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Opera d'arte Testa recisa di San Giovanni Battista di Palmezzano Marco (1459-1463/ 1539), a Milano

L'opera d'arte Testa recisa di San Giovanni Battista di Palmezzano Marco (1459-1463/ 1539), - codice 03 00180287 di Palmezzano Marco (1459-1463/ 1539), si trova nel comune di Milano, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera, sala XXII
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, opera isolata
titoloTesta recisa di San Giovanni Battista
soggettotesta di San Giovanni Battista
tipo schedaOA_3.00
codice univoco03 00180287
localizzazioneItalia, Lombardia, MI, Milanovia Brera, 28
contenitorepalazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera, sala XXII
datazionesec. XV ; 1495 (ca.) - 1495 (ca.) [analisi stilistica; bibliografia]
autorePalmezzano Marco (1459-1463/ 1539),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurealt. 29, largh. 26,
condizione giuridicaproprietà Stato, Pinacoteca di Brera
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: San Giovanni Battista.
notizie storico-criticheL'opera è giunta in Pinacoteca dalla chiesa di san Francesco, dei conventuali osservanti di Cotignola, insieme alla pala dell'Incoronazione, anch'essa di Marco Palmezzano, nel 1811. E' descritta con grande precisione dal Marchesi nel 1726 ( Vitae virorum illustrium forliviensium, Forli 1726, vol. II, p. 257).Dopo le requisizioni napoleoniche la tavoletta fu a lungo trascurata dalla critica; unico a ricordarla fu Gaetano Giordani (ms 1810 Memorie diverse artistiche, storiche, letterarie raccolte da Gaetano Giordani ; Bologna XIX secolo, Biblioteca Cimunale dell'Archiginnasio), che la include fra le quattro tavolette di Francesco e Bernardino da Cotignola. Dalla stessa chiesa proveniva anche una tavola con 'Cristo sostenuto da Giuseppe d'Arimatea' attualmente non più rintracciabile.La testa di Battista è stata a lungo attribuita agli Zaganelli, fino a quando Jacobsen ('Die Gemaeldegalerie der Brera in Mailand' in "Repertorium fur Kustwissenschaft" 1910, pp. 197-211) non la restituì giustamente al Palmezzano. Probabilmente i tre dipinti (l'incoronazione della Vergine, la testa di san Giovanni Battista e l'imbalsamazione di Cristo) appartenevano allo stesso complesso, destinata ad una chiesa francescana. Tale ipotesi, avanzata da Tumidei ('Romagnoli in veneto; congiunture figurative e viaggi di artisti tra Quattro e Cinquecento', in " la pittura emiliana in Veneto", a cura di Sergio Marinelli e Angelo Mazza, Modena 1999, p. 80 e 86, nota), troverebbe conferme nel fatto che l'ordine dei francescani osservanti, fu particolarmente propenso alle raffigurazioni particolarmente cruente poste nella predella. Tuttavia la testa del Battista perse presto la destinazione di elemento centrale della predella se già Flaminio da Parma (segnalato da Tumidei 1987 ' Un'aggiunta al Maestro dei Baldraccani e qualche appunto sulla pittura romagnola del Quattrocento, in "Prospettiva" aprile 1987, n. 49, pp. 80-91) la descriveva 'sul piedistallo d'una colonna, che serve d'ornamento al primo altare a mano sinistra, entrando nella chiesa. L'iconografia della testa del Battista, quale immagine indipendente, di piccole dimensioni e destinata a un culto privato è ampiamente testimoniata in area settentrinale. lombarda e e padana. Ne sono testimonianza la testa del Battista di Giovan Francesco Maineri (Milano, Pinacoteca di Brera) forse da identificare con quella eseguita dal pittore nel 1502 su commissione di Ercole I d'este per Lucia da Narni. In questi casi, tuttavia, la testa del santo è rappresentata su un piatto d'argento, su fondo scuro o di un paesaggio, tanto che la composizione è stata ricondotta ad un preciso motivo iconografico, noto come ' Johannesschussel'; il motivo trae origine dalla reliquia della testa del battista, conservata ad Amiens, dove fu portata dai Crociati nel 1206; oggetto di culto e di pellegrinaggio, essa generò numerose repliche in tutta Europa, soprattutto in area settentrionale. In Italia, il motivo iconografico penetrò principalmente in Lombardia a partire dall'inizio del Cinquecento, e il realismo della rappresentazione sarebbe spiegabile con l'esistenza di un prototipo leonardesco, perduto, cui si riferirono Maineri, Solario e molti altri pittori di area lombarda. Motivo certamente in auge presso gli ordini e le confraternite per la sua forte caratterizzazione pietistica, era utilizzato spesso come reliquiario, pace o raffigurazione destinata alla meditazione.La totale assenza del piatto nel dipinto qui esaminato sembra derivare dal dipinto di Marco Zoppo, anch'essa parte integrante di una pala, oggi comunemente identificata con quella di Berlino. Proprio tale circostanza depone a favore di un'analoga, originaria destinazione della testa del Battista di Palmezzano, solo successivamente trasformato in 'Johannesschussel'.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Emilia Romagna, RA, Cotignola
altre attribuzioniFratelli Zaganelli (Elenco, 1906; C. Ricci, 1907; F. Malaguzzi Valeri)
bibliografiaPinacoteca Brera( 1991)v. IV, pp. 291-293, n. 155; Marco Palmezzano( 2006)p. 240, n. 23
definizionedipinto
regioneLombardia
provinciaMilano
comuneMilano
indirizzovia Brera, 28
ente schedatoreS27
ente competenteS27
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Vami A.; Funzionario responsabile: Maderna V.; Trascrizione per informatizzazione: Faraoni M. (1999); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Cresseri M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1994
anno modifica2006
latitudine45.468396
longitudine9.173009

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