Opera d'arte Tondo Doni di Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564), a Firenze

L'opera d'arte Tondo Doni di Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564), - codice 09 00287181 di Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Palazzo degli Uffizi, Complesso vasariano, piazzale degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, sala 35 Michelangelo e i fiorentini
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bene culturaledipinto
titoloTondo Doni
soggettoSacra Famiglia con San Giovanni Battista bambino
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00287181
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazzale degli Uffizi
contenitorepalazzo, Palazzo degli Uffizi, Complesso vasariano, piazzale degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, sala 35 Michelangelo e i fiorentini
datazionesec. XVI ; 1504 (ca) - 1506 (ca) [bibliografia]
autoreBuonarroti Michelangelo (1475/ 1564),
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurecm, diam. 120,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: Gesù Bambino; Madonna; San Giuseppe; San Giovannino. Figure: uomini ignudi. Abbigliamento: all'antica. Architetture: muretto. Paesaggi: colline; costoni rocciosi. Oggetti: libro; benda. Vegetali: erbe; albero.
notizie storico-criticheL'opera, già citata dalle fonti (Anonimo Magliabechiano, 1537-42, A.F. Doni, Vasari), secondo il Poggi (1907) fu eseguita in occasione delle nozze Agnolo Doni-Maddalena Strozzi. Lo stesso studioso scoprì lo stemma Strozzi con le mezzelune tra i fastosi intagli della cornice. Il Bocchi (1591) lo ricorda ancora in casa Doni di via S. Niccolò. Il tradizionale tema della Sacra Famiglia viene interpretato dall'autore in modo anticonvenzionale ed ermetico, oltre che per il generale impianto compositivo, per la presenza dei "nudi", che ha comunque un suo precedente iconografico nella "Sacra famiglia" del Signorelli, conservata agli Uffizi, dove compaiono quattro giovani atleti derivati dalla classicità. La particolare resa del tema fu interpretata in chiave pietistica fino al Seicento, quindi in chiave naturalistico-familiare (Giuseppe passa il Bambino a Maria che ha terminato la sua lettura), tesi accolta da alcuni critici moderni (cfr, de Tolnay, 1943, 1960). Altri ci hanno scorto intenti allegorici: la Madonna come il simbolo della Chiesa, i nudi come figure profetiche, i nudi come "atleti della virtù" secondo il concetto neoplatonico della nudità atletica come lotta alla vita non attiva, o anche i nudi come "fauni di un'orgia dionisiaca" simboli della paganità contrapposti ai personaggi in primo piano che compendiano il Cristianesimo: o anche le varie età dell'uomo, gli ignudi come efebi pagani, in contrasto con le figure in primo piano. O ancora una allusione ai proprietari originari dell'opera poiché Maria starebbe chiedendo a Giuseppe che le "doni" il figlio, i nudi come richiamo alla vita primordiale, infine i nudi identificati come simbolo dell'umanità 'ante legem', Maria e Giuseppe dell'umanità 'sub lege' , Gesù dell'umanità 'sub Gratia'. Unico dipinto su tavola certo di Michelangelo giunto a noi, per molti critici si colloca dopo il Tondo Pitti del Museo Nazionale del Bargello di Firenze e il Tondo Taddei della Royal Academy di Londra, entrambi in marmo; per la sconvolgente articolazione dello spazio prospettico, più ancora che per il tortile andamento serpentinato della figura di Maria, l'opera è veramente da considerarsi un punto di partenza del Manierismo: come ha fatto notare il Ragghianti nella sua opera cinematografica su Michelangelo (1964), la struttura del dipinto rileva che "l'esedra ove risiedono gli ignudi del fondo giace su una superficie prospettica diversa e con un punto di fuga ribassato rispetto al piano di posa delle figure principali e il muricciolo sotto Giuseppe, che ha il compito di celare il divario. Che l'artificio venisse suggerito dal posto destinato alla tavola appare molto probabile, e il rigore con cui notoriamente si collocavano le opere artistiche nelle dimore fiorentine rafforza l'eventualità" (Camesasca 1966). Del dipinto esistono numerose copie e incisioni: al Fogg Art Museum, Cambridge, USA, si trova una copia di formato rettangolare di un anonimo fiammingo, a Firenze in collezione privata una copia di Francesco Bachiacca e al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi sono conservate delle incisioni del XIX secolo (n. 10024).
altra localizzazioneluogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze
bibliografiaBorghini R.( 1584)pp. 512-519; Bocchi F.( 1591)p. 127; Vasari G.( 1878-1885)v. VII, p. 158; Poggi P.( 1906-1907)p. 10; Justi C.( 1909)pp. 175-183; Baumgart F.( 1935)pp. 350-353; Baumgart F.( 1937)pp. 217-218; Mostra Cinquecento( 1940)p. 41; Bottari S.( 19
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazzale degli Uffizi
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Pilati E.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Romagnoli G./ Rousseau B. (2002), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); D'Andrea G. (20
anno creazione1989
anno modifica2002; 2006; 2015
latitudine43.768826
longitudine11.255744

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